Non solo nelle materie scientifiche e tecnologiche, le cosiddette STEM (science, technology, engineering and mathematics). Il gender gap, ovvero il divario tra uomini e donne, è ancora ampio anche nel mondo della finanza, con le donne che rimangono in disparte quando si tratta di parlare di soldi e investimenti. Eppure il loro bisogno di gestire il patrimonio c’è e sarà sempre più urgente nel prossimo futuro. Ne è convinta Goldman Sachs Asset Management, che mette in luce i fattori per cui un cambiamento è necessario. A cominciare dagli addetti ai lavori. Tradotto: dai consulenti finanziari.
Gli investimenti si tingono di rosa
Negli ultimi due anni il numero di donne che hanno deciso di investire è cresciuto molto rapidamente e il merito si potrebbe dare, almeno in parte, alla pandemia: essere forzati a lavorare da casa ha dato la possibilità di avere più tempo libero, o per lo meno di gestirlo più liberamente, e così sfruttarlo anche per approcciarsi al mondo della finanza. “Riteniamo che questo slancio continuerà, spingendo ulteriormente la composizione degli investitori verso un pubblico più giovane, più diversificato e più femminile”, sostengono dalla casa di gestione americana.
Lo confermano anche alcuni dati. Uno studio del Boston Consulting Group prevede che nei prossimi dieci anni il patrimonio delle donne possa crescere di 5.000 miliardi di dollari all’anno a livello globale. E, guardando solo al panorama europeo, la ricchezza detenuta dalle donne dovrebbe crescere al 2030 a un tasso annuale composto (Cagr) dell’8,1% contro il +2,7% stimato per gli uomini, secondo le proiezioni di McKinsey, che vede la quota di investimenti delle donne europee raggiungere il 45% degli asset in gestione entro il 2030.
Colmare il gap, perché è importante
Avvicinare le donne al mondo della finanza è fondamentale, non solo per non disperdere questa crescente ricchezza, ma anche per rispondere ad alcune esigenze sociali che saranno sempre più rilevanti. Oltre al bisogno di proteggere i propri risparmi dall’elevata inflazione, che erode il potere di acquisto, e al bisogno di cure a lungo termine di fronte a una popolazione che continua a invecchiare, le donne devono considerare anche tre altri fattori che le costringono ad agire con anticipo per assicurarsi un futuro stabile:
- Stipendi più bassi. Per ogni dollaro guadagnato da un uomo, una collega donna riceve solo 86 centesimi e, su una vita lavorativa, questo divario significa un reddito più basso del 21%, secondo il rapporto del Dipartimento del Lavoro Usa.
- Vita più lunga. Secondo le analisi delle Nazioni Unite la vita media degli uomini si aggira intorno ai 68 anni, mentre quella delle donne arriva quasi ai 74. Questo comporta maggiori risparmi per coprire gli ulteriori anni di pensione. Allo stesso tempo, le donne tendono a ritirarsi dal mondo del lavoro prima dei loro colleghi maschi, dovendo spesso supportare la famiglia.
- Lunghi periodi fuori dal mercato del lavoro. Le donne tendono a lavorare meno rispetto agli uomini, dovendo occuparsi dei figli e di parenti anziani e, in gran parte dei casi, lavorano part-time (nell’Unione Europea il 30,1% delle donne ha un impiego parziale, rispetto a solo il 9,5% degli uomini), come riportato da una ricerca dell’ISTAT.
“Crediamo che il focus non sia più su come permettersi oggi di pagare le bollette, bensì come prepararsi oggi per le spese di domani”, sottolineano Candice Tse e Wendy Lin, rispettivamente managing director e vice president di Goldman Sachs Asset Management.
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Il primo passo spetta alla consulenza
Sebbene la necessità e l’interesse per gli investimenti siano in crescita, oggi le donne sono ancora poco servite dal punto di vista finanziario. Secondo una ricerca di Ellevest, a fine 2022, il 70% delle donne statunitensi non aveva mai incontrato un consulente, rispetto al 41% della controparte maschile. Un divario che spesso viene colmato da consigli da parte di famigliari.
Questa tendenza si riflette inevitabilmente sui portafogli. Circa il 23% delle donne avrebbe infatti sul conto meno di 500 dollari, mentre la percentuale scende al 15% se si analizza il saldo degli uomini, come riportato in un’indagine di Finra Fundation. “Queste differenze nei saldi dei conti possono diventare significative nel tempo – avvertono da Goldman Sachs Asset Management – poiché le variazioni dei contributi e gli effetti di capitalizzazione del portafoglio determinano una dispersione dei risparmi cumulativi”.
D’altronde i mercati sono difficili da navigare, soprattutto in un momento sfidante come quello attuale, per cui i rischi possono aumentare a seconda della diversa asset allocation. Infatti, secondo uno studio di McKinsey, il portafoglio medio di una donna in Europa comprende una maggior quota di liquidità con un 32% di azioni, un 32% di obbligazioni e il restante in contanti, mentre quello maschile prevede mediamente una maggiore esposizione all’azionario (45% di allocazioni in azioni), e minore reddito fisso (il 24% in obbligazioni) e contanti (il 31%).
“Per massimizzare la probabilità di raggiungere gli obiettivi finanziari che le donne si sono imposte, è fondamentale scegliere gli asset giusti”, spiegano gli esperti, e proprio per questo la consulenza diventa indispensabile. Aprire sempre di più mondo alle investitrici è solo il primo passo, solo così si può pensare di raggiungere, anche se non in tempi brevi, l’uguaglianza anche negli investimenti.
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