Mercati in equilibrio precario: prevarrà il bene?

Attenzione alla gestione nelle fasi di instabilità: l’entusiasmo innescato dal rimbalzo economico sta prevalendo sui rischi di surriscaldamento dei prezzi e, conseguentemente, dei tassi d’interesse

Resistere all’incertezza di breve per realizzare il potenziale di investimento a lungo termine. E’ questo il quadro parziale che emerge dalla Carmignac‘s Note di aprile, che presuppone una attenta gestione nelle fasi di instabilità, riconoscendo come l’entusiasmo innescato dal rimbalzo economico stia prevalendo sui rischi di surriscaldamento dei prezzi e, conseguentemente, dei tassi d’interesse.

Economia a rischio surriscaldamento?

A convalidare un quando ancora opaco sono le valutazioni di mercato. Nel corso degli ultimi mesi, i titoli azionari ciclici hanno ampiamente sovraperformato le realtà anticicliche (favorite in tempo di crisi). Un trend culminato nel rialzo oltre i massimi storici dell’indice Dow Jones, che ad aprile ha superato i 34000 punti. Proprio negli Stati Uniti, la combinazione tra l’incedere della domanda di consumi, repressa per molto tempo, e il piano di sostegno fiscale apparentemente illimitato dall’amministrazione Biden, hanno alimentando l’idea di un possibile surriscaldamento dell’attività economica, ovvero di una crescita associata all’aumento dell’inflazione. Alla luce dei rischi futuri, il primo trimestre 2021 ha anche segnato il peggiore quarter per i titoli governativi statunitensi a 30 anni dal 1919.

Attenzione alta, gestione del rischio attiva

“L’ipotesi di una estensione del rialzo dei tassi a lungo termine” ha sottolineato Didier Saint-Georges, Head of portfolio advisors, managing director e membro del comitato investimenti strategici di Carmignac, “rappresenta un rischio non solo per la valorizzazione degli asset finanziari, ma anche per diversi settori di attività”. Condizioni monetarie più rigide potrebbero infatti gravare pesantemente sui mercati, ormai assuefatti dal continuo afflusso di liquidità, e sulle attività economiche in generale, minando la ripresa. “Riteniamo che questa situazione giustifichi la gestione molto attiva del rischio di aumento dei tassi d’interesse all’interno dei nostri portafogli obbligazionari” ha aggiunto Saint-Georges.

 Come mitigare gli effetti in portafoglio

Sul fronte inflazione è però giunta qualche rassicurazione. Alle conferme delle banche centrali di una politica che ancora resta ampiamente accomodante, si affiancano forze strutturali che alimentano la disinflazione: si tratta per lo più di fattori legati alla demografia, all’eccessivo indebitamento e all’innovazione tecnologica, accelerata dalla fase di pandemia.
Come già ribadito a marzo, “questi fattori strutturali di mitigazione giustificano il mantenimento di una forte esposizione ai titoli tecnologici di qualità elevata, la cui crescita degli utili nel medio periodo offre ottima visibilità con valutazioni tornate ad essere molto eque”. A ciò si accompagna un posizionamento tattico in alcuni settori favoriti dalla ripresa economica, specie in Europa, più indietro rispetto agli Stati Uniti e, per natura, più incline all’investimento nei comparti ciclici.

Le conseguenze sull’economia del dollaro

In quanto gestori dei rischi, prosegue Saint-Georges, “riteniamo importante non escludere la possibilità che l’impulso impresso all’economia statunitense possa cambiare il modello economico degli ultimi dieci anni poiché, come alla fine degli anni ’60, l’America sta attualmente intraprendendo uno svolta radicale della propria politica economica”. Come in quel periodo, quando “l’eccezionalità statunitense” non era più sufficiente per nascondere gli enormi deficit accumulati, il dollaro potrebbe oggi pagarne le conseguenze, a vantaggio anzitutto dei paesi emergenti.

Struttura di portafoglio nei prossimi mesi

“Nei prossimi mesi la nostra gestione continuerà ad essere caratterizzata da una struttura di portafogli incentrata su titoli ad alta convinzione e di lungo termine, alcuni dei quali posizionati in settori strategici quali la transizione energetica, rafforzati dall’orientamento dei governi, impegnati nel conseguimento di obiettivi sostenibili”.
Di fronte ad un mercato che ha già in parte scontato gli effetti positivi di una repentina ripresa, “abbiamo conservato un profilo di rischio prudente nel portafoglio azionario, liquidando alcuni titoli a minore convinzione”. L’asset allocation contempla aziende con una forte capacità di controllo dei margini e una tendenza alla trasformazione digitale. Inoltre, conclude l’esperto “i costi legati alle tecnologie in percentuale del Pil statunitense dovrebbero raddoppiare nei prossimi dieci anni, offrendo quindi una crescita interessante nel medio termine per alcune società di software e di tecnologia cloud”.

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