- Il fondo sovrano norvegese da 1.600 miliardi di dollari ha annunciato che continuerà a sostenere la finanza sostenibile, mentre continua la fuga degli investitori
- Tangen: “Il fatto che altri si stanno allontanando ci offre un’opportunità per entrare in una sorta di fase. Sono tempi davvero interessanti”
Norges bank investment management, il ramo della banca centrale norvegese che gestisce il più grande fondo sovrano al mondo in termini di asset, si schiera contro la grande fuga di investitori dai prodotti sostenibili. Anzi. La ritirata, dichiara il ceo Nicolai Tangen a Cnbc, potrebbe addirittura rappresentare un’occasione per chi intende inserire il green in portafoglio nell’attuale contesto di mercato.
La mossa arriva in un momento in cui la finanza sostenibile è diventata una questione politica nel mondo occidentale, in particolare negli Stati Uniti. Se i repubblicani definiscono l’Esg (Environmental, social, governance) come una forma di “capitalismo selvaggio” che cerca di dare priorità agli obiettivi liberali rispetto ai rendimenti degli investimenti, i democratici hanno cercato di opporsi a questa visione, descrivendo gli attacchi a una serie di pratiche aziendali eticamente responsabili come “un tentativo di fabbricare una guerra culturale” e proteggere gli interessi di determinate società. Gli analisti, racconta il canale americano di notizie economiche, si attendono che l’esito delle elezioni presidenziali in programma quest’anno determinerà se la spinta contro le strategie sostenibili avrà un effetto profondo e duraturo. Nel frattempo, per il fondo sovrano norvegese non è il momento di eliminare l’Esg dai portafogli.
“Riteniamo che rientri negli investimenti a lungo termine”, dice Tangen. “Pensiamo che il fatto che altri si stiano allontanando ci offra un’opportunità migliore per entrare in una sorta di fase. Sono tempi davvero interessanti”, aggiunge. Le controversie su tutto ciò che ricade sotto l’ombrello dell’acronimo hanno indotto alcune società di Wall Street a fare un passo indietro rispetto agli impegni ecologici, mentre alla fine dello scorso anno i fondi sostenibili subivano il primo deflusso netto trimestrale a livello mondiale. Più recenti dati raccolti da Morningstar mostrano come il 2024 sia partito in controtendenza per l’universo globale dei prodotti verdi, che hanno attratto circa 900 milioni di dollari di afflussi netti tra gennaio e marzo a fronte di deflussi per 88 milioni negli ultimi tre mesi del 2023.
Usa: fuga di investitori dai fondi sostenibili
Lo stesso non si può dire però per gli Usa. Come approfondito da We Wealth, nei primi tre mesi dell’anno le società di gestione statunitensi hanno incassato infatti il sesto trimestre consecutivo di deflussi, pari a 8,7 miliardi di dollari. In più, il lancio di nuovi fondi è al minimo storico, se si considera che nello stesso periodo sono stati immessi sul mercato solo due prodotti sostenibili (“iShares Paris-Aligned Climate Msci World ex Usa Etf” e “Nuveen Sustainable Core Etf”) contro i sei della fine dello scorso anno.
Esg, Tangen: la situazione sta migliorando
Tornando al contesto mondiale, alla domanda sullo stato di salute degli investimenti sostenibili Tangen ha risposto che la situazione è tuttavia “leggermente migliorata” negli ultimi anni. “Penso che questo settore sia più attraente di quanto non lo sia stato finora”, afferma l’amministratore delegato. Se si torna indietro di un paio d’anni, dice, c’era un’enorme concorrenza per pochissimi progetti, i prezzi erano alti e i rendimenti erano bassi. “Riteniamo che la situazione sia migliorata un po’ nell’ultimo anno o giù di lì”, afferma Tangen.
Investimenti sostenibili: l’outlook per il 2024
Per Michele Morra, portfolio manager di Moneyfam, gli investitori “dovrebbero focalizzarsi sulle prospettive di lungo termine di questo tipo di investimenti e sul soddisfacimento delle proprie esigenze in materia di sostenibilità”. Se si guarda al 2024, aggiunge, un’eventuale escalation dei rischi geopolitici potrebbe avere un impatto sul mercato dell’energia e quindi favorire settori e materie prime escluse da alcuni investimenti socialmente responsabili. “Ma è anche vero che la dinamica dei tassi d’interesse può generare un ambiente favorevole per questo tipo di investimenti, che subiscono maggiori perdite rispetto agli indici generali quando i tassi aumentano ma tendenzialmente traggono maggior beneficio quando la stretta monetaria si allenta”, conclude Morra.