Mercati: Page (T. Rowe Price), come cogliere opportunità ed evitare errori

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Per superare l’incertezza che continuerà a caratterizzare i prossimi mesi del 2023 c’è una ricetta tanto semplice quanto efficace: “stay invested, stay diversified”. Ecco le previsioni di Sébastien Page, CFA, Head of Global Multi‐Asset e CIO di T. Rowe Price per il secondo semestre

L’incertezza continuerà a essere il leitmotiv anche nel secondo semestre del 2023 e per superarla occorreranno resilienza e diversificazione. Non lascia spazio all’interpretazione il messaggio che Sébastien Page, CFA, Head of Global Multi‐Asset e CIO di T. Rowe Price rivolge agli investitori, chiarendo che i dati macro rimangono difficili da decifrare e che la volatilità è destinata ad accentuarsi nuovamente, in particolare per quanto riguarda i tassi di interesse.

“Se le economie e i mercati siano in grado o meno di continuare a smentire le previsioni più pessimiste nella seconda metà dell’anno è una domanda aperta. L’analisi dei dati macroeconomici ci restituisce un quadro ‘stravagante’: molti indicatori economici mandano segnali di allarme, ma il persistere di distorsioni figlie della pandemia rende difficile distinguere il segnale nel rumore e le informazioni utili dai dati senza significato”, spiega l’esperto della casa di gestione di Baltimora.

Inflazione e tassi di interessi ancora sotto i riflettori

Sebbene la crisi del sistema bancario statunitense sembri essere sotto controllo, gli effetti sulle condizioni di finanziamento potrebbero manifestarsi più avanti. Inoltre, la risoluzione del braccio di ferro al Congresso sull’aumento del tetto del debito potrebbe ulteriormente limitare la liquidità del mercato nel secondo semestre, poiché il Tesoro USA dovrà ricostruire le riserve prosciugate dalla Federal Reserve. La limitata disoccupazione potrebbe sostenere la domanda dei consumatori, con effetti positivi per le casse delle aziende e negativi rispetto all’inflazione e i tassi di interesse.

Secondo l’esperto, i tassi di interesse si manterranno su livelli elevati più a lungo di quanto inizialmente previsto sei mesi fa, mentre resta difficile identificare quando le banche centrali del Blocco Atlantico arresteranno il rialzo dei tassi. A livello globale, il persistere di pressioni inflative resta infatti il primario ostacolo globale all’ammorbidimento delle politiche monetarie. “L’inflazione negli Stati Uniti dovrebbe attestarsi intorno al 3%, forse anche al 4% per un certo periodo – spiega Page – un livello doppio rispetto all’obiettivo della Federal Reserve. Tutt’altra musica nel paese del Sol Levante, dove la Banca centrale si è mostrata molto accomodante e la reflazione è stata salutata positivamente. Quest’ultima, tuttavia, potrebbe portare la Bank of Japan a interrompere il controllo dei tassi sui bond a lunga scadenza, con conseguenze negative per i mercati obbligazionari globali”.

Obbligazionario, parola d’ordine prudenza

Sebbene i rendimenti siano tornati interessanti dopo quasi due decenni di risultati prossimi allo zero, l’invertirsi della curva dei rendimenti deve spingere gli investitori alla cautela prima di investire aggressivamente sulle obbligazioni statunitensi a lungo termine. Interessanti risultano anche essere le emissioni societarie high yield globali: il rialzo dei rendimenti, infatti, continua a offrire opportunità significative nel credito high yield che, con tassi dell’8-10% e spread vicini alla media dei dieci anni, risultano attraenti in qualsiasi scenario, salvo quello di una dura recessione globale”. Infine, le obbligazioni dei mercati emergenti in valuta locale potrebbero essere una scelta interessante, poiché alcune banche centrali locali stanno considerando tagli dei tassi, offrendo opportunità di apprezzamento del capitale in quei mercati.

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Azionario USA ancora in crisi, ma s’intravedono opportunità

Secondo l’esperto di T. Rowe Price, valutazioni più convenienti e un deprezzamento del dollaro potrebbero rendere attraenti i mercati azionari globali extra-USA.

“Se le stime di crescita degli utili societari sono state riviste al ribasso fino a oggi, queste potrebbero dover essere ulteriormente tagliate nel secondo semestre. Nonostante questo ci sono ancora opportunità sul mercato e intravediamo potenziale soprattutto nelle piccole capitalizzazioni statunitensi, che hanno valutazioni attraenti. Le grandi aziende tecnologiche, nonostante il recente rally, rimangono interessanti, poiché continueranno a beneficiare degli sviluppi nell’intelligenza artificiale e nel lungo periodo saranno le uniche a disporre delle risorse necessarie per sviluppare nuovi prodotti e servizi che le integrino”.

Per quanto riguarda le opportunità extra-USA, il miglioramento della corporate governance e dell’allocazione del capitale delle aziende giapponesi, potrebbe sostenere il mercato azionario di Tokyo. La view è positiva anche per l’azionario cinese sebbene i problemi economici strutturali e, in particolar modo, i rischi geopolitici e le tensioni con gli USA non possono essere trascurati.

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