La lotta all’obesità fa gola agli investimenti, ecco la nuova opportunità nel pharma

Recenti sviluppi nell’industria farmaceutica aprono un nuovo capitolo nel contrasto all’obesità e le big pharma costituiscono un’interessante opportunità per gli investitori di lungo periodo. L’opinione di Janus Henderson Investors

Una nuova generazione di farmaci potrebbe costituire l’arma vincente per sconfiggere l’obesità e migliorare le condizioni di salute e di vita di milioni di persone. Inoltre, contrariamente a quanto accade di regola, in questo settore della farmaceutica l’innovazione è venuta dalle grandi aziende farmaceutiche piuttosto che da quelle di piccole dimensioni. Tutto ciò, spiega Andy Acker, Global Life Sciences & Portfolio Manager di Janus Henderson Investors, potrebbe costituire un elemento particolarmente significativo per gli investitori, in quanto “la notizia arriva in un momento nel quale l’aumento dei tassi di interesse e il potenziale rallentamento dell’economia hanno reso più attrattive le aziende farmaceutiche a grande capitalizzazione con un importante liquidità”. 

Nuovi mezzi nella lotta all’obesità 

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), nel 2018 quasi due miliardi di adulti in tutto il mondo sono stati classificati come ‘sovrappeso’ e oltre 600 milioni di questi come ‘obesi’. Ogni anno, continua l’Oms, quasi 3 milioni di persone muoiono per cause direttamente legate all’obesità e quest’ultima è concausa di malattie quali diabete, ipertensione e alcuni tipi di cancro. Ma l’obesità ha anche un importante costo finanziario. Negli soli Stati Uniti, infatti, il costo diretto e indiretto dell’obesità è stato superiore ai 173 miliardi di dollari nel 2019, riportano i dati del Center for Deseases Control and Prevention. Le terapie farmacologiche oggi esistenti non sembrano produrre risultanti apprezzabili e gli interventi chirurgici, sebbene più efficaci, possono causare successive complicazioni, spiega Acker. 

È alla luce di questo scenario che nel 2021 l’approvazione da parte dell’Autorità del farmaco americano (FDA) del composto Wegovy (a base di semaglutide) ha costituito un vero e proprio punto di svolta nella lotta all’obesità. La terapia basata su questo medicinale ha infatti portato ad una perdita di peso nei soggetti coinvolti pari a circa il 15% in poco meno di un anno e mezzo. Anche la terapia a base di Mounjaro (a base di tirzeparide), che ha recentemente concluso la fase di sperimentazione, presenta risultati incoraggianti. In poco più di un anno e mezzo infatti, “i soggetti obesi che hanno intrapreso una terapia a base di questo farmaco hanno registrato una riduzione media del peso pari al 22,5% – spiega il gestore – un risultato che si avvicina a quello raggiunto da alcuni interventi chirurgici”. 

I risultati dell’utilizzo di Wegovy e Mounjaro sono così incoraggianti che in molti credono sia iniziato un nuovo capitolo nella storia della lotta all’obesità – afferma Acker – e siamo perciò convinti che le opportunità di mercato siano estremamente importanti”. Stando ai dati riportati da Nature infatti, entro il 2030 vi saranno al mondo 2,12 miliardi di persone sovrappeso e oltre 1,2 miliardi di loro sarà obeso, e la spesa pubblica e privata per trattare questa patologia continuerà ad aumentare nell’ordine di migliaia di miliardi di dollari l’anno in tutto il mondo. Il diffondersi delle terapie sopracitate potrebbe però far ben sperare in un’inversione di tendenza. 

Nuove opportunità per gli investitori

Dal punto di vista dei mercati, la lotta contro l’obesità costituisce sia una forma di investimento socialmente responsabile che un’importante opportunità di profitto. I farmaci anti obesità, essendo considerata malattia cronica e sempre più diffusa, potrebbero rappresentare una componente importante nel portafoglio prodotti delle aziende farmaceutiche. “Siamo convinti che gli sviluppi rivoluzionari nella lotta all’obesità sia un promemoria rispetto a quali siano le opportunità del settore salute e di quanto sia importante investire in esso con un approccio diversificato” afferma Acker, ricordando comunque che anche questo settore non è privo di rischi. L’ industria sanitaria è infatti soggetta a regolamentazione pubblica, nonché all’approvazione governativa dei prodotti, tali da incidere significativamente sul prezzo e sulla disponibilità, e possono inoltre andare incontro a rapide obsolescenze e scadenze brevettuali. Tuttavia, “grazie alla disponibilità di liquidità, al know-how tecnologico e a una grande forza commerciale, le grandi aziende farmaceutiche hanno tutti i mezzi per realizzare un’importante crescita”, conclude l’esperto.

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