Le ultime informazioni Istat sull’andamento dei flussi turistici hanno evidenziato un nuovo incremento annuo dei turisti nel Belpaese. Nel 2022 infatti, c’è stata una crescita annua delle presenze del 39,3% rispetto al 2021, soprattutto grazie al ritorno degli stranieri in Italia durante la stagione estiva (questi ultimi hanno fatto registrare il 48,6% sul totale delle presenze nelle strutture ricettive italiane). Anche il 2023 promette bene: i dati del bimestre gennaio-febbraio hanno infatti evidenziato un aumento del 45,5% di visitatori rispetto all’anno precedente. Qualora il trend continui in crescita, nel 2023 sarebbe possibile registrare il recupero e il superamento dei risultati del 2019 (che il 2022 non è riuscito ad eguagliare).
Inoltre, dallo scorso anno, Istat ha individuato 21 “brand turistici territoriali”, ovvero dei luoghi con un contesto turistico fortemente caratterizzato e riconoscibile. La riconoscibilità del luogo, infatti, ne determina spesso una migliore performance di visite rispetto alla media nazionale. Del totale, tutte le aree identificate hanno registrato nel 2022 un incremento dei flussi turistici rispetto al 2021, e 13 aree hanno registrato un livello di presenze superiore a quello pre-pandemia. Parliamo qui di località quali il Lago di Garda, della Valle d’Itria, le Langhe e il Roero, le Cinque Terre, il Salento, la Maremma toscana e laziale, la Val Gardena, il Lago Maggiore, il Gargano, le Isole Tremiti e il Lago di Como. Leggermente inferiore rispetto al 2019 è invece il flusso registrato in aree quali la Gallura e la Costa Smeralda, la Costiera Amalfitana e il Chianti, nonostante anche in questo caso vi sia stato un incremento rispetto al 2021.
Un buon risultato è stato realizzato anche dalle grandi città, che hanno registrato un aumento del 104% rispetto al 2021, e dai 350 borghi più belli d’Italia (con un 13,7% delle presenze in più rispetto al 2019). Il rovescio della medaglia però, soprattutto in quest’ultimo caso, è il fenomeno dell’overtourism, che si verifica quando un territorio è esposto a una pressione turistica fisica, sociale e ambientale tale da metterne in difficoltà l’economia locale. La soluzione proposta è dunque quella di una maggior diversificazione dell’offerta, in linea con il territorio prescelto. Se da un lato rimane importante il turismo di alta gamma rappresentato dagli hotel a cinque stelle (che totalizzano il 4% dei posti letto alberghieri disponibili), dall’altra si sta sviluppando il settore open-air del turismo esperienziale, migliorando l’offerta di campeggi e villaggi turistici, che registrano il 18,9% delle presenze turistiche totali.