Vasto meno della città di Milano, una popolazione di 40,000 abitanti composta per metà da residenti stranieri, montuoso, privo di accesso al mare, aeroporti, snodi ferroviari rilevanti e circondato da altre due nazioni alpine: in Liechtenstein l’assenza di risorse naturali e le difficoltà nelle comunicazioni da trecento anni garantiscono l’indipendenza e si sono rivelate il volano che – all’inizio del XX secolo – ha permesso a una decina di villaggi alpini di assurgere al rango di centro bancario e finanziario di rango.
Il Liechtenstein è ancora legato ai valori tradizionali di un tempo, la patria, la famiglia patriarcale e il cattolicesimo. Eppure questo Stato sconosciuto al grande pubblico in cui le donne sono state ammesse al voto nel 1984, ha saputo superare gli imprevisti della Storia che ne hanno minato ripetutamente l’esistenza: il distacco dall’Impero Austro-Ungarico in disfacimento nel 1918, la crisi delle finanze pubbliche nel 1930 e il secondo conflitto mondiale tra 1939 e 1945, puntando su intraprendenza, affidabilità, riservatezza e neutralità.
Il Liechtenstein non fa parte dell’Unione Europea, è tuttavia stato membro EFTA e accede all’EEA (European Economic Area); legato alla Svizzera da valuta comune, gestione delle relazioni internazionali, trasporti e difesa, i suoi cittadini godono di un’equipollenza con gli svizzeri sotto molti aspetti. Retto senza scossoni dalla stessa dinastia principesca che ne ha garantito nel 1719 l’esistenza sullo scacchiere geopolitico, la costituzione garantisce al sovrano enormi prerogative rispetto alle altre monarchie costituzionali occidentali, mentre la casa regnante combina ruolo istituzionale e imprenditoriale: gli interessi dei principi spaziano dal settore vitivinicolo, all’immobiliare, al collezionismo d’arte e ruotano intorno al pacchetto di maggioranza di LGT private banking.
Adombrato dal fratello maggiore elvetico, ancora escluso dai circuiti del turismo internazionale nonostante le indubbie bellezze paesaggistiche (è anche una stazione sciistica di nicchia), il Liechtenstein occupa stabilmente i vertici delle classifiche degli stati per PIL pro capite e standards di vita e offre molto più della riduttiva immagine di una Monaco alpina con cui è abitualmente descritto. Oltre a Vaduz (che in realtà è solo sede del Landtag e capitale politica), sono numerosi i comuni che compongono il Liechtenstein, ad esempio Schaan, che ospita la sede di Hilti, la multinazionale dell’automazione vanto del principato.
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Ammesso all’ONU nel 1990, superato lo scandalo della fuga di notizie sul segreto bancario del 2008, rimosso dalla black list dei paradisi fiscali non collaborativi dall’Unione Europea nel 2018, il Liechtenstein ha quasi interamente risolto le pendenze internazionali che lo contrapponevano a Germania e Repubblica Ceca, mentre da pochi giorni è stato siglato un bilaterale con l´Italia per evitare la doppia tassazione e permettere lo scambio automatico di informazioni a fini fiscali.
Con migliaia di società registrate, un segreto bancario ancora considerevole, stabilità politica, elevato rating internazionale, basse imposte sul reddito, una quindicina di istituti di credito, centinaia di ottimi professionisti legali e finanziari, nonché una forza lavoro tra le più qualificate del continente, il principato rimane un ottimo ambiente in cui investire e fare impresa, soprattutto start-up. Grazie allo sviluppo del metaverso, sinergie tra pubblico e privato e un quadro normativo tra i più flessibili per l’imprenditoria, un +30% di nomadi digitali con occupazioni legate a ESG e finanza sostenibile è stato attirato nel principato dal 2020 ad oggi, secondo le stime di InterNations. Il Liechtenstein sta ospitando un numero crescente di conferenze ed eventi legati alla finanza digitale e figura tra i primi in Europa a garantire una licenza commerciali per le società operanti in criptovalute, basata sulla natura del token e dei servizi offerti.
Situato a due ore di auto dal confine lombardo, il Liechtenstein è rappresentato in Italia dal sistema diplomatico svizzero. Complice l’ostilità verso la lingua tedesca (nella vita quotidiana tutti parlano in un dialetto alemanno, analogamente alla Svizzera Tedesca), il Liechtenstein è a torto trascurato dagli operatori italiani. Eppure i legami con il Belpaese sono importantissimi: interi rami della famiglia regnante risiedono e investono in Italia, la sede di Lugano di LGT ha in maggioranza clientela HNW italiana, gli italiani rappresentano la prima comunità straniera per numero di residenti e detengono il monopolio nei settori horeca e retail. Sono sempre più numerosi gli studenti italiani della facoltà di economia della giovane Università del Liechtenstein che si trattengono dopo la laurea e trovano impiego sia nella finanza tradizionale che nelle criptovalute e nel fintech. L´attrattività per gli expats ha comunque un suo limite nella complessità del permesso di residenza (migliaia di lavoratori sono in effetti costretti al pendolarismo dall´adiacente Svizzera), nell´estrema difficoltà per ottenere la nazionalità, oltre che nel costo elevato della vita, comparabile a Zurigo e Ginevra.
È utile e talvolta necessaria la presenza di un Liechtensteiner sia nel processo di residenza che per operare a pieno nei tradizionali servizi fiduciari, racchiusi nella costellazione Stiftung (“fondazione”). In pochi cenni, esistono vari tipologie di fondazioni, di beneficiari e differenti schemi fiscali, non tutte sono assimilabili ai trust per il passaggio generazionale di HNW e UHNW: si prestano sia agli scopi business che a quelli filantropici. Genericamente, il capitale minimo richiesto è di 30,000 CHF ed è garantita l’esenzione fiscale sugli assets ivi conferiti. È tra l´altro comune sommare servizi legali, notarili e fiduciari in capo agli stessi professionisti con un servizio interamente in inglese: complice una burocrazia irrisoria se paragonata all’Italia e una forte etica del lavoro, è possibile ottenere una business licence o l´apertura di un conto corrente nello spazio di poche ore.
Per quanto riguarda il settore immobiliare, il Liechtenstein non ha ancora sviluppato a pieno il suo potenziale: l’offerta di immobili turistici è limitata, la residenza è peraltro necessaria per l’acquisto di un immobile, senza tuttavia gli obblighi di soggiorno di alcune località montane elvetiche. Gli immobili in Liechtenstein godono di eccellenti standard costruttivi ed energetici, ad un prezzo che si allinea sulle località più gettonate di Engadina e Oberland bernese. Più interessante per gli expats la locazione: il prezzo medio di un trilocale si aggira sui 3,000 CHF mensili e l’offerta è molto vasta.
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Francesco L. Tanzi – Wealth Advisor – è specializzato in expatriates e global mobility di professionisti, HNW, capitali, imprese. Partner di Le Chevalier Advisory firm, è un esperto nelle relazioni con Svizzera e Benelux.