L’indice manifatturiero è crollato sotto il livello di 48 e ha raggiunto il valore più basso da giugno 2009 (a quota 47,8). Anche il Pmi dei servizi ha rallentato. Ma rimane ancora sopra il livello neutrale di 50 (a quota 52,6). Lo stesso è accaduto nel 2015-2016, quando la fiducia nel settore manifatturiero era vicina ai livelli attuali e l’Ism dei servizi era superiore al livello neutrale. Attualmente il divario tra i due settori è ampio come nell’ottobre del 2015. La conclusione più semplice che si può trarre da questa divergenza è che il settore dei servizi è ancora apparentemente più in salute di quello della manifattura.
Recessione e settore manifatturiero
L’indice Ism manifatturiero tende ad attirare maggiormente l’attenzione, rispetto all’indice dei servizi, probabilmente perché ha una storia più lunga e viene considerato un anticipatore di migliore qualità. Pertanto la reazione immediata a un brusco calo dell’indice manifatturiero sarebbe quella di supporre che l’indice dei servizi scenderà analogamente sotto quota 50.
La potenza predittiva dell’indice manifatturiero a distanza di tre mesi è forte: in diverse occasioni, una divergenza positiva tra il livello di fiducia nei servizi e quello nella manifattura fa da preludio a una ripresa dell’indice della produzione industriale. Un’analisi sulle caratteristiche principali di ciascuna serie ha confermato che, quando vi è una netta divergenza tra indice Ism manifatturiero e dei servizi, vi è una maggiore probabilità che la produzione industriale segua l’esempio dei servizi, piuttosto che il contrario.
Implicazioni per gli asset iù rischiosi
Cosa implica tutto questo per gli asset più rischiosi? Durante i periodi di divergenza, si osserva un certo impatto negativo sui rendimenti azionari. Il rendimento medio anno su anno dell’indice S&P 500 tende a calare da circa il 9% nei sei mesi precedenti la divergenza, all’1% sei mesi dopo il suo verificarsi.
Un comportamento simile può essere osservato anche negli spread sul credito. In passato, il segnale di avvertimento lanciato dall’indice manifatturiero Ism ha coinciso con un ampliamento degli spread sul credito dei titoli Usaa investment grade. Escludendo il 2008, tuttavia, l’ampliamento medio è rimasto limitato a circa 20 punti base a distanza di sei mesi. In definitiva, il dilemma è se gli investitori dovrebbero pertanto ignorare il segnale di avvertimento lanciato dall’indice manifatturiero Ism, dato che l’indice dei servizi si presenta in condizioni migliori. Prima di tutto, secondo Robeco, il settore manifatturiero continua ad avere un’influenza considerevole sulla volatilità dei dati economici.
Secondo i dati precedenti, vi sono segnali di avvertimento dell’indice manifatturiero che hanno coinciso con un indebolimento dei rendimenti dell’azionario e un allargamento degli spread sul credito. La conclusione più ottimistica che è possibile trarre dai dati storici è che il calo della fiducia nel settore manifatturiero sugli attuali livelli non è stato quasi mai seguito da cali simili anche nel settore dei servizi e che, in situazioni analoghe in passato, l’indebolimento dei rendimenti degli asset a seguito di una divergenza degli indici Ism è stato limitato per durata e ampiezza.