- Cimbri (Unipol): “L’unico potenziale interesse è per un accordo commerciale. A quel punto, dipenderà dalle condizioni”
- Quanto a Bper e Popolare di Sondrio, Mps potrebbe rappresentare “un’aggiunta alla rete” distributiva
L’annuncio a sorpresa dell’acquisizione da parte di Unicredit del 9% di Commerzbank ha riacceso il dibattito sul risiko bancario e, più in particolare, sul futuro di Mps. La vicenda è nota: con un’operazione lampo, avviata e conclusasi nell’arco di poche ore lo scorso marzo, il Tesoro ha collocato sul mercato un altro 12,5% di Rocca Salimbeni. In questo modo, la quota del Mef in Montepaschi è scivolata dal 39,2% al 26,7%. Quota che, stando agli impegni assunti dal governo italiano nei confronti della Dg comp dell’Unione europea e della Banca centrale europea, dovrà essere interamente dismessa entro il 31 dicembre di quest’anno.
Unipol su Mps? Solo con un’alleanza assicurativa
In un report diffuso da Barclays all’epoca, Bper, Bpm e Unicredit furono individuati come potenziali acquirenti. Ma dopo l’avanzata di Unicredit verso Commerzbank, la “gara” si è ridotta a due possibili contendenti. O meglio, si “era” ridotta. A smentire i rumors è intervenuto innanzitutto Carlo Cimbri, presidente di Unipol, che recentemente ha preso posizioni importanti in Bper, Carige e Popolare di Sondrio. Intercettato dai giornalisti a Barcellona in occasione delle regate della Louis Vuitton Cup che vedono gareggiare anche l’italiana Luna Rossa, Cimbri ha smentito l’interesse di Unipol a una quota di Montepaschi, precisando che potrebbe valutare l’acquisto solo “a suggello” di un’eventuale alleanza nella bancassicurazione. Alleanza, ha chiarito il presidente, che non è attualmente “nella disponibilità” di Siena (considerato l’accordo con Axa fino al 2027).
Ad ogni modo, si parla di una partnership commerciale volta a un’estensione della rete di distribuzione delle polizze, in particolare nel ramo danni. Per Unipol gli scenari potrebbero essere dunque soltanto due: “solo l’accordo” commerciale con Mps oppure “l’accordo con l’acquisto di una quota per suggellarlo” se richiesto dalla controparte ma non “solo l’acquisto della quota”. Qualunque sia l’opzione, Cimbri sottolinea che si tratterebbe di “una piccola partecipazione correlata a un disegno industriale” che “non richieda autorizzazioni”, ovvero con un tetto teorico massimo inferiore al 10% del capitale. Su Montepaschi, ha ribadito il presidente, Unipol non ha “interessi di governance”. Smentiti anche eventuali contatti col ministero dell’Economia e delle finanze sulla possibilità di entrare in Montepaschi. “Mai una volta abbiamo parlato con l’azionista di prendere una quota di Mps”, ha dichiarato il presidente di Unipol. Nessun contatto anche con l’amministratore delegato di Rocca Salimbeni, Luigi Lovaglio.
“Bper? Non cerca un’operazione straordinaria”
Quanto a Bper e Popolare di Sondrio, Mps potrebbe rappresentare quella che Cimbri definisce “un’aggiunta alla rete” distributiva. In altre parole, non si integrerebbe alla strategia ma si aggiungerebbe alla strategia. Su Bper in particolare, Cimbri ha aggiunto che la banca modenese “non è né alla ricerca né nella condizione di fare qualsivoglia operazione straordinaria”. A intervenire sulle speculazioni anche Giuseppe Castagna, amministratore delegato del Gruppo Banco Bpm, che conferma la strategia stand-alone dell’istituto anche dopo la mossa di Unicredit su Commerzbank. “Non siamo mai stati interessati al risiko”, ha detto il banchiere. “Continuiamo sulla nostra strada del piano industriale”. Su Mps, Castagna ha dichiarato che “sicuramente sta facendo un buon percorso” ma non si è espresso sulla sua valorizzazione. Il dossier resta dunque aperto. Come riportato da Huffpost, sul tavolo resta al momento l’ipotesi di un’acquisizione da parte di banche straniere: a drizzare le antenne su Montepaschi sarebbero in particolare alcuni gruppi francesi interessati a espandersi in Italia.
Le parole di Carlo Messina su Unicredit-Commerzbank
Intanto, a commentare l’acquisizione di Commerzbank da parte di Unicredit interviene Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo intercettato a margine dell’assemblea di Confindustria: “Mi sembra un’ottima operazione. Una strategia di diversificazione eccellente. È chiaro che è un primo passaggio perché hanno acquisito solo una quota, ma mi sembra una strategia coerente con il loro modello di business”, le parole del banchiere. “Noi abbiamo un modello di business completamente differente perché puntiamo su risparmio gestito, asset management e assicurazione e la diversificazione geografica per noi non è una priorità”, riporta Radiocor.