- Le dichiarazioni di Alfonsino Mei, presidente della Fondazione Enasarco, seguono una presa di distanza materializzatasi già da diversi mesi in opposizione alla figura di Luigi Conte
- Mei: “Escludo una mia candidatura. L’alternanza è importante. Se ognuno di noi pensasse al proprio orticello, non andremmo da nessuna parte”
“Non escluderei una donna alla presidenza di Anasf, serve un cambio di passo. Non perché tutto quello che è stato fatto finora sia da buttar via, anzi, ho contribuito anch’io come consigliere nazionale in questi quattro anni. Ma perché credo che ci troviamo di fronte a un bivio”. Con queste parole Alfonsino Mei, presidente della Fondazione Enasarco intercettato da We Wealth, spiega perché sostiene una candidatura al femminile in vista delle prossime elezioni dell’associazione (in programma nel 2025). Dichiarazioni che seguono una presa di distanza materializzatasi già da diversi mesi, in opposizione alla figura di Luigi Conte.
La diatriba sarebbe iniziata alla fine dello scorso ottobre con la revoca della delega Anasf a Mei. Poi, l’organizzazione degli Stati generali della consulenza finanziaria a Firenze il 22 e 23 febbraio – di cui Mei si è fatto promotore – con un mese di anticipo rispetto a ConsulenTia. Fino al congresso straordinario di Anasf dello scorso 21 marzo, conclusosi con l’approvazione di alcune modifiche allo statuto dell’associazione tra cui l’interdizione per i membri che ricoprano cariche direttive in Anasf di cumulare altri incarichi in enti e fondazioni. Uno sviluppo che sembrava avrebbe potuto complicare la corsa alla presidenza, con l’ipotesi che Mei potesse sfidare la leadership di Conte.
Anasf, Mei: “Escludo una mia candidatura”
“Ho sempre detto che escludo una mia candidatura”, dice Mei. “L’alternanza è importante. Se ognuno di noi pensasse al proprio orticello, non andremmo da nessuna parte. Credo che dare spazio ai giovani e fidarsi un po’ di più delle nuove leve, aprendo le braccia al nuovo, sia fondamentale. Voglio che il mio ruolo all’interno dell’associazione, che per ora è l’unica associazione di settore esistente, sia dare un contributo notevole alla nostra professione, ma per chi verrà dopo di me”, afferma Mei.
Così si avvicinano le donne alla consulenza
Intanto, il countdown della parità di genere nell’industria della consulenza finanziaria continua a scorrere a rilento. Secondo l’ultima relazione annuale dell’Ocf, al 31 dicembre 2022 le iscritte nella sezione dei consulenti abilitati all’offerta fuori sede dell’Albo unico rappresentavano il 22,3% del totale. Ad agire da freno, secondo alcune esponenti del settore intervenute in occasione della conferenza Indipendenza economica ed empowerment femminile: pensa positivo organizzata nell’ambito del Salone del risparmio, è anche la libera professione.
“Si può fare tanto da questo punto di vista, a partire dalle infrastrutture. Aprire asili nido all’interno delle società può essere una strada. Poi servirebbe un contratto unico nazionale, che aiuterebbe a discutere di maternità, per esempio, ma anche della Legge 104”, suggerisce Mei. Concludendo: “Noi come Fondazione Enasarco abbiamo messo a bilancio un bel po’ di risorse a favore dell’empowerment femminile, abbiamo finanziato recentemente una ricerca sul tema e stiamo avviando una serie di corsi di formazione. In più siamo un corpo elettivo, nessuno vieta di eleggere il 100% di donne all’interno della governance”.