Scontro delle civiltà: dalla geopolitica al mercato

Mentre il conflitto in Medio Oriente si allarga, il mercato sembra mantenere i suoi ritmi di crescita, lasciando tranquilli gli investitori. Ma non preoccuparsi della situazione geopolitica fa veramente bene ai portafogli finanziari?

Nelle ultime settimane le prime pagine di molti quotidiani sono dedicate al conflitto in Medio Oriente o, per meglio dire, alle tensioni crescenti tra Israele e Iran, per la paura della possibile minaccia atomica del secondo. Ma, guardando al panorama geopolitico, la più recente escalation delle ostilità in Medio Oriente non è l’unica a preoccupare, infatti la guerra in Ucraina va avanti e diverse tensioni ribollono in altre parti del mondo, ancora di più in un anno elettorale come questo.

La geopolitica, da tematica di sfondo, occupa ora una posizione centrale, al punto da instaurare diverse preoccupazioni anche negli investitori. Ciò che preoccupa, però, non sono solo le tensioni attuali, ma quelle che potrebbe scoppiare nei prossimi mesi/anni, sembra infatti che la democrazia stia retrocedendo. Secondo il Democracy Index 2023, infatti, il mondo sembra entrato in una nuova epoca del conflitto, dove meno dell’8% della popolazione mondiale vive in una democrazia completa. Sembra che il futuro immaginato da Samuel Huntington in “Lo scontro delle civiltà” sia sempre più vicino.

Ora più che mai, il focus degli investitori è sulla gestione dei rischi, con l’obiettivo di centrare gli obiettivi di lungo periodo nonostante le incertezze politiche e sociali. Secondo Sonja Laud, CIO di Legal & General Investment Management, il segreto non è cercare di prevedere il futuro, ma arrivare preparati a qualunque scenario ci potremmo trovare di fronte.

Tensioni geopolitiche e incertezza dei mercati sono veramente correlati?

Non sorprende la preoccupazione crescente nel vivere in un momento così incerto, eppure sembra che gli investitori non siano stati particolarmente turbati dal recente risvolto del conflitto in Medio Oriente, con uno scontro diretto tra Israele e Iran. Questo perché lo stesso mercato sembra non essersi fatto trascinare in questo conflitto.
Infatti, spiega l’esperta, “sebbene i mercati abbiano iniziato a scontare un minor numero di tagli dei tassi d’interesse nel corso dell’anno, le valutazioni indicano ancora uno scenario ‘Goldilocks’, caratterizzato da una crescita solida e da un’inflazione che continua a convergere verso i target prefissati”.

Nonostante il conflitto in Medio Oriente e quello in Ucraina non sembra abbiamo in grande impatto sulla crescita globale, sottovalutare lo scoppio di nuove ostilità potrebbe essere molto rischioso. Infatti l’espansione del conflitto potrebbe scatenare un effetto a catena sull’inflazione e sulla politica monetaria, con implicazioni immediate per le aziende, i consumatori e gli asset più rischiosi.
Il divagante ottimismo sui mercati potrebbe essere più rischioso di una costante preoccupazione. Infatti, poco importa se si è poco esposti verso gli asset israeliani o le sanzioni rendono non investibili quelli iraniani, i problemi potrebbero essere ben più radicati.

Prepararsi, non prevedere

Come suggerisce Laud, cercare di prevedere il futuro non solo è quasi impossibile, ma potrebbe essere uno spreco di tempo. È bene prepararsi ai cambiamenti, così da essere pronti ad affrontare diverse situazioni, anche le meno piacevoli. Considerando le azioni intraprese dai governi e gli innumerevoli appuntamenti politici di quest’anno, le sorprese non mancheranno. Incertezza e cambiamento saranno le uniche due costanti sui cui gli investitori potranno contrare, non solo nei prossimi mesi, ma nei prossimi anni, con il mercato che si adatta ad un mondo multipolare.

In tale scenario, “riteniamo di dover adottare un posizionamento difensivo all’interno dei nostri portafogli multi-asset, andando anche a ridurre il rischio di credito all’interno delle nostre strategie attive e a reddito fisso. Inoltre, è più importante che mai dare importanza alla diversificazione, la quale consente di resistere meglio a una serie di scenari economici negativi e di mitigare l’impatto di ogni singolo evento di mercato”, conclude l’esperta.

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