“Il rapporto con gli autori non si limitava alla ripresa o alla prima pubblicazione delle loro opere, ma diventava ogni volta un rapporto di amicizia destinato quasi sempre a durare nel tempo.”
Alina Kalczy?ska (Cracovia, 1936), artista del libro e collezionista
Pagine, poesie e parole ma anche materia, pensiero, linguaggio e azione. La Galleria Brun Fine Art di Milano (via Gesù, n.17) accende i riflettori, per la prima volta, sulla Collezione di libri d’artista di Alina e Vanni Scheiwiller, attraverso un’accurata selezione di oltre 50 esemplari che vanta la curatela di Paolo Bonacina, Leda Calza e Massimo Vecchia e un catalogo con un testo di Daniela Ferrari e un’intervista di Elisa Molinari ad Alina Kalczy?ska, stampato in 1.000 esemplari numerati, concepito da Luca Stoppini che ha anche realizzato gli scatti dei libri esposti.
Il libro, inteso come contenitore di parole e veicolo di idee per eccellenza, in mostra diventa oggetto d’arte ed esso stesso messaggio – tema, tecnica, supporto e movimento – tra essenza e significato.
Dal 25 ottobre e fino al 25 novembre 2023, gli spazi della galleria milanese riflettono l’amore libero e sincero per i libri dei coniugi Scheiwiller. Dal fitto gruppo di carte, scritte o stampate, rilegate e racchiuse traspare la vivace scena artistica italiana e internazionale del Novecento.
Le figure e l’intera opera di Alina e Vanni Scheiwiller hanno cambiato e dettato i ritmi della cultura, non solo italiana, di una buona parte del secolo scorso, trasformandoli in personaggio cardine della nostra storia.
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Vanni Scheiwiller nasce a Milano l’8 febbraio del 1934 da Giovanni e Artemia, quest’ultima figlia del celebre scultore Adolfo Wildt (Milano, 1868 – 1931). Il padre è stato a lungo collaboratore, prima di diventarne il direttore, della libreria Hoepli, inaugurando nel 1925 una piccola attività in proprio con la collana “Arte moderna italiana”. Questo permise al giovane Vanni di crescere in un ambiente circondato da artisti, tra cui, Lucio Fontana e Fausto Melotti. Nel 1936 Giovanni apre la storica casa editrice “All’insegna del Pesce d’Oro”, dedita alla pubblicazione di volumi d’arte e di poesia, libri che sono l’orgoglio di ogni appassionato, quanto a cura, preziosità e amore per il mestiere.
Di padre in figlio. Nel 1951 avviene il passaggio di consegne, “cominciato quasi per gioco – racconta Vanni – io liceale, aspirante giocatore di tennis; mio padre, stanco e sfiduciato della sua piccola casa editrice del sabato e della domenica, mi chiese se volessi continuare. Io: “Sì, papà”. Il tennis perse un mediocre giocatore e l’editoria italiana si guadagnò il suo editore “inutile”, di libri e microlibri, non tascabili ma taschinabili.”
Partendo dai preziosi insegnamenti del papà, Vanni comincia a innovare l’attività di famiglia acquisendo nel tempo un proprio gusto, spiccato e deciso. Siamo tra gli anni ’50 e ‘70, in un momento storico in cui compaiono molti dei più bei nomi della poesia e della prosa italiana, che diventano subito ospiti delle edizioni Scheiwiller. Per fronteggiare le difficoltà finanziarie, nel 1977 fonda a Milano la casa editrice Libri Scheiwiller, aprendosi con tempestivo intuito al mondo del mecenatismo bancario e privato. Anche grazie al nuovo assetto organizzativo, che gli permette di operare contemporaneamente nel campo dei libri illustrati e di quelli delle opere d’arte, altri nomi si aggiungono alla lista e al lungo catalogo che conta oltre 3.000 titoli e 44 collane. Negli anni ’80 e ‘90 l’attività continua, estendendosi sempre di più verso mostre ed eventi nazionali e internazionali, ottenendo anche premi e riconoscimenti importanti.
Vanni Scheiwiller scompare il 17 ottobre del 1999, all’età 65 anni. Oggi il ricordo e i valori dell’attività sono diffusi e promossi dalla moglie Alina Kalczy?ska.
