Pharma: cercare riparo in un settore difensivo puntando alla crescita

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Il settore sanitario è noto per le sue caratteristiche difensive che, anche in momenti di profonda instabilità di mercato, riesce a mantenersi stabile. Grazie a una innovazione continua rimane un comparto molto interessante, nonostante potrebbero esserci ombre all’orizzonte

Quanto tempo è necessario per creare un vaccino? Se lo avessimo chiesto ai medici verso la fine degli anni ’90 avrebbero risposto almeno quarant’anni, il tempo che è servito per sviluppare quelli contro la varicella e il vaiolo, guardando invece a dati più recenti, il vaccino per il Covid-19 è stato creato e testato in meno di 12 mesi. Questo perché l’innovazione nella ricerca e sviluppo ha rivoluzionato il settore sanitario, rendendolo non solo un comparto difensivo ma anche di forte crescita, considerata la consistente domanda di prodotti e servizi sanitari.

Negli ultimi 25 anni, quando i mercati azionari sono scesi di almeno il 15%, il settore sanitario ha sempre offerto un riparo per gli investitori”, sottolineano da Capital Group, rendendolo un chiaro esempio di comparto con forti caratteristiche difensive. Ma non solo.
Tra la fine degli anni ‘90 e gli inizi degli anni 2000 si è assistito a una incredibile rivoluzione, con l’introduzione di farmaci per la terapia genica e proteica e ci si sta avvicinando ora a una nuova era, grazie all’uso dell’intelligenza artificiale, che permette di ridurre i tempi e i costi necessari per lo sviluppo di nuovi farmaci.

Inoltre, la pandemia ha dato una forte spinta al settore sanitario, spinta che non dipende soltanto dalla necessità di un nuovo vaccino e più medicinali, bensì dalla possibilità di vendere farmaci attraverso canali virtuali. Nonostante possa non sembrare un cambiamento rivoluzionario, lo è, rendendo i prodotti farmaceutici alla portata di tutti in tempi sempre più brevi. E non bisogna dimenticarsi che anche i social media hanno iniziato a svolgere un ruolo fondamentale in tal senso: “Un esempio interessante da sottolineare è quello di Biohaven, che ha ingaggiato Khloe Kardashian, con oltre 300 milioni di follower su Instagram, come voce e portavoce del suo farmaco per l’emicrania Nurtec”, spiega Christophe Braun, Investment Director di Capital Group.

Le ombre esistono anche nel settore sanitario

Nonostante queste premesse molto ottimiste, anche le aziende farmaceutiche stanno affrontando alcune importanti sfide che potrebbero provocare loro inciampo, con una possibile riduzione dei ricavi. Tra queste, l’imminente scadenza dei brevetti ha un peso importante: le aziende in questo settore dispongono solitamente di un determinato periodo di tempo in cui hanno diritto all’esclusività del brevetto, passato il quale verranno creati altri medicinali generici con le stesse caratteristiche. Non si tratta di una novità, è una situazione a cui l’industria farmaceutica è più che abituata. “Ciò che è insolito al momento – spiega Braun – è che nella seconda metà del decennio, tra il 2025 e il 2030, soprattutto nel settore biofarmaceutico statunitense, si sta registrando un numero significativo di patent cliff (scadenza dei brevetti) per le grandi aziende”.

Questo fattore potrebbe spaventare gli investitori che prevedono un brusco calo delle vendite una volta che il brevetto sarà scaduto. E se effettivamente questo non è un dato da ignorare, allo stesso tempo è importante sottolineare che il ricavato delle grandi aziende farmaceutiche, le cosiddette Big Pharma, dipende al 50% dallo sviluppo del business, ma il restante 50% dalla pipeline interna e, “siamo convinti che nei prossimi anni inizieremo a vedere una ripresa dello sviluppo commerciale e delle pipeline produttive interne”, rassicurano da Capital Group.

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Consigli per gli investitori

L’innovazione nel settore sanitario continua a trascinare questo comparto del mercato e, sebbene vi siano rischi nel breve termine, non si tratta di una nave che può affondare. La chiave per identificare i vincitori del futuro è quello di analizzare con attenzione ogni società: non tutte le innovazioni avranno successo, ma trovare e investire nel prodotto giusto potrebbe poi guidare una strategia di investimento per anni.

Un ulteriore suggerimento è quello di puntare su titoli che pagano dividendi, infatti con il rallentamento della crescita, il rischio di recessione sempre più vicino, l’aumento del costo del capitale e la riduzione delle valutazioni delle società tech meno redditizie, il tema dei dividendi avrà un impatto significativo sui rendimenti per l’investitore.

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