Dove finirà la speculazione sugli investimenti in criptovalute?

8.11.2021
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Il mondo delle criptovalute è in continua espansione e cambiamento. Esploriamone le opportunità e i possibili effetti collaterali con gli esperti di Goldman Sachs Asset Management
A pesare in modo preponderante è il Bitcoin (con una capitalizzazione superiore a $1,28 mila miliardi, pari al 42% circa del totale); gli fanno seguito Ethereum (che, con il raggiungimento della soglia a 68.000 dollari di Bitcoin ha superato il livello di 4.800 dollari) , Binance coin, Tether, Solana, Cardano, Xpr e Polkadot. Nona e decima posizione per Shiba inu e Dogecoin, le cripto ispirate all'omonima razza di cane, spesso oggetto di discussione sul profilo Twitter di Elon Musk (e spinte a rialzo dalla community di cripto-traders sensibili ai tweet dello stesso Musk).
“L'interesse nei confronti delle criptovalute è alimentato da un sentiment speculativo, dalle potenziali caratteristiche di copertura dal rischio azionario e d'inflazione, nonché dallo sviluppo di applicazioni blockchain e strutture digitali” commentano gli esperti di Goldman Sachs Asset Management all'interno del Market Know-How del terzo quadrimestre 2021.
La ratio dietro al mondo delle criptovalute
Facciamo però un passo indietro. Il mondo della criptovalute si divide sostanzialmente in Bitcoin ed i c.d. Altcoin (o alternative coin), termine col quale si fa riferimento ad una criptovaluta alternativa a Bitcoin avente l'obiettivo di avere un vantaggio rispetto a quest'ultimo in virtù di determinati aspetti tecnologici. Stablecoin è invece il termine che definisce una criptovaluta che può essere riscattata per valuta fiat in qualsiasi momento.
Ogni criptovaluta differisce dall'altra per principi e modalità di utilizzo. Alcune si prestano a fornire servizi innovativi di pagamento digitale decentralizzato, altre si legano a nicchie più specializzate: dalle transazioni machine-to-machine senza commissioni tra dispositivi IoT (Internet of Things), all'intrattenimento digitale, all'esecuzione di contratti intelligenti (smart contracts), al finanziamento di offerte iniziali di monete (ICO), alla liquidità per i bonifici bancari in tempo reale (anche transfrontalieri).
Funzionalità interessanti, ma spesso secondarie rispetto all'attività speculativa condotta sul mercato retail. A mostrare quest'ultimo aspetto è il calcolo sulla volatilità annualizzata di Bitcoin calcolato su dati Bloomberg da Goldman Sachs Investment Strategy Gorup, che assume un valore del 91%, contro un 16% dell'azionario emergente, un 13% dell'oro e un 6% del dollaro americano.
“Le criptovalute hanno mostrato relazioni instabili con le asset class tradizionali e presentano una maggiore probabilità di subire ribassi a un anno”. Dal suo lancio, “Bitcoin ha registrato una probabilità del 72% di subire un ribasso pari o superiore al 60% annuo” sottolineano da Goldman Sachs Asset Management sulla base dei dati sul prezzo del Bitcoin dal suo lancio (luglio 2010) a luglio 2021.
Gli effetti collaterali attorno alle criptovalute
Quando si investe in criptovalute vanno poi considerati una serie di effetti collaterali, tra cui il rischio normativo (ne è esempio la Cina, che ha proibito alle istituzioni finanziarie di fornire servizi legati ai metodi di pagamento decentralizzati) e il rischio di sostenibilità, di cui Bitcoin è portatore: secondo le stime del Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index di maggio 2021, l'estrazione di Bitcoin consuma circa 110 terawattora all'anno, corrispondente allo 0,55% della produzione mondiale di elettricità, equivalente al consumo annuale di energia di paesi come la Malesia e la Svezia. La valutazione di Central bank digital currencies (Cbdc) da parte delle principali banche centrali potrebbe inoltre portare ad un giro di vite sulla regolamentazione per le altre valute digitali: quelle legate a reti esterne dalla finanza tradizionale.
Criptovalute: si tratta di pura speculazione?
“Data l'estrema volatilità, la nostra analisi indica che un'allocazione a bitcoin pari all'1% del portafoglio richiederebbe un rendimento annualizzato a lungo termine del 165%. Pertanto, sebbene l'elevato rischio idiosincratico possa apparire interessante per gli operatori alla ricerca di rischio come gli hedge fund, le criptovalute non meritano a nostro avviso un'allocazione strategica”.
Per contro, invece, “la tecnologia blockchain sottostante (che si basa su database condivisi, decentralizzati e criptati, ndr) può innescare una profonda trasformazione in molte aree, dalla finanza alle assicurazioni, al settore sanitario” concludono da Goldman Sachs Asset Management.