Bond: il bull market è pronto a prendere il sopravvento

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Con la fase di stretta monetaria che appare alle battute finali e i rendimenti a livelli decisamente elevati, il mercato obbligazionario fa ben sperare. PGIM Fixed Income spiega perché è interessante guardare ai prodotti a spread

Federal Reserve e Bce non hanno tradito le attese procedendo entrambe con una nuova stretta monetaria. Entrambe hanno alzato il costo del denaro di 25 punti base a luglio. La fase restrittiva appare ormai arrivata alle battute finali, con gli effetti dei rialzi dei tassi che si stanno facendo sentire, soprattutto negli Stati Uniti dove anche l’inflazione core ha iniziato a rallentare a giugno. Tutto lascia intendere che il picco dei tassi è ormai vicino.
Volgendo lo sguardo ai Paesi emergenti, la luce in fondo al tunnel sembra ancora più vicina: le loro banche centrali infatti avevano iniziato ad alzare i tassi con anticipo e in modo ben più aggressivo rispetto ai Paesi sviluppati.

Fixed income: il toro scalpita

Il mercato rialzista delle obbligazioni iniziato a fine 2022 è stato costretto a rallentare, soprattutto dopo la crisi delle banche regionali a marzo, ma ora sembra aver ripreso il suo corso, guidato dai forti rendimenti. Robert Tipp, Chief Investments Strategist di PGIM Fixed Income, ritiene infatti che “i rendimenti si sono ripresi dai livelli depressi del periodo successivo alla crisi finanziaria e alla pandemia, tornando a massimi che non si vedevano da anni (se non da decenni)”.

A spingere verso un mercato rialzista sarà, per lo più, il possibile rendimento generato da prodotti a spread non governativi. Negli ultimi mesi la performance degli spread è stata molto altalenante non tanto per il deterioramento del credito, fattore comunque non ignorabile, ma a causa delle emozioni degli investitori. I tassi di interesse si sono spesso mossi in modo improvviso, come durante il sell-off dello scorso anno o il rally che ha seguito il fallimento della Silicon Valley Bank, spaventando gli investitori che, non avendo certezze sul presente, hanno deciso di spingere i flussi verso le obbligazioni, aumentando così gli spread. Adesso che si prevede che le banche centrali potranno finalmente rallentare, se non iniziare anche a fermare, i rialzi dei tassi di interesse, la volatilità di questo comparto sarà più bassa, offrendo una visione più ottimista per gli investitori. In questo modo gli spread dovrebbero riuscire a ridursi nei prossimi mesi, fornendo così una spinta ai rendimenti del reddito fisso.

Liberarsi della volatilità e dell’incertezza non sarà così semplice, infatti il mercato non è un settore a sé stante, bensì è inevitabilmente collegato agli eventi geopolitici che, in situazioni come quella attuale, sono ancora difficilmente prevedibili. Quindi se è vero che il mercato toro sembra destinato a ripartire per il reddito fisso nel secondo semestre grazie a livelli di rendimento in crescita, rimane fondamentale essere vigili, senza farsi trascinare dall’euforia del momento, ma anche senza farsi spaventare da possibili sali e scendi.

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