Riciclo delle batterie: il futuro dell’auto elettrica parte da qui

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Passare alle auto elettriche sembra la risposta quando si parla di trasporto sostenibile, ma cosa fare delle batterie esauste? Riciclarle non solo è possibile, ma potrebbe diminuire anche la dipendenza dai paesi che di green hanno veramente poco

Strade silenziose e minor inquinamento dell’aria, questo è il futuro che promette l’auto elettrica (EV). Ma il cambiamento, per essere davvero valido, deve passare anche dalle sue singole componenti, a cominciare dalla batteria. Le auto ricaricabili vengono infatti alimentate a batteria che hanno una vita media di circa 11 anni. Se si considera che le vendite nel 2022 raggiungeranno la cifra record di 10,6 milioni di unità salendo via via a 20,6 milioni nel 2025, secondo le stime di BloombergNEF, è facile intuire come il tema batteria sia cruciale per dare una risposta davvero sostenibile all’ambiente. Ecco allora che si fa strada l’idea del riciclo.

“Ci si aspetta che entro il 2030 la domanda di litio sarà pari alle scorte ottenute con le estrazioni e, proprio per questo – secondo gli esperti di Legal & General Investment Management (LGIM) – sarà necessario chiudere il loop della catena di fornitura delle batterie. L’estrazione mineraria non può rappresentare la soluzione, è quindi necessario iniziare a lavorare in sinergia con l’industria del riciclo”.

Riciclo: un mercato dalle grandi opportunità

Riciclare le batterie può essere redditizio, ma per renderlo un mercato davvero interessante, non solo è necessario averne a disposizioni un grande numero, ma anche saperle sfruttare al meglio. Ad esempio, BloombergNEF ha stimato che nel 2021 solo 52mila tonnellate di batterie erano effettivamente disponibili per il riciclo sulle oltre 286mila a disposizione a livello globale. Peter Andrews, LGIM graduate, sottolinea come la volatilità attuale, che sta portando l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime alle stelle, potrebbe rendere ancora più attrattiva questa opzione.

Riciclare le batterie: sì, ma come farlo?

Il sistema di recupero prevede di estrarre dalle batterie gli elementi principali e per farlo vengono utilizzati dei metodi particolari (pirometallurgico e idrometallurgico), che riducono drasticamente la produzione di emissioni. Si tratta di un procedimento sostenibile non solo per i processi utilizzati, ma anche perché introdurre il riciclo nella filiera aiuta a diminuire la dipendenza da tutti quegli Stati con una valutazione negativa sul piano ESG (Environmental, Social e Governance, ovvero ambientale, sociale e di governance). Ad esempio il nikel è estratto per lo più in Indonesia e in Russia, il cobalto nella repubblica democratica del Congo e la Cina controlla la fornitura di grafite. “Riutilizzando i materiali, le imprese di riciclo e le case automobilistiche sono in grado di ridurre drasticamente la loro dipendenza da tutte quelle nazioni che sono ancora indietro nel seguire gli obiettivi di sostenibilità”, spiega Andrews.

A questo riguardo, l’Europa ha richiesto ai produttori di apparecchiature originali (OEM) di aumentare la percentuale di materiale riciclato nelle batterie, l’America, con l’Inflation Reduction Act, ha reso obbligatorio che almeno il 40% delle batterie siano di origine statunitense e dal momento che la maggior parte dei materiali è prodotto fuori dai confini nazionali, questo stimola il riciclo interno.

“Si tratta di un settore ancora immaturo, tuttavia le opportunità per gli investitori stanno emergendo. Con le regolazioni che spingono verso il riciclo poi aumenterà ancora di più il flusso di denaro in questo ambito”, conclude Andrews.

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