Media, pronti alla rivoluzione: 5 trend per il futuro negli Usa

Il settore dei media e dell’intrattenimento potrebbe essere sull’orlo di una rivoluzione, spinto dal ricambio generazionale e da nuove abitudini di consumo. Ecco come live sports, streaming e videogames ne stanno cambiando i confini negli Usa

Cambiano le generazioni, si modificano le abitudini di consumo: un discorso che vale anche per il settore dell’intrattenimento, specie se la tendenza è accelerata da eventi epocali come una pandemia. “Dal mio punto di vista, in nessun settore come in quello dei media e dell’intrattenimento l’avanzare della tecnologia e il trend del tele-lavoro stanno rapidamente segnando un punto di rottura”, spiega Nathan Meyer, Analista degli investimenti azionari di Capital Group. Cambiamenti che “stanno rivoluzionando i modelli di business dei giganti più tradizionali del settore, man mano che i consumatori si allontanano dalla tv via cavo per avvicinarsi a nuovi lidi, come i servizi di streaming video e forme di intrattenimento più interattive. Tale modifica nelle abitudini di consumo, specialmente tra i più giovani, potrebbe alterare profondamente l’outlook per le società attive nel settore dei media negli anni a venire”. Come investire nel futuro dell’intrattenimento, quindi? Ecco lo stato dell’arte e 5 previsioni per il settore.

Come investire nei media del futuro, dal punto di vista degli Usa

I video games sorpasseranno la tv come principale fonte di intrattenimento nelle case. “I video games dovrebbero avere dalla loro almeno un’altra decade di vento in poppa, dato che i giovani dedicano più tempo al gioco e gli adulti continuano ad apprezzarli”, continua Meyer. A ‘giustificare’ i giocatori e a garantire il successo dei video games sono i miglioramenti significativi nella qualità della grafica, l’accesso più ampio alle piattaforme di gaming sul cloud e l’incremento nell’adozione di meccanismi di monetizzazione in-game, spiega l’esperto. Fattori che dovrebbero permettere alle società operanti nel settore di poter competere con quelle attive nella tv tradizionale. “Secondo le nostre stime, l’industria dei video games vale 130 miliardi di dollari e sarà capace di sostenere un trend di crescita del 5% nei prossimi dieci anni, anche grazie alla spinta della pandemia. Così il settore supererà la pay tv che, nonostante i suoi 200 miliardi di dollari di valore, cresce a un ritmo dell’1-2% l’anno”.

Il numero di abbonamenti alla pay tv americana cadrà drammaticamente. “Mi aspetto che la maggior parte dell’intrattenimento televisivo passerà dalla pay tv allo streaming on-demand”, aggiunge Meyer. A differenza della tv tradizionale, le cui entrate dipendono tipicamente su pubblicità e i diritti, la pay tv deve i suoi proventi quasi unicamente alle sottoscrizioni mensili pagate dagli abbonati. “Gli eventi sportivi e le news, che contano per il 25% delle view negli Usa, sono oggi l’unica ragione per cui gli abbonati pagano più di 100 dollari al mese per un pacchetto diversificato di canali. Dal 2010, il tempo speso a guardare eventi sportivi in tv nella fascia dai 18 ai 34 è diminuito di oltre il 70%, secondo i dati di Nielsen; solo la fascia sopra i 65 anni ne è rimasta fedele consumatrice. Se anche una sola società comprasse qualche diritto televisivo sportivo decisivo, il calo nelle sottoscrizioni di abbonamenti alle pay tv accelererebbe. Se poi le partite centrali fossero trasmesse anche su Amazon Prime Video o su YouTube TV, sarebbe solo un’altra ragione per la fine delle pay tv come le conosciamo”.

Lo streaming video crescerà fino a diventare la modalità primaria di consumo di film e televisione. “È sempre più chiaro che i servizi di streaming rimpiazzeranno la pay tv; man mano che i consumatori diranno addio alla tv via cavo, giganti come Netflix, Disney+ e Amazon Video ne beneficeranno”, aggiunge Meyer. Spinti dalla pandemia, milioni di nuovi abbonati hanno rimpinguato le casse di tali società, attirati dalla produzione di nuovi contenuti originali. “In Netflix, ad esempio, il budget allocato alle produzioni interne potrebbe potrebbe raggiungere i 20-30 miliardi di dollari entro il 2030: questo porterebbe al rilascio di circa 4 serie o film da 100 milioni di dollari l’uno ogni settimana. Dato questo enorme budget, vi sono buone chance per Netflix di realizzare un prodotto che quasi tutte le famiglie americane vorranno vedere, permettendo alla società di raggiungere circa 90 milioni di abbonati solamente negli Usa”.

La visione del football americano potrebbe sperimentare un declino strutturale. “Oggi, il valore degli eventi live per pubblicità e media companies è indubbio, con la National football league a rappresentarne la stella. Tuttavia, un numero sempre maggiore di giocatori della Nfl si ritira dopo qualche stagione a causa di infortuni permanenti. In più, la stabilizzazione nello share delle partite live è stato imputato al ritorno di molti appassionati più adulti, che alla politica ora preferiscono lo sport. Il calo nello share continua invece tra i più giovani, interessati a molti più sport e meno inclini a giocare a football durante il liceo” e ad appassionarsene di conseguenza, continua l’esperto di Capital Group.

I veicoli autonomi forniranno un’ora di intrattenimento extra al giorno. “Grazie all’adozione oggi matura degli smartphone, nel mondo sviluppato ci stiamo avvicinando alle 10-11 ore di consumo di media giornaliero per persona. Una spinta in futuro potrebbe essere fornita dalle auto a guida autonoma: dato che il tragitto casa-lavoro medio negli Usa impiega circa 30 minuti, ecco un’ora in più che potrebbe essere potenzialmente destinata all’intrattenimento”, conclude Meyer. Prezzi più bassi e impegno alla sostenibilità da parte dei governi dovrebbero aumentare l’adozione e la vendita di auto a guida autonoma “dai 2 milioni di unità del 2020 ai 58 milioni entro il 2030, secondo le stime del settore. Sarebbero quindi molti gli occhi e le orecchie libere per lo streaming di film, podcast e musica nel prossimo decennio”.

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