Compagnie aeree, la riscossa in Borsa potrebbe essere vicina

Prima hanno patito il covid, poi il rincaro dei carburanti: ma la voglia di tornare a viaggiare e le valutazioni interessanti porrebbero le basi per la rimonta delle airlines

Durante gli anni della pandemia, pochi altri settori sono stati colpiti in Borsa come le compagnie aeree. E mentre il mondo, dopo lunga attesa, si stava riaffacciando alla riapertura, le incertezze della guerra hanno nuovamente colpito questo settore, trascinandolo con sé nel ribasso azionario di quest’anno. Ci sono ragioni per puntare su una rimonta delle airlines? Secondo Capital Group sarebbe proprio così. Ma, per prima cosa, partiamo dai numeri. 

Il confronto fra l’S&P 500 e l’indice settoriale americano Nyse Arca Airlines indica che da inizio anno al 23 maggio il comparto delle compagnie aeree ha sottoperformato di poco la media del mercato (con un calo del 18,17% contro uno del 17,1%). Se si allarga l’obiettivo agli ultimi 12 mesi, però, il confronto si fa più penalizzante per le società di volo, che hanno perso il 34,5% del loro valore contro il 5,3% dell’S&P 500. In Europa il paragone fra l’Euro Stoxx 600 e l’indice settoriale Stoxx Europe Total Market Airlines mostra una migliore performance relativa per quest’ultimo indice, con un calo del 6,38%, a fronte di un -11,59% (i dati sono estratti dalla seduta del 24 maggio, ancora aperta). Anche in Europa, però, negli ultimi 12 mesi le perdite delle compagnie aeree sono state assai più notevoli, con un rosso del 20,9%, di ben dieci volte più ampio rispetto a quello dell’indice di riferimento Stoxx 600 (-2,6%). 

L’aumento del costo dei carburanti dovuto alla crisi ucraina, più che raddoppiato da inizio anno, è stato un nuovo colpo per le compagnie aeree che vedono in questa componente la seconda maggiore voce di uscita per il proprio business, dopo il costo del lavoro.

Anche per questo, nonostante la debolezza dei mesi precedenti, le compagnie aeree non sono riuscite ad invertire la rotta ribassista sui listini borsistici. Almeno per adesso. Fino a poco prima che la guerra divampasse, le avvisaglie di un ritorno all’aereo per milioni di passeggeri nel mondo iniziavano a concretizzarsi. “La domanda si sta riaccendendo con la stessa rapidità con la quale si era spenta”, ha affermato Todd Saligman, analista azionario di Capital Group specializzato nel settore aerospaziale negli Stati Uniti e in Europa, “molte compagnie aeree statunitensi hanno dichiarato che marzo è stato il mese di prenotazioni più forte della storia, e anche in Europa stiamo assistendo a una tendenza simile. 

“Non siamo ancora tornati ai livelli pre-Covid, ma è solo una questione di tempo”, ha aggiunto Saligman, secondo il quale i viaggi sono un settore in crescita secolare in molti Paesi: “Solo il 20% circa della popolazione mondiale ha mai preso un aereo nella sua vita. C’è quindi un enorme spazio di crescita, soprattutto nei mercati emergenti come la Cina e l’India, dove la classe media sta crescendo e il trasporto aereo è ancora agli inizi”.

Con la stagione delle vacanze estive alle porte, afferma Capital Group, sorprese positive per i conti delle compagnie aeree potrebbero arrivare, nonostante “l’aumento dei costi dei carburanti, la mancanza di piloti e i minor numero di voli disponibili”. A questo scenario bisogna aggiungere che, a causa delle politiche restrittive della Cina sul contenimento dei nuovi contagi da covid-19, i traffico aereo asiatico volerà più basso rispetto a quello americano ed europeo. 

“Questi titoli continueranno probabilmente ad essere volatili, ma credo che i prossimi sei-dodici mesi potrebbero essere un periodo molto forte per le compagnie aeree, così come per le compagnie di crociera e altre società legate ai viaggi”, ha affermato Saligman. A sostenere questa visione sono alcuni segnali inviati di recente dalle stesse compagnie aeree, in vista delle seconde trimestrali del 2022: “La domanda è più forte di quanto abbia mai visto nella mia carriera”, ha dichiarato Scott Kirby, il ceo della United Airlines, “e questo è avvenuto ancor prima che i viaggi d’affari si fossero ripresi completamente”. 

Tornare ad esporre il portafoglio al settore del trasporto aereo è una mossa vulnerabile, tuttavia, al rischio che il conflitto armato in Ucraina possa estendersi su nuovi territori o spingere ulteriormente il costo dei carburanti. Questo scenario, che danneggerebbe sicuramente vari altri settori, scoraggerebbe un sereno ritorno ai voli e contribuirebbe ad aumentare i costi sostenuti dalle compagnie aeree. 

Volendo ragionare più a lungo termine, tuttavia, il portfolio manager di Capital Group Steve Watson ritiene che il comparto del trasporto aereo avrà il vento a favore. “Gli investitori dovrebbero concentrarsi meno sul tempismo con cui entrano nei mercati e più su come saranno i flussi di cassa e gli utili delle società sulle quali investono nei mesi e negli anni a venire”, ha affermato Watson, “anni fa si pensava che le teleconferenze avrebbero ucciso i viaggi d’affari, ma anche questo non è mai successo”. Anche per questo, si continuerà a volare.

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