Nasce la divisione family office di Banca Investis: a tu per tu con Davide Longo
Dal 2024 il panorama di family office italiani si rafforza: in data 23 gennaio 2024 il gruppo Banca Investis ha infatti annunciato la nascita della propria divisione dedicata a questa tipologia evoluta di servizi patrimoniali, intesi a supportare le grandi famiglie e i clienti privati e a offrire loro una consulenza ultra specializzata e personalizzata nell’allocazione, monitoraggio e organizzazione del patrimonio. La squadra di professionisti impegnati su questo fronte sarà guidata da Davide Longo, che fa il suo ingresso nel gruppo proprio in qualità di head of family office. Professionista con esperienza ultra trentennale nel settore, Longo vanta una profonda conoscenza del campo della gestione dei grandi patrimoni. Come lui stesso racconta a We Wealth, «questa divisione nasce dalla mia esperienza pluriennale. Il mercato va in questa direzione, e io personalmente ho sempre creduto che i grandi patrimoni avessero bisogno di un monitoraggio, una cura, una tutela attraverso la creazione di un’asset allocation strategica da definire con la famiglia».
In questo frangente storico, cosa domandano le grandi dinastie italiane a un family office?
«Per quella che è la mia esperienza, posso dire che la grande famiglia desidera mantenere il proprio patrimonio grazie a ritorni che siano in linea con quelli di mercato dati inflazione e tassi, con una propensione variabile – a seconda della propria consistenza patrimoniale – all’allocazione su asset alternativi».
Quindi con un certo appetito per gli asset illiquidi.
«Negli ultimi anni ho visto crescere l’interesse per gli asset semi-illiquidi, ossia con una esposizione sui mercati privati ma anche con una maggiore liquidità disponibile rispetto agli strumenti tradizionali dei mercati privati».
Strumenti preferiti?
«I club deal, che danno quel senso di liquidità che era presente quando queste persone gestivano la propria azienda. Ma anche il private debt e investimenti in infrastrutture, perché danno un rendimento meno ancorato alla volatilità che possono avere gli altri investimenti illiquidi».
Parla al passato: vuol dire che queste soluzioni sono particolarmente adatte nella fase della post imprenditorialità?
«Esattamente. Se dovessi disegnare il cliente tipo di un family office, penserei proprio a una famiglia che ha attraversato un liquidity event e che quindi si trova una grossa liquidità da dover allocare sui mercati finanziari. Aspetto che può essere gestito solo disegnando un piano di investimento a medio-lungo termine».
Quali le previsioni per il settore family office nel 2024?
«Bisogna vedere se saranno confermati alcuni fenomeni del 2023, come la resilienza della parte equity sulla tecnologia. Un po’ di tensione dovrebbe esserci nel comparto del reddito fisso, se i tassi scenderanno. Per lo stesso motivo, il settore dei mercati privati dovrebbe presentare migliori opportunità. Resta poi la spada di Damocle della geopolitica».
Quale il ruolo dell’obbligazionario in un portafoglio di un cliente di family office oggi?
«Si è tornati all’allocazione di molti anni fa: 40% azioni e 60% obbligazioni, o viceversa, a seconda della propensione al rischio. Consiglio in ogni caso di tenere in portafoglio obbligazionario investment grade e non high yield per non avere sorprese di solvibilità. Siamo ai titoli coda del momento d’oro per le obbligazioni. Salvo imprevisti».
Che ne sarà dell’inflazione nei prossimi mesi?
«Successivamente alle tensioni nel Mar Rosso direi che il livello dei prezzi potrebbe rialzare la testa di circa mezzo punto percentuale. In Europa – dove l’inflazione è causata principalmente dal costo delle materie prime – dovremmo restare su tassi del 2,5-3%; anche negli Usa – dove invece i prezzi aumentano soprattutto a causa dei salari – si assisterà a una normalizzazione dei tassi a partire dal 2025».
Da quale consistenza patrimoniale una famiglia può trovare conveniente rivolgersi a un family office?
«Non esiste un ammontare predefinito. Tuttavia, posso dire che si sta parlando di patrimoni finanziari liquidi di almeno 50-60 milioni di euro».
Il percorso professionale di Davide Longo è iniziato nel 1988 presso Unione Fiduciaria S.p.A., proseguendo poi nel gruppo Crédit Agricole. Nel 1996 è stato socio fondatore di S&F Corporate Finance S.p.A. Dopo aver fondato IFID S.r.l. ceduta al Gruppo Mediobanca nel 2014, ha contribuito alla costituzione di Spafid Family Office Sim S.p.A., dove a ottobre 2020 è stato nominato amministratore delegato.
Il commento di Stefano Vecchi, ceo di Banca Investis
Chiosa Stefano Vecchi, ceo del gruppo Banca Investis: «Con la nascita della divisione family office confermiamo la nostra volontà di proporre servizi innovativi ad alto valore aggiunto per tutti i nostri clienti, con un’offerta dedicata ai grandi patrimoni e un focus particolare alla clientela HNWI. Una scelta che ci permetterà nel tempo di posizionarci come operatore di riferimento nel settore, capace di accompagnare i nostri clienti in ogni fase del proprio percorso. Allo stesso tempo, investiamo sempre di più su persone e talenti e abbiamo scelto di affidare a Davide Longo, manager con una solida e pluridecennale esperienza, il compito di sviluppare e guidare un’area di business strategica in un Paese come l’Italia dove sempre più famiglie scelgono questa soluzione per il loro patrimonio».