- Introdotto un bonus per le nuove nascite, ovvero il riconoscimento di un importo una tantum di 1.000 euro per ogni figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2025
- Il congedo parentale diventa più ricco: il secondo e il terzo mese saranno infatti retribuiti all’80% se goduti in via alternativa tra i genitori
Il calo delle nascite in Italia non si arresta. Anzi, siamo ai minimi storici. Stando ai più recenti dati dell’Istat, nel 2023 sono nati 379mila bambini e bambine, ovvero il 3,4% in meno rispetto all’anno precedente. Un trend proseguito anche nel 2024: i numeri provvisori relativi a gennaio-luglio mostrano 4.600 nascite in meno anno su anno. Se poi si guarda al tasso di occupazione femminile, il Belpaese resta fanalino di coda in Europa, con una media del 55% a fronte del 69,3% dell’Ue al IV trimestre del 2022 (calcola l’Eurostat). È partendo da questo scenario che la Legge di Bilancio 2025 introduce nuove misure dedicate alle famiglie e alle neo mamme, accanto a qualche conferma. Ecco cosa cambia, punto per punto.
Bonus per le nuove nascite
Per favorire la natalità, la Manovra introduce innanzitutto un bonus per le nuove nascite, ovvero l’elargizione di un importo una tantum di 1.000 euro per ogni figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2025. La somma sarà erogata nel mese successivo al mese di nascita o di adozione e non concorre alla determinazione del reddito complessivo. Per potervi accedere, occorre presentare un Isee relativo al nucleo familiare non superiore a 40mila euro annui.
Bonus asili nido: cosa cambia
Le erogazioni relative all’assegno unico e universale non rilevano nella determinazione dell’Isee necessario all’attribuzione del bonus nido e altre forme di supporto presso la propria abitazione dedicate ai bambini con un’età inferiore ai tre anni affetti da gravi patologie croniche. Quanto alle misure per il supporto al pagamento delle rette degli asili nido, la Legge di bilancio dispone tra l’altro un’estensione della platea dei beneficiari. Non è più infatti necessaria la presenza di almeno un figlio di età inferiore ai 10 anni per l’accesso alla maggiorazione. Inoltre, il “tesoretto” a disposizione della misura sale a 97 milioni di euro per il 2025, 131 milioni per il 2026, 194 milioni per il 2027, 197 milioni per il 2028 e 200 milioni annui a decorrere dal 2029.
Congedo parentale più ricco
Il congedo parentale diventa più ricco: il secondo e il terzo mese saranno infatti retribuiti all’80% se goduti in via alternativa tra i genitori ed entro il sesto anno di vita del bambino o della bambina. Più nello specifico, per le lavoratrici e i lavoratori dipendenti che hanno cessato il congedo di maternità o paternità a partire dal 1° gennaio 2024 viene prevista a regime, dal 2025, l’aumento all’80% della retribuzione dell’indennità del congedo per il secondo mese entro il sesto anno di vita del bambino (contro il 60% precedente); per chi ha invece cessato il congedo di maternità o paternità a partire dal 1° gennaio 2025 viene prevista, a regime dal 2025, l’innalzamento all’80% della retribuzione dell’indennità del congedo, per un ulteriore mese entro il sesto anno di vita del bambino.
Detrazione per i figli a carico
Anche il regime di detrazione per i figli a carico subisce una variazione, estendendo ora la detrazione ai figli con un’età compresa tra i 21 e i 30 anni e ai figli con disabilità accertata. In caso di altri familiari a carico, come i propri genitori, le detrazioni spettano unicamente ai conviventi del contribuente. Parallelamente, l’importo annuo per le spese relative alla frequenza di scuole dell’infanzia e scuole secondarie di secondo grado sale a 1.000 euro per il triennio 2016-2019, con una detrazione del 22%. Restando sulla scuola, viene istituito inoltre un Fondo per il contrasto della povertà alimentare dal valore di 500mila euro per il 2025 e per il 2026 e 1 milione di euro annui dal 2027. Tali risorse saranno destinate a sostenere il pagamento delle rette per la ristorazione scolastica nelle scuole primarie a favore di famiglie con difficoltà economiche.
Welfare aziendale e famiglie
In materia di welfare aziendale, la Legge di Bilancio prevede che non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti unitamente alle somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale, delle spese per la locazione dell’abitazione principale o per gli interessi sul mutuo relativo alla stessa abitazione principale. Il limite complessivo è di 1.000 euro, che sale a 2mila euro per chi ha figli fiscalmente a carico, inclusi i nati fuori dal matrimonio e riconosciuti e i figli adottivi, affiliati o affidati.
La decontribuzione per le lavoratrici
Tra le conferme troviamo infine la decontribuzione per le lavoratrici con figli. Da quest’anno è previsto infatti un parziale esonero contributivo della quota dei contributi previdenziali per invalidità, vecchiaia e superstiti per le madri di due o più figli, dipendenti e autonome, che percepiscono almeno uno tra redditi di lavoro autonomo, redditi d’impresa in contabilità ordinaria, redditi d’impresa in contabilità semplificata o redditi da partecipazione e che non hanno optato per il regime forfetario. Tale esonero spetta fino al compimento del 10° anno di età del figlio più piccolo. A partire dal 2027, per le lavoratrici con tre o più figli, l’esonero spetterà invece fino al compimento del 18° anno di età del figlio minore. La misura riguarda in questo caso solo chi riporta una retribuzione o reddito imponibile ai fini previdenziali inferiore ai 40mila euro annui.