Credito alternativo: come sconfiggere il timore dell’inflazione

Quando i timori per l’inflazione e i rialzi dei tassi d’interesse crescono, il credito alternativo può rappresentare un’opzione interessante per i gestori di portafogli multi-asset. Il comparto non è tuttavia adatto a tutti gli investitori

In una situazione come quella attuale, in cui il timore nei confronti dell’inflazione e dei possibili inasprimenti nei tassi d’interesse rappresenta il sentimento prevalente tra gli investitori, il credito alternativo potrebbe essere una buona fonte di rendimento e diversificazione. “Siamo alla ricerca di strumenti che siano meno sensibili ai tassi di interesse e forniscano un compromesso di rischio-rendimento migliore rispetto ai titoli di stato o ai corporate investment grade”, afferma Ewout van Schaick, Head of multi asset di NN Investment Partners. “Il credito alternativo rientra quindi di diritto tra le opzioni più interessanti per svariati motivi”. Ecco quali.

Il credito alternativo: il sondaggio di NN IP

Dello stesso parere di van Schaick sono anche consulenti finanziari e investitori. Un sondaggio condotto da NN IP tra questa platea evidenzia infatti come il 50% del campione ritenga il credito alternativo più attraente in questo particolare contesto rispetto al solito. “Diversificare il portafoglio con questa classe di attivo potrebbe essere utile per considerare il rischio di credito e il rischio di illiquidità come un modo per migliorare effettivamente il profilo di rendimento complessivo” sostiene van Schaick.

Credito alternativo, perché?

“Nell’aspettativa di un contesto di tassi in aumento, il debito a tasso variabile è sicuramente interessante per gli investitori”, prosegue Niels Bodenheim, Responsabile del credito alternativo di NN IP e gestore di circa 57 miliardi di dollari in debito privato. Questo strumento può infatti presentare una struttura con un tasso di base pari a zero (attraente per gli investitori con un tasso di riferimento negativo), oltre a offrire una durata breve, il che permette di non rimanere bloccati a lungo termine. “Circa l’80% di debito a tasso variabile è oggi nel mercato delle infrastrutture, ma altri esempi provengono dal comparto della trade finance e delle asset-backed securities (abs)” prosegue l’esperto. In aggiunta “questi prestiti richiedono molto tempo per essere completati, a volte da tre a nove mesi, e quindi le negoziazioni avvengono molto prima della volatilità del mercato e danno una certa stabilità ai differenziali di tasso”.

Non per tutti gli investitori

Attenzione però alla tipologia di investitore cui il comparto può rivolgersi. Il credito alternativo potrebbe infatti non essere adatto a chi necessita di liquidità, ma nemmeno per investitori retail, per cui potrebbe essere più difficilmente reperibile. “Tuttavia, se si è un investitore istituzionale e si ha un orizzonte a lungo termine, penso che sia chiaro che, in un ambiente in cui stiamo ancora cercando rendimenti adeguati e ci piace diversificare dal puro rischio di tasso di interesse in altre fonti di rischio, tutto il credito fornisce ancora una buona fonte di rendimento e diversificazione” conclude van Schaick.

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