Vince la giustizia o il diritto? Il caso del Pissarro trafugato finito in Spagna

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L’opera Rue St. Honoré, après midi, effet de pluie di Camille Pissarro è stato rubato dai nazisti alla famiglia del mercante ebreo tedesco Paul Cassirer e finito tramite diverse acquisizioni nella collezione del museo Thyssen-Bornemisza di Madrid. Gli eredi Cassirer, accortisi del dipinto, hanno rivendicato la proprietà del quadro davanti a un giudice californiano sostenendo che lo stesso fosse stato sottratto illegalmente. La Spagna, tuttavia, si è rifiutata di restituire l’opera

Prologo

Cinque anni fa ci siamo occupati di un caso di looted art sul quale si era espressa la US District Court californiana. Il caso riguardava un quadro di Camille Pissarro (1830-1903), Rue St. Honoré, après midi, effet de pluie, già di proprietà del mercante tedesco ebreo Paul Cassirer, trasferito per successione a Lilly Cassirer Neubauer e rubato dai nazisti nel 1939. L’opera fu venduta a un’asta a Berlino nel 1943 ed acquistata, dopo alcuni passaggi di proprietà, nel 1976 dal Barone Thyssen-Bornemisza che la conservò insieme alla sua collezione a Lugano. Il quadro fu quindi prima prestato e poi venduto al Regno di Spagna nel 1993 insieme alla collezione del Barone per circa 350 milioni di dollari con vincolo di custodia presso il museo Thyssen-Bornemisza. Il retro del quadro aveva conservato frammenti di etichette, una delle quali indicava il passaggio dalla Galleria Cassirer. Gli eredi Cassirer hanno rivendicato la proprietà del quadro davanti al giudice californiano sostenendo che lo stesso fosse stato sottratto illegalmente dai nazisti alla loro famiglia. Il Regno di Spagna ha sostenuto che in base alla legge spagnola il proprio titolo di proprietà fosse inattaccabile perché il quadro era rimasto pubblicamente fruibile per tre anni prima che gli eredi promuovessero la causa e questo fatto in base alla legge spagnola costituiva un legittimo titolo di acquisto. La domanda fondamentale affrontata dai giudici californiani è la seguente: se la legge californiana conduce a un risultato opposto e quella spagnola sulla tema della proprietà del quadro, quale la legge deve applicare il giudice americano ? A seguito di rinvio della Corte Suprema, la quale decise nel 2022 che il conflitto tra le leggi dovesse essere risolto in base ai criteri previsti dalla legge della California, il giudice d’appello federale della California ha deciso che il caso debba essere deciso dalla legge spagnola. E in base a questa legge il dipinto resta di proprietà del Museo Thyssen-Bornemisza, malgrado sia stato rubato alla famiglia Cassirer dai nazisti.

Camille Pissarro, Rue St. Honoré, après midi, effet de pluie (1898)

Giuseppe Calabi, avvocato

Secondo David Cassirer, rappresentante dell’eredità Cassirer, la disputa su chi sia il proprietario del dipinto dovrebbe essere regolata dalla legge della California, luogo dove suo padre Claude risiedeva dal 1980 fino alla sua morte nel 2010, ed in base a quella legge l’opera gli dovrebbe essere restituita in quanto rubata alla sua famiglia durante in nazismo. Claude “scoprì” che il quadro, dato per disperso era nel possesso del Museo solo nel 2000. La nonna Lilly aveva peraltro ricevuto nel 1958 un indennizzo dalla Germania di 250.000 dollari (valuta odierna). Claude iniziò la causa contro il Museo nel 2005, ossia dopo cinque anni dalla scoperta. La legge californiana stabilisce che il diritto di rivendicare la proprietà di un’opera rubata si prescrive al decorso di sei anni dalla scoperta dell’opera rubata. Viceversa, qualora la legge applicabile sia quella spagnola (art. 1955 del codice civile), il Museo dovrebbe essere riconosciuto il legittimo proprietario dell’opera, se non altro perché l’ha posseduta pubblicamente, apparentemente in buona fede, esibendola nelle proprie sale per oltre tre anni.


La corte d’appello californiana incaricata di risolvere il conflitto tra le due leggi in base ai criteri in vigore in California ha applicato il c.d. “comparative impairment test”: in caso di conflitto, occorre applicare la legge dello Stato il cui interesse sia maggiormente danneggiato qualora fosse applicata la legge dell’altro. L’interesse della Spagna alla stabilità dei titoli di proprietà è stato ritenuto prevalente rispetto all’interesse della California. Tanto più che anche la legge californiana prevede che decorsi sei anni dalla scoperta del bene, l’erede perda il diritto a rivendicarne la proprietà e la sua applicazione sarebbe astrattamente ipotizzabile solo in quanto in modo del tutto casuale Claude Cassirer si trasferì in California. Nella concurring opinion, il giudice Callahan ha precisato che la decisione stride con i principi morali che avrebbero potuto orientare diversamente la decisione del Museo.

Sharon Hecker, storica dell’arte

Dal punto di vista legale, il caso sembra essere chiuso. Il sito web del museo lo afferma chiaramente. Ma per Cassirer e per il pubblico il caso rimane dolorosamente aperto e l’esito non è soddisfacente. Anche il tribunale della California ha ammesso di avere dei dubbi sui risultati. Ci sono dei passi che si possono ancora fare per cercare di andare avanti? Potrebbe essere utile considerare come iniziare a superare la polarizzazione del risultato finale che paralizza la capacità delle parti di collaborare e di trovare insieme una soluzione utile per entrambe. Una volta esaurita la via legale, si potrebbe passare a quella dell’etica. La comunità museale potrebbe fare pressioni sul Museo Thyssen affinché si assuma le proprie responsabilità. L’ICOM (International Council of Museums), potrebbe condannare pubblicamente il museo o sospenderlo, come fatto di recente dall’American Association of Museums (AAM) nei confronti di un museo di Orlando (Florida) dopo che lo stesso aveva esposto opere di Basquiat contraffatte. L’AAM conta oltre 5.000 membri di musei nazionali e aiuta a i membri a collaborare. Secondo quanto riferito, il museo di Orlando sta lavorando duramente per rimuovere la sospensione, soprattutto perché l’espulsione dall’AAM può danneggiare la sua reputazione e la sua capacità di ottenere prestiti di opere. Un’altra possibilità è che i musei internazionali decidano di non concedere prestiti al Museo Thyssen, come sta facendo il governo greco con il British Museum fino a quando la disputa sui marmi del Partenone non sarà risolta. Potrebbe esserci anche un altro modo. Nella mia esperienza lavorativa nei casi di restituzione, ho capito che a volte l’intervento di una figura neutrale, rispettata dalle due parti e con capacità di ascolto delle rispettive ragioni può aiutare a spostare le reciproche posizioni così da avviare un dialogo e una negoziazione collaborativa. In questi casi, credo sia fondamentale operare al di fuori dei riflettori dei social media per garantire la necessaria discrezione. Un’opzione forse ancora disponibile dopo la recente sentenza del caso Thyssen-Cassirer.

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