Italia, soprattutto gli Hnwi hanno accatastato liquidità nel 2021

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Bankitalia: per i conti sopra i 250mila euro l’incremento è stato dell’8% nel Nord Est e Centro Italia

Le famiglie italiane hanno continuato ad accumulare liquidità sui conti nella prima metà del 2021, ma non più per i conti di calibro inferiore ai 12.500 euro

Ad accelerare di più nel 2021, rispetto a quanto osservato nel 2020, sono i depositi sopra i 250mila euro, ha affermato Bankitalia nel suo ultimo rapporto sulle economie regionali

Nel frattempo, le compravendite immobiliari hanno ripreso a tutta forza: mai così numerose da almeno dieci anni

Per la gran parte delle famiglie italiane l’accumulo di nuova liquidità nei depositi bancari e postali è proseguita nel primo semestre del 2021. All’interno del dato generale, però, si osservano dinamiche differenti a seconda dell’entità dei depositi in questione.

Il trend di accumulo è addirittura accelerato, rispetto a quanto osservato nel 2020, per i conti superiori ai 250mila euro (che rappresentano circa l’1% del totale). Nel Nord Est e nel Centro Italia, in particolare, la crescita dei depositi di questo calibro è passata dal +2% del 2020 al +8% del primo semestre 2021 (rispetto ai 12 mesi precedenti per entrambi i casi). Per i conti più modesti, entro 12.500 euro, l’eccezionale annata del 2020 ha esaurito i suoi effetti: al Sud (dove questi conti rappresentano il 14% del totale) l’incremento è passato dal +8% circa osservato nel 2020 a una variazione pressoché nulla nei 12 mesi al giugno 2021.

Per il grosso dei depositi italiani, compresi fra i 12.500 e i 250mila euro, la prima metà del 2021 è stata contraddistinta da un sostenuto aumento della liquidità, superiore al 6% in tutte le macro aree italiane.

E’ questo lo stato dell’arte della ricchezza delle famiglie italiane, secondo le ultime rilevazioni pubblicate dalla Banca d’Italia, nel suo ultimo rapporto “Economie Regionali”.

Per quanto riguarda le fasce più abbienti della popolazione italiana, l’incremento della liquidità sui conti nel 2021, in aumento rispetto all’anno del Covid-19 così come all’era pre-pandemia potrebbe suggerire una maggiore correlazione, in questa categoria, fra le sorti dell’economia e l’accumulazione di liquidità. Mentre per la gran parte degli italiani la rinuncia forzata ai consumi ha, in proporzione, aumentato di molto l’accumulo del risparmio, per l’1% più facoltoso è probabilmente più importante l’andamento del proprio business.

A livello macroeconomico, l’accumulazione della liquidità per le famiglie italiane offre un buon auspicio per i prossimi mesi: con la normalizzazione post-covid potrebbe accompagnarsi una robusta ripresa dei consumi, la componente principale del Pil. “L’andamento dei depositi suggerisce che gli effetti economici dell’epidemia non hanno eroso le riserve di liquidità del complesso delle famiglie, grazie anche all’accresciuta propensione al risparmio e alle misure pubbliche di sostegno”, ha scritto Bankitalia, “le risorse accumulate potrebbero sostenere i consumi nella fase di ripresa e il servizio del debito al progressivo esaurirsi delle moratorie sui finanziamenti”.

Inoltre, “nel corso del 2020 la quota delle famiglie italiane con scarsa liquidità sarebbe diminuita rispetto alla vigilia della crisi da Covid-19”, con una conseguente riduzione dell’indice di disuguaglianza Gini, che ovunque si è mantenuto più basso, rispetto al pre-Covid, anche quest’anno.

Il dato complessivo piuttosto rassicurante sulla liquidità delle famiglie nasconde, tuttavia, l’impatto “molto eterogeneo” che la crisi Covid ha avuto sulle famiglie italiane. “Secondo i risultati dell’indagine ISF condotta ad aprile di quest’anno, in tutte le macroaree circa un terzo delle famiglie intervistate ha dichiarato di avere subito un calo della ricchezza finanziaria lorda nel 2020”, ha ricordato Bankitalia, precisando come il maggiore impatto si si sia verificato tra i nuclei con capofamiglia occupato nei settori alberghiero, del commercio e della ristorazione. La crisi ha colpito la ricchezza di molti, ma per la maggioranza degli italiani il calo dei consumi si è tradotto in maggiore liquidità disponibile.

La ricchezza immobiliare

Secondo gli ultimi dati Bankitalia, “la ricchezza reale, prevalentemente costituita dalle abitazioni, rappresenta una quota consistente della ricchezza totale lorda delle famiglie, compresa tra il 52,2% nel Nord Ovest e il 64,1% nel Mezzogiorno”.

Il mercato immobiliare si è decisamente sbloccato dopo la fase acuta della pandemia, nella prima parte del 2021, con un ritmo di compravendite ai massimi da almeno dieci anni – con un incremento al giugno di quest’anno del 52,1% Nord Est e del 61,6 nel Mezzogiorno. L’impatto positivo sui prezzi degli immobili è stato più visibile al Sud e nel Nord Est, ma senza scossoni eclatanti.

Gli articoli pubblicati sono stati realizzati da giornalisti e contributors di We Wealth e vengono forniti a Poste Premium a scopo informativo.


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