Come sarà il 2023 per l’Europa e quindi per le azioni dei mercati europei? Nessuno ha la sfera di cristallo per poterlo dire con certezza, ma secondo gli esperti di Capital Group molto, se non tutto, dipenderà dalla questione energia. E in particolare, dall’approvvigionamento di gas, o meglio sulla sua mancanza, in scia al conflitto Russia-Ucraina, e dalla sua domanda da parte di famiglie e imprese. Sì perché se da una parte le tendenze attuali suggeriscono un inverno non troppo problematico, grazie a un calo sia della domanda di riscaldamento (del 5-10% in condizioni climatiche normali) sia per quella industriale (del 10%), dall’altra l’Agenzia internazionale dell’energia ha avvertito che l’Europa potrebbe trovarsi ad affrontare una grave carenza di gas durante il periodo estivo. I mesi caldi infatti sono cruciali per il rifornimento dei siti di stoccaggio futuri e un’eventuale difficoltà potrebbe rendere necessario ridurre ulteriormente i consumi.
Quale impatto sul Pil Europa?
Nelle prime fasi del conflitto russo-ucraino, gli analisti (compreso il FMI) stimavano che la crisi energetica avrebbe potuto causare un calo del Pil dell’Eurozona del 2-3%. “Ora – sottolinea Robert Lind, economista di Capital Group – nonostante l’aumento dei prezzi e le crescenti interruzioni delle forniture, l’impatto macroeconomico appare più modesto”. Dato che l’industria si è dimostrata più resistente allo shock energetico e che i singoli governi hanno elaborato un piano di sostegno per le famiglie e le imprese, “la recessione in Europa dovrebbe essere più lieve e più breve rispetto alla crisi finanziaria globale, quando il Pil reale dell’Eurozona aveva subito una contrazione del 4,5% nel 2009, e alla recessione pandemica, durante la quale era sceso del 6,5% nel 2020”. Attualmente, la casa di gestione americana prevede che il Pil dell’Eurozona diminuirà di circa l’1% nel 2023.
Quali ripercussioni sull’azionario targato Europa?
Una recessione meno marcata potrebbe quindi sbloccare il valore dei titoli azionari europei nel corso del 2023. Tuttavia, non basta. Secondo l’economista di Capital Group, infatti, ci sono altre due importanti condizioni utili per innescare un aumento dell’azionario Europa. In primo luogo, il raggiungimento del picco dell’inflazione, che consentirebbe alla Banca centrale europea (Bce) di interrompere l’inasprimento della sua politica monetaria. “È improbabile che ciò avvenga nei prossimi mesi, poiché i prezzi dell’energia più elevati si stanno ancora ripercuotendo sui prezzi al consumo, il che incoraggerà la Bce a proseguire sull’attuale traiettoria. Ma se l’inflazione dovesse raggiungere il picco all’inizio del 2023, la banca centrale dovrebbe interrompere i rialzi, con i tassi di interesse ben al di sotto delle attuali aspettative del mercato, che vedono i tassi fermarsi al 2% circa”.
In secondo luogo, è probabile che l’imminente recessione riduca gli utili delle aziende europee, con una probabile contrazione del 10%-15% sugli utili per azione nel 2023. E i mercati azionari non stanno ancora tenendo del tutto conto di questo risultato. “Tuttavia, una volta che le aspettative sugli utili si saranno adeguate, i titoli azionari europei avranno maggiori possibilità di rivalutarsi”.
Il 2023 quindi non dovrebbe essere così funesto. Importante però tenere a mente anche un altro aspetto, avverte l’economista: “Di fronte al perdurare dell’incertezza su questa situazione, sui prezzi dell’energia e sul loro impatto sulle economie, c’è il rischio che i titoli europei rimangano in una value trap” o trappola di valore, ovvero quando l’azione appare appetibilmente a buon mercato ma il prezzo continua a scendere.