L’artista del libro, Alina Kalczy?ska, nasce il 19 ottobre del 1936 a Cracovia, per trasferirsi, a 42 anni, a Milano dove realizza numerose opere grafiche per le edizioni di quello che diventerà suo marito.
Grafiche, manifesti e xilografie, come scrive il critico d’arte Giuseppe Appella, “tecniche e materiali, accostati e fusi in maniera fluida e immediata, che si infiltrano di continuo nel testo, lo sezionano facendone un racconto umano e professionale senza limiti, frutto di prolungate meditazioni, tese a non rarefare la giocosa leggerezza della linea che edifica l’oggetto “libro” reso architettura del reale, a tal punto da portarlo, in molte occasioni, ad essere copia unica, sottratta alle regole del mercato che ne imporrebbe una tiratura e una impaginazione adatta allo scopo.” Insieme al marito, Alina sviluppa l’attività editoriale di famiglia creando e collezionando numerosi libri d’artista, oggi protagonisti a Milano di una interessante esposizione.
Eduardo Chillida, Lucio Fontana, Maria Lai e Fausto Melotti, ma anche Mimmo Paladino, Claudio Parmiggiani e Arnaldo Pomodoro. Questi alcuni degli autori che si potranno incontrare e “sfogliare” in mostra, tutti uniti sotto un’unica raccolta che segue il filo rosso della poesia e dell’arte.
Lucio Fontana
Stiamo parlando di libri d’artista, sintesi tra opera pittorica e parola, nati all’inizio del XX secolo con il manifestarsi nell’ambito artistico delle Avanguardie, inizialmente in Francia e Italia. I livres d’artistes indicano i libri pensati e realizzati in toto dagli artisti che decidono il modello estetico, il materiale (la carta, l’inchiostro, il colore), il tipo di lavorazione e appongono la propria firma a lavoro ultimato. Ma non solo, negli esemplari presenti da Brun Fine Art, si scopre come un altro elemento fondamentale per la loro realizzazione sia la stretta collaborazione tra artista, poeta/scrittore ed editore – in questo caso anche collezionista –, tutti protagonisti della realizzazione. Come sottolinea Alina in un’intervista del 2017, tale processo “è un’architettura. Il libro d’artista, visto così, potrebbe essere anche un “libro d’autore”; un’architettura che unisce carta, poesia e amore”.
Maria Lai
Così ogni libro racconta qualcosa anche sugli interessi, i gusti, le amicizie e le affinità della coppia. Come le poesie del critico e poeta catanese Guido Ballo “La stanza, poesie 81-84” (1984), curate dallo stesso Vanni, che si affidò al suo stampatore di fiducia Giorgio Lucini, uno dei più grandi maestri dell’arte tipografica e grande amico. Qui compaiono, fra le altre, incisioni di Enrico Baj, Pietro Consagra e Piero Dorazio.
E mentre Vanni curava le edizioni, Alina lavorava sul rapporto tra parola scritta e arte, elaborando nel tempo un’architettura nella quale parola, disegno e immagine si completano perfettamente. Un esempio lo si può trovare nei libri della poetessa polacca e premio Nobel nel 1996, Wislawa Szymborska, “La fiera dei Miracoli” (1993), “Trittico” (1997) e “Dodici poesie” (2015). Qui la carta diventa un vero e proprio mezzo di espressione, ridefinito il rapporto di comunicazione che esiste tra l’elaborazione delle forme, la selezione, l’organizzazione cromatica e la manifestazione dei ritmi e del contenuto poetico.
L’amore dei dui consorti continua oltralpe, con artisti spagnoli, francesi ma anche cinesi e giapponesi, i cui caratteri calligrafici hanno da sempre affascinato la coppia. Tra questi si trova Pablo Picasso, che compare in collezione con un ritratto minimalista, “Senza titolo”, del 1950 presente in “L’age de soleil di Robert J. Godet”, ma anche Jean Cocteau con “De La Gondole des morts” (1959), e molti altri.
L’esposizione Fuori testo. La Collezione di libri d’artista di Alina e Vanni Scheiwiller promossa da Brun Fine Art, storica galleria specializzata – tra le altre – in mobili antichi, bronzi, dipinti, oggetti e anche in arte orientale e arte moderna, è un viaggio straordinario nella storia dell’editoria, dell’arte, della poesia, della prosa e della Cultura in generale del XX secolo.