Il 2022 sta volgendo al termine e, sicuramente, sarà un anno difficile da dimenticare. L’indice S&P 500 sta archiviando l’anno peggiore in più di una decade, visto che è sulla buona strada per raggiungere il rendimento annuo più basso dal 2008, con una performance a fine novembre di -15% da inizio anno. E anche le aspettative per l’imminente 2023 non sono particolarmente rosee per Wall Street, con il vento della recessione che spira sempre più forte Oltreoceano.
“Nonostante possa essere considerata la più forte al momento tra le economie dei paesi sviluppati, è comunque chiaro gli Stati Uniti si stiano dirigendo verso la recessione, appesantiti dall’alta inflazione e dal continuo aumento dei tassi di interesse”, evidenziano gli esperti di Capital Group. Quindi cosa aspettarci da Wall Street nel 2023?
Vento di recessione, ma non tutto è perduto
L’anno venturo sarà probabilmente contrassegnato dal segno negativo per l’economia a stelle e strisce. Jared Franz, economista di Capital Group, immagina che il Pil Usa si contrarrà di circa il 2%. Per rendere più chiaro questo numero, si tratterà molto probabilmente di una situazione più grave della cosiddetta “dot-com bubble”, quando dopo la corsa all’oro di fine anni ’90 per accaparrarsi una fetta del nuovo mercato tecnologico, il flusso di mercato si è fermato, portando per i primi anni del 2000 a un crollo del mercato azionario, ma sarà meno grave della crisi finanziaria che ha colpito tutto il mondo tra il 2008 e il 2009.
Nonostante questa premessa non sembri positiva, non tutto è perduto: nonostante l’elevata inflazione, la spesa al consumo, che sostiene l’economia americana, si è mantenuta solida: solo a settembre c’è stata una crescita dell’1,7% che ha superato le aspettative ferme all’1,4%.
Cosa aspettarsi dal mercato azionario?
Rimane vero che, come è normale che sia, la recessione spaventa, tuttavia bisogna trovare dei lati positivi, così da affrontarla al meglio. Per prima cosa “è importante ricordare – spiega Franz – che le recessioni sono inevitabili e necessarie per togliere dal mercato gli eccessi, preparando il terreno per una crescita futura”. Ma soprattutto, storicamente non durano molto tempo.
Analizzando gli 11 cicli che hanno attraversato l’economia americana dal 1950, emerge che i periodi di recessione non hanno mai superato i 18 mesi, assestandosi su una media di 10 mesi. E nonostante non sembri un periodo particolarmente breve, vi è anche un altro fattore che è bene considerare: il mercato azionario tende a riassestarsi ben prima che la recessione finisca, storicamente circa con sei mesi d’anticipo.
Insomma, sembrerebbe che nel 2022 i principali titoli azionari abbiano già toccato il fondo e da lì si potrà solamente ripartire.
Il consiglio di Franz è quindi quello di mantenere i propri investimenti: “Il guadagno maggiore è stato storicamente riscontrato subito dopo che il mercato aveva toccato il fondo, quindi aspettare ai lati finché l’economia non invertirà chiaramente la tendenza, non sembra una strategia raccomandabile”. Il mercato cambia rapidamente e non sempre offre segnali chiari al riguardo e i benefici che derivano dall’agire con perfetto tempismo sono molto alti. Basta considerare che in tutti i cicli analizzati dal 1950, il mercato rialzista ha segnato un ritorno medio del 256%, comparato a una perdita del 33% durante il mercato orso.