La scelta di non esibire la propria “assenza”
“Il momento dell’emergenza attuale può essere un’ottima occasione per sostenere la cultura con un modello innovativo a livello nazionale”. Non è retorica quella dell’architetta e curatrice Elena Tettamanti (sua la curatela della mostra “TRAME, le forme del rame fra arte contemporanea, design, tecnologia e architettura”), genitrice nel 2016 dell’associazione Amici della Triennale. Anche nel momento dell’inondazione pandemico-mediatica di webinar, dirette Instagram e meeting su Zoom, l’associazione milanese ha scelto infatti di differenziarsi rispetto agli altri e di non esibire la propria assenza.
Riapre la Triennale
La Triennale, o meglio il suo giardino, riaprirà (salvo sorprese) nella prima settimana di giugno. Vi si terranno letture, incontri, proiezioni cinematografiche per tutto il periodo estivo. La riapertura vera e propria del palazzo invece avverrà a settembre. La prima mostra (inaugurazione ad ottobre), dovrebbe essere Enzo Mari e Hans Ulrich Obrist, originariamente prevista nel periodo 20/04 – 6/09/2020.
Amici della Triennale, un caso da manuale per il mecenatismo
Ambrogino d’oro nel 2019. Caso studio nelle università italiane. Oltre 3.350 iscritti, di cui oltre 3000 studenti (500 universitari e 2500 liceali). Poi: privati, imprese soprattutto. Una raccolta di oltre 2 milioni euro dall’inizio della sua attività. Elena Tettamanti certo non poteva immaginarlo, quando il 15/2/2016 Amici della Triennale nasceva – per sua iniziativa – come progetto all͛’interno della Fondazione La Triennale di Milano. Oggi, l’associazione (costituita come tale nel giugno 2018) è una comunità a tutti gli effetti, indipendente. A muoverla, sono valori di responsabilità sociale e mecenatismo culturale. L’associazione è cuore pulsante del sostegno alla Triennale, partecipando attivamente al suo sviluppo non solo tramite contributi economici. L’associazione è una fucina di iniziative ed eventi rivolti all’arte contemporanea, al design, alla tecnologia. Ma soprattutto al settore dell’istruzione e dell’innovazione. Due punti deboli del nostro Paese.
Gli imprenditori: collezionisti e a volte filantropi
Il rapporto con le imprese è un punto d’orgoglio, per Elena Tettamanti. “Un passaggio importante, grazie al quale si sono potuti costruire progetti ad hoc coinvolgendo collezionisti privati, artisti, architetti (come Michelangelo Pistoletto, Renzo Piano, per esempio)”. Una particolarità dell’associazione è la visita degli associati quattro volte all’anno presso studi di artisti notissimi. Elena Tettamanti ricorda in particolare gli incontri con Jan Fabre (a Bruxelles) e poi con Renzo Piano, molto focalizzato sui temi sociali, delle periferie.
Amici della Triennale vive grazie alle quote associative, declinate su vari livelli, fino ad arrivare al mecenatismo vero e proprio. Ma“il mecenate non concede solo fondi. Partecipa attivamente alla costituzione di un progetto filantropico, spesso di stampo sociale o educativo. Si pensi al progetto Innovators”.
Un riconoscimento importante a livello istituzionale
Grazie alla vitalità e alle ricadute positive dell’associazione da lei fondata, Elena Tettamanti è entrata a far parte del Cda della Triennale. Il riconoscimento suggella “un tragitto che parte dal sostegno di una grande istituzione culturale per giungere a forme di rappresentanza con cui i privati possono essere attivi nella gestione dell’ente culturale”.
L’ambizione degli Amici per il futuro è quella di dar vita a “nuovi progetti su scala nazionale” grazie al suo ruolo di piattaforma per la realizzazione di un mecenatismo consapevole, che vada oltre la sola donazione. Si tratta di un’ottima indicazione, di questi tempi. Governi e banche centrali stanno inondando il sistema di liquidità. Ma i fondi vanno saputi usare: solo così possono impattare positivamente l’ecosistema sociale che li ha originati.