Il conflitto Russia-Ucraina: l’impatto sui mercati

Annunciata all’alba del 24 febbraio 2022 dal presidente russo Vladimir Putin, l’invasione della regione ucraina del Donbass segna l’inizio di una nuova fase nel conflitto tra le due potenze. Quali sarà l’impatto del conflitto sui mercati?

Annunciate all’alba del 24 febbraio 2022 dal presidente russo Vladimir Putin, le operazioni militari intraprese nella regione ucraina del Donbass segnano l’inizio di una nuova fase nel conflitto tra le due potenze. Quali sarà l’impatto del conflitto sui mercati? Ne parla Salman Ahmed, Global Head of Macro and Strategic Asset Allocation di Fidelity International.

Russia-Ucraina, l’impatto sui mercati

“Avevamo adottato un atteggiamento prudente già dal 4° trimestre dello scorso anno e alla luce degli eventi probabilmente lo manterremo. I due rischi più estremi sono un’estensione del conflitto agli stati baltici, cosa che attirerebbe una reazione della NATO, e le interruzioni su larga scala dell’approvvigionamento energetico europeo, dato che il 40% del gas europeo proviene dalla Russia. I mercati energetici sono infatti il canale macro globale chiave e qualsiasi escalation si aggiungerà ai rischi di stagflazione. Le sfide che devono affrontare i responsabili della politica monetaria, specialmente alla Banca Centrale Europea, sono diventate significativamente più complicate con un altro shock dal lato dell’offerta che colpisce il sistema.
“I mercati devono ora valutare come gli ultimi sviluppi influenzino le implicazioni macro a medio termine. La risposta dell’Occidente sarà fondamentale, dato che le sanzioni presentate fino ad ora sono state tiepide, nel migliore dei casi”.

L’asset allocation contro le tensioni geopolitiche

Su base tattica, la nostra allocation è orientata verso l’Asia, con un posizionamento sovrappeso rispetto al benchmark sulla Cina e sulle regioni ASEAN. Queste regioni hanno dei margini interessanti sulle valutazioni, grazie alle precedenti correzioni, alle politiche di sostegno e ai fondamentali economici, e sono relativamente ben isolate dalla situazione geopolitica.
Le prospettive per i prossimi 12 mesi potrebbero migliorare ulteriormente. Siamo ancora a metà del ciclo e c’è la possibilità che l’inflazione si moderi, permettendo alle banche centrali di essere più moderate. Tuttavia, i rischi a breve termine sono aumentati notevolmente, e molto dipenderà da come si svilupperà la situazione tra Russia e Ucraina. La gestione attenta del rischio nei prossimi mesi sarà fondamentale, con un focus sulla protezione dai ribassi e un attento monitoraggio dell’evoluzione di questa situazione dinamica e complicata.
Per ora rimaniamo sottopesati in attività di rischio per riflettere i crescenti rischi di stagflazione e geopolitici, ma seguiremo attentamente gli sviluppi della situazione e cercheremo di rientrare nel rischio se vedremo il momento giusto e l’opportunità di farlo a lungo termine”.

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