Flussi netti nelle principali tipologie di fondi ed Etf in Europa
La svolta nel reddito fisso
Quattro dati sembrano indicare che qualcosa è cambiato rispetto ai mesi precedenti. Il primo è il ridimensionamento della raccolta dei fondi obbligazionari da 38,4 miliardi a luglio a 25 miliardi netti, con la categoria più amata nel corso del 2020, quella dei corporate bond in euro, che ha ricevuto flussi netti per “appena” 450 milioni, una frazione dei 21,5 miliardi che sono arrivati da gennaio.
Tecnologia a fine corsa?
Il secondo dato riguarda i fondi azionari specializzati sul settore tecnologico, la cui domanda da parte degli investitori è diminuita rispetto ai mesi passati. Ad agosto i flussi netti sono stati pari a 2,4 miliardi, mentre la raccolta da inizio anno ha superato i 25 miliardi. Nei primi otto mesi del 2020, i titoli hi-tech hanno guadagnato oltre il 27% (indice Morningstar US technology sector), mentre a settembre sono stati colpiti dalle vendite, anche se molti operatori sono convinti che le potenzialità di lungo termine rimangano intatte.
Tra i fondi specializzati nel comparto, Bgf World Technology si è confermato il migliore in termini di raccolta ad agosto, anche se a un ritmo inferiore rispetto ai precedenti quattro mesi. Nel complesso, questa categoria è ormai al 15esimo mese consecutivo di sottoscrizioni nette positive e ha dimostrato grande resilienza alla crisi causata dalla pandemia.
Timido ritorno agli alternativi
Il terzo dato riguarda i fondi alternativi, ossia quelli che impiegano strategie simili agli hedge fund. Per la prima volta, infatti, dall’agosto 2018 hanno avuto flussi positivi (824 milioni), ma da inizio anno il bilancio è in rosso, con riscatti netti pari a 39,2 miliardi. Queste strategie non sono passate indenni dalla crisi causata dal covid-19, ma le analisi Morningstar sul primo trimestre indicano che hanno fatto mediamente meglio dei bilanciati e degli azionari in termini di performance. Proprio i fondi di allocation hanno registrato un rallentamento nel corso dell’estate. A giugno, la raccolta netta era stata di 10 miliardi, il livello più alto da febbraio 2018. Ma l’attrazione è durata poco. A luglio, i flussi netti sono stati di circa 7,2 miliardi e ad agosto di 3,4 miliardi. Gli investitori hanno mostrato interesse per le strategie globali, mentre sono stati tiepidi verso quelle in euro.
Riscatti sugli Etc sull’oro
Il quarto dato riguarda gli Etc (Exchange traded commodity) sull’oro. Ad agosto, per la prima volta da novembre 2019, hanno accusato riscatti netti (-759 milioni). La forza dell’euro, che si è apprezzato di circa il 9% nei confronti del dollaro negli ultimi quattro mesi, può aver contribuito a ridurre la domanda del metallo giallo, che è tradizionalmente un bene rifugio. Sembrano anche essersi affievoliti i timori di una recessione globale, che nel primo semestre avevano fatto fluire circa 14 miliardi verso i prodotti indicizzati di questo tipo. Nel mese scorso, solo Invesco Physical gold ha avuto significative sottoscrizioni (+272 milioni).