L’opera era una degli introvabili elementi di un dittico del 1280, otto pannelli in tutto, su cui erano rappresentate scene della Passione di Cristo. Ad oggi, ne sono noti solo altri due
Con il suo risultato, la piccola opera lignea conquista la vetta fra le opere prerinascimentali più costose mai vendute
Cimabue, un record inatteso
Si tratta di una tempera lignea a uovo su fondo d’oro, delle dimensioni di soli 25,8 x 20,3 cm. Era uno degli introvabili elementi di un dittico del 1280, otto pannelli in tutto, su cui erano rappresentate scene della Passione di Cristo. Ad oggi, degli otto pannelli, sono noti la Flagellazione di Cristo (Frick Collection di New York) e La Vergine e il Bambino con due angeli (National Gallery, Londra).
Il 27 ottobre 2019 però il quadro ha avuto ragione di tanta dimenticanza: a Senlis, in Francia, l’opera è stata protagonista di un’asta stellare, incassando 24,18 milioni di euro. La forchetta, prima dell’asta, era fissata a 4-6 milioni, con un prezzo base di 3 milioni. Si tratta di un record assoluto per un’opera prerinascimentale, a quanto è dato sapere, dice Dominique Le Coent di Acteon, casa che ha gestito l’asta. L’acquirente abiterebbe dalle parti di Chantilly. Erano decadi che non si aveva notizia di un Cimabue venduto all’asta.
“Si tratta del più alto prezzo mai pagato per un quadro prerinascimentale (primitif) il settimo in assoluto considerando opere primitive e antiche, in una graduatoria che include il Salvator Mundi attribuito a Leonardo, il Massacro degli Innocenti di Rubens, un Pontormo, un Rembrandt, un Raffaello e un Canaletto“.