“Con la riforma dei Pir e il Ddl capitali abbiamo già fatto dei passi in avanti”, premette Federico Freni, sottosegretario al ministero dell’Economia e delle finanze, intervenuto questa mattina al Convegno inaugurale di Consulentia24, appuntamento chiave per i consulenti finanziari, riuniti per una tre giorni di dibattiti e conferenze al Parco della Musica di Roma. “Ma dobbiamo introdurre nuovi strumenti che consentano un aggancio più diretto e immediato della ricchezza privata all’economia reale”.
Sono in arrivo nuovi Pir? Freni non definisce i dettagli, né le tempistiche. Ma lascia intendere che si tratta di un progetto concreto, un cantiere aperto cui il governo sta già lavorando.
Investire nell’economia reale
D’altra parte, dice, il sottosegretario, “il risparmio gestito è l’unico veicolo che consente di canalizzare la ricchezza finanziaria delle famiglie a favore dell’economia reale”. E bisogna trovare nuovi strumenti, moltiplicare le possibilità, perché oggi solo una piccola parte dei 5.300 miliardi di euro che rappresentano la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane va a sostenere concretamente le nostre piccole e medie imprese.
“Servono più equity, più capitale di rischio”, ribadisce Maurizio Casasco, presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria. “E servirebbe anche un’azione più importante da parte degli investitori istituzionali. I quali spesso investono su fondi esteri, che a loro volta finanziario aziende in concorrenza con le nostre imprese”. Un paradosso. Tocca quindi al risparmio privato. E su questo il governo – secondo quando dichiarato dal sottosegretario Freni – sta lavorando anche a nuove opzioni.
Le novità sui Pir e il Ddl Capitali
Dopo essere intervenuto sui Piani individuali di risparmio (ora lo stesso contribuente può detenere anche più di un Pir presso lo stesso intermediario) potrebbe esserci un aumento del tetto all’investimento, ora fissato a quota 200mila euro (leggi). “Ci stiamo ragionando – dice Freni – prima vogliamo vedere come andrà il primo semestre, dopo la rimozione dell’univocità del possesso”.
Dalla platea arriva una domanda un po’ ruvida: come si coniuga l’enfasi odierna sul risparmio gestito “con l’esclusione dei Btp dal calcolo dell’Isee”, misura introdotta con l’ultima Legge di Bilancio, che ha aumentato ulteriormente l’appeal dei titoli di stato, già protagonisti di una concorrenza un po’ sleale a scapito del risparmio gestito, per effetto dei numerosi benefici fiscali?
Freni incassa, ma risponde: “la priorità del Paese è stabilizzare il debito. Questo consentirà anche di trovare risorse che possano consentire nuovi interventi di sostegno a favore degli strumenti di risparmio gestito”. Per esempio un superamento dell’attuale distinzione tra redditi di capitale e redditi diversi, verso un’equiparazione delle partite fiscali che, assicura Freni, “ci sarà, ma sarà graduale”.
Il discorso di Luigi Conte
Al convegno hanno partecipato, insieme a Freni e Casasco, anche padre Benanti, presidente Commissione AI per l’informazione, dipartimento per l’informazione e l’editoria (Presidenza Consiglio dei Ministri), Federico Cornelli, commissario Consob, Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti, Paolo Magri, vicepresidente esecutivo di ISPI, Fabio Massoli, direttore finanza, amministrazione e controllo della Cassa Depositi e Prestiti e Marco Osnato, presidente della VI Commissione finanze, alla Camera dei Deputati, oltre al presidente di Anasf, Luigi Conte, che ha aperto i lavori.
Nel suo discorso introduttivo – molto applaudito dalla platea in sala – Conte ha presentato il bilancio delle attività portate avanti da Anasf nell’ultimo anno: la formazione dei consulenti all’uso delle nuove tecnologie, compresa l’intelligenza artificiale generativa, le azioni per favorire l’ingresso di donne e giovani under40 nella professione, necessario, quest’ultimo, per contrastare il progressivo invecchiamento e favorire un passaggio di testimone intergenerazionale; e poi, ancora, i progetti per promuovere il lavoro in team, propedeutico a un servizio di maggiore qualità e profondità a favore dei clienti, il dialogo costante con il governo e con le istituzioni, a livello nazionale e internazionale, e i molti progetti sul territorio per aumentare l’educazione finanziaria e diffondere una maggiore conoscenza della professione.
“Il patrimonio gestito dai consulenti finanziari è raddoppiato negli ultimi 10 anni”, ha ricordato Conte (leggi intervista). “Oggi 5 milioni di italiani conoscono la consulenza finanziaria e si avvalgono del supporto dei suoi professionisti. Noi consulenti offriamo un’alternativa credibile al debito pubblico, che coniuga ricerca di rendimento, controllo del rischio e sostegno all’economia. Il risparmio”, ha concluso Conte, “deve essere il motore di sviluppo del Paese. È una dimora, e come ogni dimora, bisogna prendersene cura”.