Un anno fa, il governo italiano lanciava il primo Btp Valore, il titolo di Stato riservato ai risparmiatori, superando i 18 miliardi di euro di raccolta. Ne sono seguite altre tre emissioni, di cui l’ultima si è chiusa lo scorso 10 maggio, con richieste per 11,2 miliardi.
Questi numeri testimoniano il ritorno di interesse degli investitori per i titoli di Stato alimentato da cedole generose, che hanno reso le obbligazioni governative nuovamente interessanti per coloro che desiderano un flusso di reddito periodico.
È Btp mania anche tra gli Etf
La “Btp mania” sembra aver contagiato anche gli Etf (Exchange-traded fund). Nell’ultimo anno, sono arrivati sul mercato diversi strumenti per esporsi alle emissioni governative, compresi alcuni prodotti a scadenza di più recente costituzione.
Tra questi ultimi segnialiamo a inizio maggio il lancio di due iShares iBonds sui titoli di Stato italiani da parte di BlackRock, l’iShares iBonds Dec 2026 Term € Italy Govt Bond Ucits Etf e l’iShares iBonds Dec 2028 Term € Italy Govt Bond Ucits Etf.
A metà maggio, Amundi ha annunciato il debutto di una gamma di Etf sulle emissioni governative in euro, all’interno della quale uno è dedicato a quelle del Belpaese (Amundi Fixed Maturity 2027 Italy Btp Government Bond Ucits Etf Dist).
Entrambe le offerte si caratterizzano per avere una scadenza fissa, proprio come le obbligazioni. Per i due Etf di BlackRock il termine è rispettivamente nel 2026 e nel 2028, quando sarà offerto un pagamento finale. Al 30 aprile, secondo una nota della società, il rendimento a scadenza dell’indice di riferimento per l’Etf al 2026 era del 3,46% annuo, mentre per quello al 2028 del 3,41% (entrambe le percentuali sono al lordo). Si tratta, però, di una stima dei risultati attesi, ipotizzando un’obbligazione di pari durata che viene tenuta fino alla scadenza, non di una garanzia di rendimento. Il total expense ratio è di 12 punti base per entrambi.
L’Etf di Amundi ha durata fino al 2027 e replica un indice di titoli di Stato italiano a tasso fisso con la stessa scadenza. Anche in questo caso non sarà corrisposto alcun importo predeterminato agli investitori né alla scadenza né nelle distribuzioni periodiche. Nel report mensile dello strumento, Amundi indica uno yield del 3,36% (al 30 aprile), mentre le commissioni di gestione sono dello 0,09%.
Questi Etf non sono i primi a investire in titoli di Stato italiani. Amundi, ad esempio, aveva lanciato a febbraio 2024, l’Amundi Btp Government Bond 1-3y, mentre iShares ha un Etf sui governativi italiani dal maggio 2023.
Il crescente interesse verso gli Etf sui titoli di Stato italiano
In generale, il risveglio dell’interesse da parte degli emittenti per le emissioni dello Stato italiano è coinciso con la politica aggressiva di rialzo dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea, che ha reso gli yield nuovamente attraenti dopo il lungo periodo di rendimenti bassi.
È anche probabile che gli emittenti di Etf abbiano deciso di proporre uno strumento alternativo al Btp Valore in una fase in cui i risparmiatori italiani hanno risposto con entusiasmo a questa emissione governativa riservata al retail.
In particolare, gli ultimi prodotti di BlackRock e iShares hanno un funzionamento simile a una obbligazione perché hanno una scadenza a una determinata data futura e un flusso cedolare dai bond sottostanti.
“Gli iBonds Etf sono stati concepiti per maturare come un’obbligazione, essere negoziati come un’azione e offrire diversificazione come un fondo, il tutto incluso nella struttura trasparente ed efficiente di un Etf”, ha commentato Brett Pybus, global co-head di iShares Fixed Income Etf di BlackRock.
Nella nota di lancio degli Etf di Amundi si legge: “Gli Etf a scadenza fissa consentono agli investitori di stimare il rendimento a scadenza del fondo nel giorno dell’investimento, offrendo un livello di prevedibilità particolarmente ricercato nell’attuale contesto di mercato”.
La struttura dei bond piace anche nell’Etf
Secondo un recente studio di Morningstar, la popolarità dei fondi obbligazionari e degli Etf a scadenza fissa è esplosa nel 2023. La categoria Morningstar degli obbligazionari a scadenza fissa ha registrato più afflussi di qualsiasi altro gruppo, ad eccezione dei comparti del mercato monetario. La raccolta netta è stata stimata in oltre 60 miliardi l’anno scorso ed è proseguita nel 2024, portando il patrimonio a 165 miliardi (al 30 aprile).
Il boom di interesse per i fondi e gli Etf obbligazionari a scadenza fissa
“L’attuale domanda di fondi obbligazionari a scadenza fissa sembra essere guidata dal desiderio degli investitori di prodotti a rischio relativamente basso e da tassi d’interesse più elevati, soprattutto perché molte banche europee sono state lente ad aumentare i tassi di remunerazione sui depositi in risposta ai rialzi della Bce”, spiega Shannon Kirwin, associate director del team di Manager research di Morningstar.
Le differenze tra l’investimento in Btp e in Etf sui titoli di Stato
È bene ricordare, tuttavia, che gli Etf a scadenza fissa non sono del tutto sovrapponibili ai Btp o ad altri titoli di Stato. Una importante differenza è che nell’investimento in Btp si acquista un singolo titolo, mentre gli Etf sono formati da un paniere di bond
Inoltre, nell’ultimo anno di vita del fondo, le obbligazioni in portafoglio giungono gradualmente a scadenza e il loro capitale viene parcheggiato in titoli monetari fino alla scadenza dell’ultimo bond. A questo punto, il fondo viene liquidato e il capitale viene restituito agli investitori.
Gli Etf obbligazionari a scadenza si differenziano anche dai fondi fixed term. Per questi ultimi, esiste un periodo iniziale di sottoscrizione, dopo il quale vengono generalmente chiusi a nuovi ingressi e l’uscita anticipata, pur essendo possibile, è fortemente disincentivata attraverso l’applicazione di onerose commissioni.
Gli Etf, invece, sono quotati in Borsa italiana per cui possono essere negoziati in qualsiasi momento. Inoltre, prevedono un meccanismo di creazione e riscatto delle quote con i partecipanti autorizzati che alleviano le pressioni sulla liquidità che altrimenti si verificherebbero a causa degli afflussi e deflussi giornalieri.
Anche per i titoli di Stato esiste un mercato secondario, il Mot di Borsa Italiana, dove possono essere acquistati (e venduti) quelli in circolazione al prezzo che hanno in quel momento e che può essere superiore o inferiore a quello di sottoscrizione. Di conseguenza, il risparmiatore non è obbligato a tenerli fino alla scadenza.