Proteggere e trasmettere un patrimonio in maniera fiscalmente efficiente è un risultato che si può ottenere con strumenti oramai accessibili a tutti. Ovviamente andranno scelti a seconda della complessità delle situazioni da gestire. Per le più semplici può essere idonea una polizza vita che individui gli eredi come beneficiari e che rende di fatto superfluo redigere un testamento. Nel caso, invece, del patrimonio di un imprenditore che si ritrova anche a gestire una famiglia allargata (magari anche dal punto di vista geografico) potranno essere necessari strumenti più complessi: patti di famiglia, società semplici o trust, solo per citare i più noti.
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La pianificazione del passaggio di un patrimonio è forse uno dei campi più impegnativi per un consulente finanziario e patrimoniale poiché vuol dire mettere in atto diverse strategie che vanno adattate ad ogni singolo caso. Al di là dei casi specifici, l’obiettivo alla base di ogni pianificazione è quello di gestire in maniera fluida il passaggio di ricchezza, creando le condizioni perché sia valorizzata nel suo ammontare e possa continuare nel tempo. In pratica si devono conciliare gli interessi affettivi insieme a quelli strettamente patrimoniali, valutando le conseguenze dal punto di vista fiscale e del rischio di insorgenza di conflitti tra gli eredi.
Se a questo si aggiunge anche la considerazione che le agevolazioni dal punto di vista fiscale relative alle successioni in Italia (franchigia di un milione per erede in linea diretta e imposta tra il 4 e l’8% a seconda dei casi) vengono messe in discussione sempre più frequentemente, ipotizzando un irrigidimento per aumentare il gettito fiscale collegato, si comprende come la componente strategica di questa attività sia importante.
Il ruolo di un consulente finanziario, che è sempre utile sottolineare, è quello di fare in modo che i clienti comprendano le caratteristiche degli strumenti in cui intendono investire così da fare scelte consapevoli e adeguate al profilo di rischio/rendimento: una vera e propria educazione finanziaria.
Un’ultima considerazione: per capire su quali strumenti investire occorre avere chiara la situazione di partenza e gli obiettivi che si intendono raggiungere e un consulente deve supportare il cliente per mettere a fuoco le domande chiave che guideranno l’intera attività di pianificazione (ad esempio: che livello di controllo voglio avere sui beni? Quali strumenti di protezione da crisi o da eventi importanti possono essere utilizzati a tutela delle generazioni future?…). Centralizzare tutti gli aspetti relativi a questi temi presso il consulente di fiducia permette di gestire la situazione patrimoniale al meglio e rende le cose più semplici anche agli eredi.