L’Assegno unico viene attribuito per ogni figlio a carico fino al compimento dei 21 anni, al ricorrere di determinate condizioni, e senza limiti di età per i figli con disabilità
Viene definito universale perché, anche se in forma minima, spetta anche in assenza di Isee o con un Isee superiore ai 43.240 euro
Si avvicina la scadenza per ricevere l’Assegno Unico senza incorrere in una riduzione del contributo economico. Entro il 29 febbraio sarà necessario infatti presentare l’Isee aggiornato per continuare a calcolare l’importo sulla base della propria situazione reddituale; in caso contrario, dal 1° marzo l’Inps erogherà l’importo minimo, pari a poco più di 50 euro. Esiste però una finestra supplementare: gli interessati avranno tempo fino al 30 giugno per regolarizzarsi e ricevere tutti gli arretrati dal mese di marzo. Ma come funziona? Partiamo da una definizione.
L’Assegno unico e universale è un sostegno economico dedicato alle famiglie con figli a carico, il cui importo varia fondamentalmente in base a tre criteri:
- la condizione economica del nucleo familiare;
- l’età e il numero dei figli;
- eventuali situazioni di disabilità dei figli.
Viene definito universale perché, anche se in forma minima, spetta anche in assenza di Isee o con un Isee superiore ai 43.240 euro.
Assegno unico: a chi spetta
Nel dettaglio, viene erogato per ciascun figlio minorenne a carico (per i nuovi nati dal 7° mese di gravidanza), per ciascun figlio con disabilità a carico senza limiti di età e per ciascun figlio maggiorenne a carico fino al compimento dei 21 anni che rientri in una delle seguenti casistiche:
- frequenta un corso di formazione scolastica o professionale o un corso di laurea;
- svolge un tirocinio o un’attività lavorativa e abbia un reddito complessivo inferiore agli 8mila euro annui;
- è registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
- svolge il servizio civile universale.
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Assegno unico 2024: importi
L’importo dell’Assegno unico prevede una quota variabile progressiva, da un massimo di 189,2 euro per ciascun figlio minore (con un Isee fino a 16.215 euro) a un minimo di 54,1 euro per ciascun figlio minore in assenza di Isee o con un Isee pari o superiore a 43.240 euro. Tali cifre possono essere maggiorate in caso di nuclei numerosi (per i figli successivi al secondo), madri di età inferiore a 21 anni, nuclei con quattro o più figli (laddove entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro), figli affetti da disabilità, figli di età inferiore a un anno, figli con un’età compresa tra 1 e 3 anni per nuclei con un minimo di tre figli e un Isee non superiore a 43.240 euro.
Assegno unico: come fare domanda
La domanda può essere presentata online attraverso il portale dell’Inps, tramite un patronato o contattando i numeri verdi dedicati. Può occuparsene uno dei due genitori, il tutore del figlio o del genitore oppure il figlio stesso laddove maggiorenne. Se la domanda venisse presentata dal 1° marzo al 30 giugno, gli interessati riceveranno tutti gli arretrati a partire dal mese di marzo. Per le domande inoltrate dopo il 30 giugno, invece, il contributo decorre dal mese successivo a quello di presentazione e viene definito sulla base dell’Isee presentato al momento della richiesta. Coloro che già ricevono il contributo non dovranno presentare una nuova domanda di rinnovo ogni anno; tuttavia, come anticipato in apertura, dovranno comunicare all’Inps eventuali variazioni nelle informazioni precedentemente comunicate (tra cui l’Isee aggiornato).
Bonus mamme lavoratrici: come richiederlo
Ma l’Assegno unico non è l’unica misura dedicata alle famiglie. Ricordiamo infatti che l’Inps ha recentemente sbloccato la circolare sul Bonus mamme dedicato alle lavoratrici con almeno tre figli a carico, introdotto dalla Legge di bilancio e rimasto congelato in assenza di istruzioni operative. Si tratta di un esonero del 100% della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore fino al compimento del 18° anno di età del figlio più piccolo, nel limite massimo annuo di 3mila euro, riparametrato su base mensile. Solo per il 2024 spetterà anche alle lavoratrici con due figli, di cui il più piccolo sotto i 10 anni. Le interessate potranno comunicare al datore di lavoro la volontà di avvalersi del bonus, fornendo informazioni sui figli e i relativi codici fiscali. Eventualmente, potranno anche rivolgersi direttamente all’Inps, utilizzando un apposito applicativo la cui disponibilità sarà resa nota sul portale istituzionale dell’istituto.