Inflazione Ue in chiaroscuro, cosa cambia per Bce e portafogli

5 MIN

L’inflazione generale dell’Eurozona scende oltre le attese al 6,9% a marzo, ai minimi da un anno, ma l’inflazione di fondo accelera ancora

Escludendo le componenti più volatili (alimenti, tabacchi ed energia) il tasso d’inflazione è aumentato dell’1,2% rispetto a febbraio (in accelerazione dal +0,8% di febbraio), con un tasso annuo del 5,7% (in aumento dal 5,6% registrato a febbraio)

Nel frattempo, il tasso di disoccupazione nell’Eurozona si è mantenuto sul minimo storico dall’inizio della moneta unica al 6,6% a febbraio, indicando una forza contrattuale ancora forte per i lavoratori che potrebbe favorire ulteriori spinte inflazionistiche di fondo

La Banca centrale europea non potrà trarre facili conclusioni dalla pur evidente contrazione dell’inflazione nell’Eurozona, che su base mensile è cresciuta ancora, in particolare nella sua componente di fondo – quella slegata dai beni e servizi dal costo più volatile e su cui Francoforte sta concentrando la sua attenzione. 

A marzo il tasso annuo dell’inflazione si è ridotto dall’8,5% al 6,9%, oltre le attese degli economisti (7,1%) grazie soprattutto a costi energetici più bassi oggi dello 0,9% rispetto a un anno fa, quando già si sentivano le ripercussioni dell’invasione russa in Ucraina. Rispetto allo scorso febbraio, gli abitanti dell’Eurozona hanno pagato lo 0,9% in più per la media di beni e servizi, contro un incremento mensile dello 0,8% registrato a febbraio. I maggiori rincari si sono osservati sui beni industriali non energetici (+2,4%), ma tutte le voci principali del paniere sono diventate più costose rispetto al mese precedente, con l’unica eccezione dell’energia.

L’inflazione di fondo accelera ancora

Escludendo le componenti più volatili (alimenti, tabacchi ed energia) il tasso d’inflazione è aumentato dell’1,2% rispetto a febbraio (in accelerazione dal +0,8% di febbraio), con un tasso annuo del 5,7% (in aumento dal 5,6% registrato a febbraio). L’inflazione di fondo ha, dunque, allungato ulteriormente il passo nel confronto mensile, offrendo poco sollievo al board Bce. Fra le notizie più positive c’è il rallentamento della crescita dei prezzi dei servizi, il cui tasso mensile è passato da +0,9% a +0,6% con un tasso annuo al 5% (i servizi sono considerati importanti per valutare la pressione degli aumenti salariali sui prezzi applicati alla clientela).

Nel frattempo, il tasso di disoccupazione nell’Eurozona si è mantenuto sul minimo storico dall’inizio della moneta unica al 6,6% a febbraio, indicando una forza contrattuale ancora forte per i lavoratori che potrebbe favorire ulteriori spinte inflazionistiche di fondo.

Un’inflazione che non fa cantar vittoria alla Bce

La Banca centrale europea, nella sua riunione di marzo, aveva anticipato che il suo approccio sarebbe rimasto dipendente dai dati nel determinare l’orientamento delle sue future decisioni. Il messaggio era apparso meno “falco” rispetto alla precedente riunione, complici le tensioni sul settore bancario innescate negli Stati Uniti proprio da una cattiva gestione del rischio tassi sul portafoglio obbligazionario delle banche regionali.

Il quadro macroeconomico emerso dai nuovi dati non sembra autorizzare una particolare frenata sui prossimi rialzi dei tassi: la diminuzione dei costi energetici non si sta accompagnando a un rallentamento nell’aumento dei prezzi di beni e servizi di fondo, i cui costi difficilmente arretrano dopo essere aumentati. 


“Notizie contrastanti sull’inflazione dell’Eurozona a marzo”, ha commentato l’economista e consigliere di Allianz, Mohamed el-Erian, “sospetto che la Bce ne trarrà un conforto limitato e, pertanto, è improbabile che modifichi l’attuale percorso dei tassi di interesse, almeno per ora.

“L’inflazione complessiva è stata trainata al ribasso dall’energia (effetto base), ma i prezzi dei prodotti alimentari sono ancora in aumento”, ha dichiarato l’economista senior di Oxford Economics, Daniel Kral, “la Bce non ha finito con i rialzi [dei tassi]“.

I mercati stanno valutando un rialzo di 25 punti base come quasi certo e potremmo vedere le aspettative di 50 punti base aumentare da qui in avanti se i dati non dovessero migliorare”, ha commentato il senior market analyst di Oanda, Craig Erlam, “naturalmente, le recenti turbolenze nelle banche forniscono un forte argomento contro i 50 punti base e potrebbero rivelarsi sufficienti per porre rapidamente fine al dibattito”.

“Nelle ultime stime pubblicate nel meeting dell’istituto di Francoforte a marzo gli esperti della Bce prevedevano una inflazione core al 4,6% per il 2023 e siamo ampiamente al di sopra del target. Al momento crediamo che sia difficile ipotizzare che la Bce possa prendersi una pausa nella lotta contro le pressioni inflazionistiche”, ha affermato il senior market strategist di IG Italia, Filippo Diodovich, “ci aspettiamo una Bce che possa nuovamente alzare il costo del denaro anche nella riunione di maggio. I prossimi dati macro pubblicati in Eurozona ci indicheranno se il rialzo sarà di 25 o 50 punti base”.

L’indice azionario Euro Stoxx 600 procede in moderato rialzo dello 0,25% in seguito alla pubblicazione dei dati, mentre il rendimento del Bund tedesco decennale si è ridotto marginalmente – reazioni contenute che indicano poco sollievo, nonostante il dato generale sull’inflazione annua appaia notevolmente migliorato. 

Con questi sviluppi il portafoglio degli investitori probabilmente resterà in attesa di nuove indicazioni macroeconomiche o dichiarazioni dei membri del board Bce. Un’eventuale segnale di tipo accomodante potrebbe essere ricevuto con sollievo sui mercati azionari e obbligazionari, almeno nell’immediato. Difficilmente però ci si arriverà senza chiari sintomi di rallentamento dell’inflazione di fondo, dell’occupazione e dell’attività economica.

 

L’inflazione in Italia

Nel frattempo in Italia, l’indice dei prezzi Nic è arretrato al 7,7% a marzo, “guidato dalla dinamica dei prezzi dei Beni Energetici”, mentre “continuano, di contro, le tensioni al rialzo dei prezzi nel comparto dei Beni alimentari non lavorati, dei Tabacchi e dei Servizi, che portano a una nuova accelerazione dell’inflazione di fondo (salita a +6,4%)”, ha comunicato l’Istat, “la cui dinamica tuttavia sembra perdere lo slancio che aveva contraddistinto i mesi precedenti”

Il “carrello della spesa” continua a costare il 12,7% in più rispetto all’anno scorso per le famiglie italiane.

 

Gli articoli pubblicati sono stati realizzati da giornalisti e contributors di We Wealth e vengono forniti a Poste Premium a scopo informativo.


LEAD – APPROFONDIMENTO

header { min-height: 50px!important; }

@media (max-width: 640px)
header {
min-height: 10px!important;
}


.article-enterprise-link {
visibility: hidden;
border-bottom: none!important;
}
.article-paragraph a {
border-bottom: none!important;
}

Fai rendere di più la tua liquidità e il tuo patrimonio. Un’opportunità unica e utile ti aspetta gratuitamente.

Compila il form ed entra in contatto gratuitamente e senza impegno con l’advisor giusto per te grazie a YourAdvisor.

Articoli correlati