Variante brasiliana: le conseguenze dell’assalto sui mercati

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Dopo Capitol Hill, un nuovo attacco alle istituzioni ripudia l’esito elettorale: la reazione sull’agenda di Lula deciderà l’impatto sui mercati a lungo termine

L’assalto ai palazzi del potere della capitale del Brasile, da parte di migliaia di sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro (in foto) non ha avuto ripercussioni immediate di grande portata sul mercato azionario brasiliano, il più importante di tutta l’America Latina. L’indice Bovespa, ha attraversato le prime ore di seduta in altalena lunedì 9 gennaio, oscillando sopra e sotto la parità prima di imboccare la via del rialzo. In parallelo il real brasiliano, una delle poche monete che abbiano retto l’impatto del superdollaro nel 2022, ha ceduto sul biglietto verde l’1,24% con un massimo di giornata per il dollaro a 5,3083. Poche ore prima Brasilia e, in particolare, i palazzi del Congresso e della Corte suprema, erano stati invasi dai sostenitori di Bolsonaro, contro i quali le esigue forze di sicurezza non hanno potuto opporre alcuna efficace resistenza. Si contano, al momento della pubblicazione, almeno 1.200 arresti fra i manifestanti.

L’impatto mediatico e politico della riedizione brasiliana dell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, un gesto accomunato dalla negazione del risultato elettorale da parte degli estremisti di destra, potrebbe essere difficile da interpretare nelle sue eventuali conseguenze di lungo termine sulle politiche del presidente Lula da Silva – con le relative ricadute per gli investitori. Lula, storico leader della sinistra brasiliana e già presidente del Paese fra il 2003 e il 2011 è ufficialmente entrato in carica a inizio gennaio, dopo la vittoria elettorale del 30 ottobre 2022.

Uno stress sociale che inciderà sull’agenda-Lula?

Le visioni espresse finora dagli analisti finanziari sono particolarmente eterogenee. Per il momento, prevale l’ipotesi che, nel caso in cui Lula dovesse reagire con politiche di segno opposto e, dunque, potenziando gli elementi progressisti della sua agenda economica, le prospettive dei bond e delle azioni brasiliane potrebbero deteriorarsi. Nessuno crede che sia in dubbio, invece, la stabilità politica che vede ormai al comando Lula e lo stesso Bolsonaro defilato rispetto ai gesti dei suoi più accaniti sostenitori (anche se non ha mai ammesso la sconfitta, disertando il passaggio di consegne nella cerimonia di insediamento del suo successore). Per il momento, le dichiarazioni di Lula si sono concentrate sul ripristino dell’ordine pubblico e sulla cattura dei responsabili, definiti “terroristi”. Non c’è ancora una parola ufficiale su quelle che potrebbero essere le ripercussioni dell’agenda di governo, ossia gli elementi più rilevanti per gli investitori.

Brasile, azionario stava già tirando il fiato

In generale, il trend del mercato azionario brasiliano aveva già avviato un trend calante dopo la vittoria elettorale di Lula, con un ribasso del -4,87% fra il 28 ottobre e il 6 gennaio, ossia il periodo compreso fra il secondo turno elettorale e la vigilia dell’assalto a Brasilia. L’azionario brasiliano, uno dei migliori nel 2022 (+4,69%), ha sperato nel mantenimento di un orientamento non troppo ostile al business da parte di Lula – che, però, ha promesso un incremento delle spese sociali sostenuto da un tasso di crescita che permetta di mantenere contemporaneamente i conti pubblici in ordine. 

Questa maggiore prudenza rispetto al “Lula del passato” e un parlamento non pienamente controllato dal partito del presidente avrebbero dovuto garantire un’agenda sufficientemente moderata agli occhi degli investitori. Di fronte a divisioni politiche così radicali sarà possibile realizzare questo piano di sinistra moderata? “Le implicazioni dell’invasione del Congresso brasiliano da parte dei manifestanti sono principalmente politiche”, ha commentato il capo economista emerging markets di Capitol Economics, William Jackson, “ma i disordini potrebbero determinare un premio di rischio di lunga durata sugli asset finanziari del Paese, in particolare se spingessero il presidente Lula a raddoppiare il suo programma economico”. Secondo Emy Shayo Cherman, strategist azionario per l’America Latina e il Brasile presso JPMorgan, il rischio che questo avvenga c’é: “Man mano che il presidente si rafforza e l’opposizione si indebolisce, si potrebbe assistere a una maggiore radicalizzazione da sinistra, forse spingendo l’agenda più in là di quanto si possa pensare”.

Se l’assalto radicalizzerà anche le politiche di Lula è dunque l’elemento cruciale, ma non tutti gli analisti credono che questo si verificherà. Per il cio dei mercati emergenti nelle Americhe presso Ubs Global WM, Alejo Czerwonko, la situazione ormai sotto controllo a Brasilia suggerirebbe “impatti di breve durata su tutte le asset class”. Secondo altri analisti, come Jeff Grills, head of emerging markets debt di Aegon Asset Management, gli investitori già si aspettavano un evento di questo tipo dopo la vittoria elettorale di Lula “ma nulla è accaduto per un po’: la sorpresa è che si avvenuto adesso e non prima”.

Gli articoli pubblicati sono stati realizzati da giornalisti e contributors di We Wealth e vengono forniti a Poste Premium a scopo informativo.


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