Elezioni USA 2024 e geopolitica: due settori osservati speciali

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Le elezioni statunitensi saranno un catalyst anche per i mercati, anche alla luce delle possibili implicazioni a livello geopolitico. Capital Group analizza i settori potenzialmente più sensibili

Le elezioni statunitensi 2024 saranno un evento politico centrale, ancora di più alla luce della alta tensione geopolitica a cui stiamo assistendo. Chi occuperà lo Studio Ovale deciderà il posizionamento sia sulla guerra tra Russia-Ucraina sia sullo scontro tra Cina e Stati Uniti.

Alle sessantesime elezioni presidenziali statunitensi manca ancora un anno e mezzo, ma dal prossimo 3 febbraio si passerà già dalle urne per le primarie. La sfida elettorale è sempre più vicina e i suoi effetti saranno ben lontani dall’essere solo politici. Se guardando verso i repubblicani sembra non passare un filo di vento, con il presidente Joe Biden che ha già annunciato la sua ricandidatura, senza nessuno sfidante da temere veramente, almeno per ora, con Marianne Williamson, che già nel 2020 non aveva ottenuto alcun successo e Robert F. Kennedy jr, nipote di JFK, che mescola la politica no vax con quella complottistica. Il lato repubblicano è invece in pieno fermento, dall’ex presidente Donald Trump sempre più invischiato in guai giudiziari, ma che continua a mantenere uno zoccolo resistente di sostenitori fedeli, passando per il governatore della Florida Ron DeSantis, l’ex vice di Trump Mike Pence, Chris Christie, Doug Burgum e una lista molto frammentata che continua ad allungarsi.

E’ ancora presto per fare previsioni puntuali, ma secondo Capital Group una certezza c’è: anche questa volta l’ultima parola sarà in mano agliswing states’, ovvero quelli stati che durante le elezioni del 2016 e del 2020 hanno optato per partiti differenti.

Tra geopolitica e politica

Il rapporto tra Stati Uniti e Cina è una relazione fatta di tira e molla, di momenti di tranquillità alternati con altri più tesi, proprio come quello in cui ci si trova oggi. Non importa chi sarà il futuro presidente, una cosa rimane certa: “Un decoupling completo è impossibile, considerando l’entità e l’interconnessione tra le due economie, ma ci sono alcune aree in particolare che gli USA intendono limitare. Tra queste spiccano i semiconduttori e le tecnologie militari e di sorveglianza”, sottolinea Andy Budden, Investment Director di Capital Group. Proprio per questo Washington ha deciso di optare per un pugno di ferro, che vanta un supporto bipartisan. Il primo passo è stato bloccare la vendita di semiconduttori realizzati con tecnologia americana al Dragone, impedendo anche ai cittadini statunitensi di lavorare con i produttori di chip cinesi senza un’autorizzazione esplicita. Il prossimo sarà quello di espandere ancora di più queste restrizioni, bloccando gli investimenti di aziende statunitensi in intelligenza artificiale, 5G e quantum computing made in China.

Tra geopolitica e investimenti

Come dovrebbe essere ormai chiaro agli investitori, il rischio geopolitico non è più ignorabile quando si crea il proprio portafoglio, quindi non considerare i possibili risvolti delle elezioni statunitensi potrebbe essere un errore. Se fino a qualche anno fa gli investitori hanno beneficiato di un contesto politico relativamente stabile, ora la situazione è cambiata e analizzare i venti politici è diventato imprescindibile.
I settori che potrebbero essere più sensibili ai risultati delle elezioni saranno quello dei semiconduttori e della sanità. Il primo comparto è in rapida crescita: TSMS, Samsung e Intel, le tre principali società produttrici di semiconduttori al mondo, hanno già annunciato piani per investire oltre 300 miliardi di dollari nei prossimi anni. Se con Biden sono stati approvati lo US CHIPS e il Science Act, il futuro presidente potrebbe decidere di proseguire sulla stessa strada o cambiare marcia. Sicuramente però, se si continuerà ad escludere la Cina, alcune società diverse potrebbero beneficiarne, come l’olandese AMLS, specializzata nello sviluppo e nella fabbricazione di macchine d’avanguardia per la litografia ultravioletta estrema, necessarie nella produzione di semiconduttori.

Anche il settore sanitario continua a crescere, trovandosi ora in un’età dell’oro per la scoperta di nuovi farmaci, da quelli per curare l’obesità, a quelli preventivi per la demenza. Negli Stati Uniti la sanità è privata e, ad oggi, il Medicare copre solo le persone over 65, una nuova presidenza potrebbe cambiare la situazione. Il 29,5% della popolazione statunitense è affetta da obesità e ha più di 65 anni, se l’assicurazione coprisse anche i farmaci per curare l’obesità, il mercato crescerebbe ancora più rapidamente.

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