Intesa Sanpaolo destinerà 1,5 miliardi di euro a iniziative e progetti finalizzati alla riduzione delle disuguaglianze entro il 2027. Lo ha annunciato Carlo Messina, consigliere delegato e ceo di Intesa Sanpaolo, nel corso dell’incontro “Nessuno escluso. Crescere insieme in un Paese più equo. L’impegno di Intesa Sanpaolo”. Il rafforzamento della strategia filantropica del gruppo si concretizza con l’apertura di una nuova unità organizzativa dedicata, “Intesa Sanpaolo per il Sociale”, con sede a Brescia, avente funzioni di indirizzo e di governo delle attività sociali svolte. Perché Brescia? Perché il gruppo la considera una delle città più importanti per Intesa Sanpaolo dopo la fusione con UBI, caratterizzata sempre una forte vocazione rivolta al sociale.
Intesa Sanpaolo per il Sociale: i tre punti fondamentali
Nel suo intervento, Messina ha dichiarato che seguirà «personalmente» la nuova unità organizzativa. L’iniziativa è stata benedetta dal Santo Padre, tramite una lettera indirizzata proprio all’amministratore delegato. Tre i punti focali indicati dall’ad: giovani, donne e Mezzogiorno, punti deboli che non ci permettono di crescere come paese. «In questi tre ambiti dobbiamo lavorare per far crescere il paese»; una mancanza di intervento comporterebbe un divario permanente con gli altri paesi europei. Messina sottolinea il ruolo nevralgico di Intesa Sanpaolo, secondo sottoscrittore di titoli del debito pubblico dopo la Bce, come «la principale istituzione che si occupa di contrasto a disuguaglianze e a favore del sociale».
La lotta alla povertà e alle disuguaglianze
Nel corso della giornata, esponenti delle istituzioni nazionali ed europee, di organizzazioni non profit, imprenditori, sono intervenuti sui temi della riduzione delle disuguaglianze, dell’occupazione giovanile e della formazione, le questioni demografiche, il contributo del terzo settore alla crescita del paese. Ha dichiarato Carlo Messina nel corso del suo intervento: «I dati che costantemente raccogliamo, segno della nostra attenzione alla vita del Paese, ci confermano come un’ampia fascia della popolazione italiana sia esclusa dalla possibilità di godere dei livelli di benessere individuale propri di un’economia avanzata. Con l’annuncio di destinare un miliardo e mezzo di euro al sociale entro il 2027, prendiamo un ulteriore forte impegno verso gli azionisti, i clienti, la società nel suo complesso per contrastare questa situazione. Per noi è importante andare oltre le dichiarazioni di principio e tradurre i nostri valori in un impegno quotidiano e credibile frutto di una precisa strategia, di politiche aziendali, di azioni e di consuetudini attente alle esigenze dei territori e delle comunità».
Le persone di Intesa Sanpaolo avranno presto un aumento di stipendio
Nella stessa occasione il ceo ha comunicato la decisione di Intesa Sanpaolo di erogare entro la fine di quest’anno un’anticipazione degli incrementi retributivi a valere sul quarto trimestre dell’anno, procedendo anche al ripristino della base piena di calcolo del TFR. Tutto ciò in attesa degli esiti della contrattazione nazionale di settore. Per la banca, un giusto e concreto riconoscimento alle 100.000 persone che «contribuiscono in maniera decisiva al successo, alla solidità e ai risultati che hanno permesso al gruppo di diventare uno dei leader bancari europei».
L’Italia, un paese forte grazie (anche) al risparmio. Ma…
Non sono mancate da parte di Messina le usuali parole di supporto al paese, definito «molto forte», dal potenziale «rilevantissimo», soprattutto per la centralità della famiglia e del risparmio, caratteristica che «non ha eguali in Europa». L’annosa questione della dimensione del debito pubblico italiano, non deve far dimenticare che la ricchezza dell’Italia è talmente elevata che anche il debito pubblico può avere delle condizioni di sostenibilità «nella misura in cui il nostro paese riuscirà ad attivare processi di crescita importanti e riuscirà a realizzare quello che è previsto dal pnrr». Ciò però non deve far dimenticare che «come in tutti i paesi del mondo si sta determinando un incremento della povertà e delle disuguaglianze».
Da questo punto di vista l’inflazione è indubbiamente «un’ingiustizia assoluta», in quanto «porta più disagio a chi ha meno disponibilità e mantiene in una condizione di privilegio chi ha condizioni privilegiate». Terminando il suo intervento, il numero uno di Intesa ha auspicato che «altri protagonisti del mondo economico e imprenditoriale possano sviluppare interventi di analoga natura perché una società equa e coesa garantisce una migliore tenuta del paese per affrontare le sfide del futuro, alcune gravi, a cui è chiamato. Nell’ambito di questa giornata abbiamo voluto ricordare concretamente l’impegno delle nostre persone, vere artefici dei risultati della banca».