Portafogli a prova di recessione: il ruolo delle strategie alternative

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L’inflazione si sta dimostrando più persistente del previsto e il rischio di una recessione continua ad aleggiare tra i portafogli. Sushil Wadhwani, cio di PGIM Wadhwani, spiega come mettere in campo più strategie può giovare non poco

L’inflazione ha dettato legge negli ultimi due anni e, probabilmente, la situazione non cambierà molto presto. Se ormai sono chiari i motivi per cui l’inflazione è cresciuta così rapidamente – tra il blocco delle catene di approvvigionamento con la pandemia e l’aumento dei costi delle materie prime causato dal conflitto tra Russia e Ucraina, passando anche per il pacchetto fiscale annunciato dall’allora neo presidente Biden – non è invece chiaro quanto questa situazione potrà andare avanti. L’unica certezza è che si tratta di un fenomeno ben più persistente di quello che si potesse inizialmente immaginare.

Inflazione persistente

I numeri degli ultimi mesi evidenziano chiaramente che l’inflazione si sta lentamente abbassando. I prezzi di molti beni di consumo, che erano cresciuti fortemente dopo l’invasione dell’Ucraina, ora si stanno abbassando e quindi, in termini di pura aritmetica, il tasso di inflazione globale è notevolmente più basso. Ma quello che deve preoccupare è ciò che accadrà tra il 2024 e il 2025.

Sushil Wadhwani, chief investment officer di PGIM Wadhwani, ritiene che sarà determinante vedere a che velocità l’inflazione riuscirà a riavvicinarsi al target del 2%. Le prospettive sono abbastanza diverse tra le principali economie mondiali. Negli Stati Uniti in particolare la situazione è incerta: lo scenario preferito indicato dalla Federal Reserve rimane quello di un atterraggio morbido dell’economia, ma la maggior parte degli investitori ritiene che una recessione sia inevitabile, quindi la domanda non sarebbe se ci sarà, bensì quando e di che entità. L’economia statunitense sta infatti crescendo con un tasso molto basso, nel primo trimestre il Pil è infatti cresciuto solo dell’1,3%, rispetto al 2,6% indicato nel trimestre precedente, e questo la rende vulnerabile a possibili shock, come quello che a marzo ha attraversato il settore bancario. 

 Wadhwani ha selezionato due possibili scenari in cui gli Stati Uniti sarebbero investiti da una recessione:

  • Nel primo caso si potrebbe parlare di una recessione rapida, causata dallo stress finanziario, che causerebbe non pochi problemi al comparto equity, spingendo al ribasso i rendimenti dei portafogli 60/40.
  • Nel secondo caso la recessione potrebbe arrivare nel 2024 e sarebbe causata direttamente dalle decisioni della Fed. L’esperto spiega che se la Fed decidesse di non alzare ulteriormente i tassi di interesse, questo potrebbe causare danni ben più gravi nel giro di pochi mesi, infatti nel caso in cui l’inflazione continui ad essere troppo alta, la Fed dovrà iniziare di nuovo ad alzare i tassi, stravolgendo il mercato. In questo caso si tratterebbe di una recessione ben più duratura e colpirebbe sia il comparto azionario, che quello obbligazionario.

Aria di recessione, come proteggere il portafoglio?

Il 2022 è un esempio classico dell’impatto che il crollo dell’azionario e dell’obbligazionario potrebbero avere sui portafogli degli investitori, ma non serve fasciarsi la testa con anticipo.
Wadhwani è convinto che aggiungendo alcune strategie alternative alle proprie asset class, i portafogli potranno resistere anche davanti ad un hard landing dell’economia. Da solo il portafoglio 60/40 non offre abbastanza diversificazione, ma considerare anche strategie macro e di trend-following potrebbe permettere di rimanere in equilibrio anche in momenti in cui il mercato è altamente incerto.

“Alla fine lo scorso anno un portafoglio 60/40 ha segnato un pesante -15%, mentre un portafoglio trend following è salito di oltre il 15%, quindi una diversificazione di grande valore”, argomenta il cio di PGIM Wadhwani.

L’esperto parla di queste strategie come se fossero una forma di assicurazione relativamente priva di costi: infatti performano bene quando i portafogli classici vanno a fondo, ma anche nel caso di un atterraggio morbido, senza recessione, è abbastanza probabile che segnino comunque un rendimento positivo.

Diversificare su più strategie

Se le strategie di trend-following sono fondamentali per tenere a galla il portafoglio, non sono infallibili in caso di repentini cambi di regime nell’economia. Proprio per questo, il consiglio è quello di integrare diverse strategie e non puntare unicamente su una sola. Sono 70 anni che PGIM sfrutta tutti i segnali che ha a disposizione, dall’analisi macro, a quella del sentiment degli investitori, passando per uno studio intermarket, sul carry e sul value, per prevedere i movimenti del mercato. “Nel caso in cui il mercato vada bene queste strategie possono sembrare poco utili e anzi far perdere valore al portafoglio, ma prendendo in considerazione l’intero track record permettono di incrementare in modo significativo lo sharp-ratio. In questo senso, sono stati incredibilmente preziosi per noi”.

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