IA, biotech e investimenti: la prudenza è la virtù dei forti

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L’hype scatenato dai progressi dell’intelligenza artificiale investe anche il settore farmaceutico, che potrebbe essere all’alba di una nuova rivoluzione. Ma oltre l’entusiasmo non può mancare la prudenza, soprattutto quando si tengono in conto i ritmi fisiologici del biotech. Vediamo perchè con gli esperti di Janus Henderson Investors

Il futuro del settore farmaceutico potrebbe presto poggiare sull’intelligenza artificiale. Che si tratti della produzione di un nuovo farmaco o della messa a punto di nuovi cicli terapeutici, le possibili applicazioni future dell’intelligenza artificiale (IA) ai processi del comparto biotecnologico hanno suscitato grande entusiasmo tra gli investitori. Tuttavia, come spesso accade all’alba di una nuova rivoluzione tecnologica, muoversi con la dovuta cautela potrebbe essere la chiave per evitare potenziali rischi e massimizzare le opportunità. 

“Il processo di sviluppo dei farmaci – commentano Andy Acker e Agustin Mohedas, gestori di portafoglio di Janus Henderson Investors – è infatti un percorso lungo e complesso e, nel breve termine, solo alcune sue fasi potrebbero beneficiare solo in misura limitata dell’IA. Ecco perché gli investitori dovrebbero mantenere una prospettiva di lungo periodo e concentrarsi su ciò che conta di più quando si parla di valore per le aziende biotecnologiche: prodotti approvati supportati da dati clinici”. Vediamo nel dettaglio l’analisi degli esperti della casa di gestione angloamericana.

IA e Biotech: il quadro della situazione

L’IA è attualmente utilizzata in diversi rami del settore biotech e sta già mostrando segnali incoraggianti riguardo al suo potenziale futuro. Un esempio è sotto gli occhi di tutti: “i vaccini a mRNA utilizzati contro il COVID-19 – illustra Acker – sono stati sviluppati in tempi record grazie all’impiego di algoritmi di IA avanzati. Questi hanno facilitato la progettazione dell’mRNA sintetico, l’identificazione di bersagli farmacologici/vaccinali e l’automazione dei controlli di qualità”. Ma l’IA sta anche mostrando la sua utilità nella lotta contro i tumori. “Grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale – spiega Mohedas – si è reso più rilevare il cancro al seno invasivo attraverso l’uso di imaging tridimensionale. Inoltre, la Food and Drug Administration ha assistito ad un aumento del numero di farmaci presentati realizzati grazie a tecnologie di IA, e si aspetta che ciò continui anche in futuro”.

Si all’entusiasmo, ma attenzione alle caratteristiche del biotech

Nonostante l’apparente accelerazione delle scoperte mediche grazie all’IA, occorre mantenere una prospettiva realistica sulle modalità e le tempistiche con cui quest’ultima si tradurrà in opportunità per gli investitori del settore farmaceutico. “Tali progressi – commenta Acker – sono infatti il risultato di processi ricerca e sviluppo approfonditi, nei quali l’IA gioca un ruolo di supporto. Un esempio tangibile è il vaccino a mRNA anti COVID-19 realizzato da Moderna, la quale era già da anni che stava dedicando tempo e risorse al perfezionamento di mRNA sintetici, nonché alla raccolta e all’analisi dei dati necessari per combattere i coronavirus. Inoltre, alcune fasi fondamentali nello sviluppo dei farmaci, come i trial clinici di fase 1, 2 e 3 che testano l’efficacia e la sicurezza sui pazienti, così come le procedure regolatorie e di revisione, richiedono molto tempo e sarà difficile che l’IA possa comportare una modifica drastica del processo”.

Nonostante le possibili applicazioni dell’IA costituiscano un innegabile passo in avanti per le tecnologie biotech, potrebbero essere necessari molti anni prima che tali innovazioni si traduca in nuove terapie da introdurre sul mercato. “Siamo convinti che valutare con cautela le opportunità legate all’IA nel settore biotech resti fondamentale. È importante sottolineare, infatti, che i progressi più tangibili sono stati realizzati nella fase preclinica in particolare grazie strumenti e ai metodi computazionali migliorati. Le migliori aziende biotecnologiche stanno approfittando di tali strumenti, trarne benefici e progredire” spiega Acker.

La prudenza è la miglior virtù

Ciò detto, l’IA svolgerà un ruolo importante nel futuro della biotecnologia, accelerando la scoperta di farmaci e facilitando lo sviluppo di trattamenti sempre più efficaci e mirati per i pazienti. “Il valore delle aziende che si trovano dietro questa tecnologia -aggiunge Mohedas – dipenderà tuttavia da quello dei prodotti che essa contribuirà a sviluppare. Come accade per ogni farmaco, tuttavia, occorrerà raccogliere un’ingente quantità di dati clinici, un processo che richiederà ancora diversi anni prima di potersi dire completo. Fino a quando tali dati non saranno disponibili, è necessario affrontare l’interazione tra IA e settore biotech con prudenza”.

Mantenere una prospettiva realistica è fondamentale, concentrandosi sull’importanza dei prodotti approvati e supportati da dati clinici per valutare il valore delle aziende biotecnologiche. L’IA può essere una forza abilitante, ma gli investitori dovrebbero valutare attentamente le potenzialità e i tempi di implementazione. Il progresso è possibile, ma richiede un approccio equilibrato tra l’entusiasmo per l’IA e la valutazione dei dati clinici. Solo attraverso tale approccio si potranno cogliere le reali opportunità che l’IA offre nel settore biotech.

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