Sella CIB: come i fondi di private equity possono aiutare le Pmi italiane

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Supporto a progetti di internazionalizzazione, passaggio generazionale e accesso ai capitali sono solo alcuni dei vantaggi che il private equity può apportare alle Pmi italiane grazie al ruolo strategico della divisione Corporate Investment Banking del gruppo Sella

Il private equity può rappresentare un importante strumento per la crescita delle piccole e medie imprese italiane. Un supporto concreto soprattutto considerato l’attuale contesto. Il 2022 verrà, infatti, ricordato come particolarmente complesso per gli effetti del conflitto in Ucraina, le difficoltà che hanno colpito le catene di approvvigionamento globali e gli interventi delle Banche Centrali volti ad allentare le pressioni inflazionistiche. L’attuale contesto di mercato e le prospettive ancora incerte sullo scenario futuro hanno tuttavia aperto un’importante finestra di opportunità per il settore del private equity. Ne parliamo con Francesco Andrulli, Associate Director M&A della divisione Corporate Investment Banking (CIB) del gruppo Sella.

Come si presenta oggi il private equity in Italia e quali sono le prospettive per il prossimo anno?

Nonostante le complessità che hanno caratterizzato il 2022, il private equity si è dimostrato un segmento particolarmente resiliente dell’economia italiana. I dati nei primi nove mesi, sebbene non ancora pari ai livelli del 2021, risultano infatti migliori rispetto alle rilevazioni del periodo pre-pandemico, sia per quanto concerne il controvalore che il numero di deal conclusi. Il private equity è stato particolarmente attivo nelle operazioni di fusione e acquisizione che hanno coinvolto le piccole e medie imprese: oltre l’80% degli investimenti dei fondi nei primi sei mesi dell’anno è stato destinato alle Pmi con fatturato sotto i 50 milioni di euro. A ciò si aggiunge il dato della liquidità disponibile sul mercato del private capital italiano e ancora inespressa pari a oltre 7 miliardi di dollari nel 2021. Alla luce di tutto questo, siamo quindi convinti che nel 2023 il private equity potrà giocare un ruolo importante per l’economia del Paese e le sue imprese.

Un driver cruciale per lo sviluppo delle aziende è l’internazionalizzazione del proprio business. Che tipo di supporto può offrire il private equity alle imprese in tale processo?

Quello dell’internazionalizzazione delle imprese italiane è un trend in continua crescita, al quale le attività di corporate investment banking e di M&A possono apportare notevoli benefici. I fondi di private equity possono sostenere lo sviluppo delle Pmi attraendo capitali e competenze per rafforzare le loro strategie e supportarne l’espansione internazionale. In questo senso, i fondi svolgono un ruolo cruciale perché mettono a disposizione delle aziende le competenze necessarie per perseguire operazioni di acquisizione su mercati esteri, il cui accesso risulta spesso particolarmente arduo. Permettono, inoltre, alle Pmi di entrare in contatto con network internazionali e promuovere contatti locali a livello globale. I fondi di private equity facilitano, infine, l’accesso delle Pmi ai capitali necessari per la realizzazione di operazioni di finanza straordinaria.

Un’altra sfida che si trovano spesso ad affrontare le Pmi, in particolare quelle a conduzione familiare, riguarda il passaggio generazionale. In che modo il private equity può supportare le imprese in questo ambito così delicato?

Per molte aziende familiari, il passaggio generazionale rappresenta un momento particolarmente complesso, talvolta temuto dagli imprenditori e spesso rinviato. Il rischio di non affrontarlo proattivamente è di subirne gli effetti, che possono essere molto importanti per la famiglia imprenditrice e per l’azienda stessa. Anche in questa circostanza, il private equity offre agli imprenditori diversi strumenti. Nel caso siano presenti degli eredi o una nuova linea manageriale, il fondo può supportare e accompagnare la nuova generazione nella conduzione del business, per sostenerne la crescita. Ciò è possibile anche grazie alle competenze specializzate che i fondi possono apportare in aree di business e organizzative tipicamente meno presidiate in aziende a controllo familiare, ad esempio le aree di amministrazione, finanza e controllo e di pianificazione finanziaria. Quando invece non vi sono eredi cui lasciare l’azienda, il private equity rappresenta per la proprietà una controparte che permette agli azionisti di monetizzare il successo della propria attività imprenditoriale e risulta altresì l’acquirente più idoneo in un’ottica di continuazione dell’attività aziendale.

Quale approccio contraddistingue la divisione M&A di Sella CIB? Quali strumenti può mettere a disposizione di aziende e fondi di private equity?

Una delle peculiarità di Sella CIB è il posizionamento distintivo sul segmento Pmi, un focus che poche, anzi pochissime, banche hanno sul territorio italiano. Infatti, le principali banche e boutique di M&A si interessano tipicamente ad operazioni di size più elevata, mentre noi siamo tra i pochi operatori sul mercato a offrire un servizio di consulenza M&A rivolto a Pmi e family business. Un ulteriore elemento distintivo è quello di far parte di una realtà consolidata come il gruppo Sella. La copertura capillare attraverso oltre 300 filiali in Italia, le reti corporate e private banking radicate sul territorio e l’expertise di tutti i professionisti coinvolti caratterizzano il nostro approccio tailor made e facilitano la continua vicinanza ai clienti imprenditori durante tutte le fasi dell’operazione. La nostra presenza sul territorio rappresenta, inoltre, un importante bacino per quei fondi di private equity che siano interessati a ricercare opportunità di investimento anche per le società che hanno già in portafoglio. Siamo, inoltre, in grado di coprire in maniera capillare anche il mercato internazionale, sempre più importante nell’attuale scenario, grazie al network Terra Alliance di cui siamo membri fondatori.

Oltre al ruolo di M&A advisor, attraverso il servizio di leveraged & acquisition finance mettiamo anche a disposizione le nostre risorse per finanziare operazioni di fondi di private equity che investono in Pmi italiane. Questo approccio e la nostra partecipazione diretta alle operazioni, quello che noi chiamiamo “skin in the game”, favoriscono una relazione particolare con i fondi, relazione di cui beneficiano anche i nostri clienti imprenditori nell’ambito delle operazioni di M&A in cui sono coinvolti. Ci piace identificarci come una banca di imprenditori per imprenditori: l’approccio sinergico tra i servizi di advisory e di financing conferma il nostro elevato livello di commitment, in un’ottica di servizio integrato e completo.

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