L’oro ha toccato un nuovo massimo storico a 2.287,50 dollari l’oncia nel corso della seduta del 2 aprile, all’indomani di un nuovo picco di tensione in Medio Oriente, con l’attacco all’ambasciata iraniana a Damasco (Siria). L’oro aveva già aggiornato più volte i suoi record nel corso del 2024, in previsione dei tagli dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve, che tipicamente sostengono il prezzo del metallo giallo dal momento che, in prospettiva, subisce meno la concorrenza dei Treasury Usa. Tuttavia, la correlazione inversa fra dollaro e oro non ha inciso nell’ultima settimana, in cui i dati macroeconomici statunitensi hanno sostenuto l’indice del biglietto verde al rialzo.
La combinazione di tensioni geopolitiche e fattori di politica monetaria favorevole sta contribuendo alla prosecuzione del rally dell’oro che, al 2 aprile 2024, ha generato una performance superiore al 10% da inizio anno.
Dove può arrivare l’oro
Il 28 marzo scorso, un aggiornamento degli analisti di Goldman Sachs aveva messo in luce come l’oro fosse posizionato per chiudere il 2024 su un nuovo livello record di 2.300 dollari l’oncia, un obiettivo che nei giorni successivi sembra essersi rapidamente avvicinato.
“Continuiamo a vedere una configurazione costruttiva per il metallo, puntando a un movimento verso i 2.300 dollari/oncia entro la fine dell’anno”, avevano affermato gli analisti di Goldman, “crediamo che il rilassamento della Fed metterebbe fine a quella che è stata una fase nel mercato dell’oro che ha visto effetti di prezzo contrastanti dall’acquisto fisico (consumatori cinesi, banche centrali dei mercati emergenti) e dalla vendita fisica (ETF), spostandosi verso un effetto di acquisto più unificato”.
“L’oro continua a mantenere valore come copertura geopolitica contro le questioni in corso nel Medio Oriente, in Ucraina e con un’importanza emergente nel ciclo elettorale negli Stati Uniti”, hanno aggiunto da Goldman, “inoltre, ci aspettiamo venti contrari persistenti nel settore immobiliare cinese che sosterranno una continua forza nella domanda al dettaglio di oro sul territorio nazionale”.
Fra le altre banche d’affari, JPMorgan aveva fissato un target per l’oro ancora più ambizioso, a 2.500 dollari l’oncia entro fine anno, prospettiva che aveva reso questa materia prima la più attraente nell’allocazione di portafoglio della banca. Secondo Joseph Cavatoni, stratega di mercato del World Gold Council, l’ultimo sentiment del mercato è stato dominato dagli “speculatori che stanno acquisendo fiducia sui tagli della Fed”, che potrebbero già iniziare a maggio o giugno.
Anche l’argento nelle ultime ore ha allungato il suo rally, con un balzo del 2,7% il 2 aprile a 25,745 dollari; solo nell’ultimo mese questo metallo ha guadagnato oltre il 10%, ancor più dell’oro (+9%).