Il mondo che si presenta oggi davanti ai giovani è decisamente più complesso di quello che si poneva davanti alle generazioni che li hanno preceduti. Alle sfide della vita di tutti i giorni si aggiungono quelle di un contesto in rapida evoluzione che impone una piena consapevolezza della necessità di doversi muovere in anticipo per costruire le basi per un solido futuro finanziario. We Wealth ne ha parlato con Emanuele Agueci, Regional Manager per l’Italia, l’Irlanda e i Paesi Baltici di Trade Republic, piattaforma d’investimento digitale con clienti in 17 paesi europei.
I giovani sono consapevoli che il loro futuro sarà costellato di insidie. Quali contromisure stanno mettendo in atto?
Le nuove generazioni (in cui includo non solo la Generazione Z, quindi coloro nati dopo la metà degli anni ’90, ma anche i Millennial “tardivi”, ossia quelli nati a partire dal 1990) sono diventate adulte in un mondo molto diverso da quello dei propri genitori. Chi è nato intorno al 1990 si è inserito nel mondo del lavoro all’alba della crisi finanziaria del 2008, con tutte le difficoltà che ne conseguono. Chi è nato intorno agli anni 2000 si immette adesso nel mercato del lavoro, in un contesto che è ancora scosso dagli effetti della pandemia e che si presenta molto incerto. Per quest’ultimo gruppo, inoltre, la possibilità di comprare casa e di andare in pensione prima dei 70 anni appare come un miraggio, e diversi studi indicano che i giovani ne sono perfettamente consapevoli. Queste asperità li hanno portati a informarsi ed educarsi in tema di finanza e investimenti, e a fare pianificazione finanziaria, molto più dei loro genitori, che in un certo qual modo ne hanno avuto meno bisogno considerando il periodo storico in cui sono cresciuti.
Oggi gli effetti del carovita sono sotto gli occhi di tutti, ma quanto realmente si ha piena consapevolezza del potere di erodere i nostri risparmi di un’inflazione persistente?
Gruppi diversi hanno diversi livelli di consapevolezza, e reagiscono alla minaccia del carovita in maniera diversa. Trade Republic ha recentemente condotto uno studio sulle abitudini di investimento e risparmio di oltre 40.000 individui su 6 paesi, che ci viene in aiuto per rispondere a questa domanda. Abbiamo appreso che i giovani italiani (sotto i 34 anni) hanno realizzato che nel contesto inflattivo attuale non c’è davvero alternativa a investire; i giovani dichiarano di essere più proattivi nella gestione delle proprie finanze rispetto alla media degli intervistati, hanno una percentuale maggiore dei propri risparmi investita nei mercati finanziari (25%), e in media percepiscono gli investimenti come meno complessi rispetto ai propri genitori. Emerge chiaramente che rimboccarsi le maniche e gestire le proprie finanze in prima persona sia una caratteristica diffusa tra le nuove generazioni.
Quanto è difficile educare le nuove generazioni a porsi obiettivi di lungo periodo e avere piena consapevolezza delle virtù della pazienza?
La strada è spianata rispetto alle vecchie generazioni, per i motivi di cui sopra: i giovani hanno maggiore consapevolezza perché sentono che il sistema non si prenderà cura di loro come si è preso cura dei loro genitori. Dal nostro studio emerge che le motivazioni dei giovani che non investono sono altre: non perché pensano che sia troppo complesso o per poca pazienza, bensì per avversione al rischio o mancanza di fondi. Proprio questa generale avversione al rischio e pochi fondi a disposizione spiegano come mai l’introduzione delle obbligazioni frazionate da parte di Trade Republic abbia ricevuto un così ampio riscontro di pubblico: non solo esiste adesso la possibilità di diversificare al meglio il proprio portafoglio e abbassarne la volatilità, ma abbiamo anche rimosso l’importante barriera all’ingresso dell’importo minimo di investimento.
Per piattaforme digitali come la vostra lo sbocco naturale è sui giovani. Oltre al fatto di essere nativi digitali quali sono gli altri tratti distintivi delle nuove generazioni di investitori?
Di sicuro un senso di urgenza e consapevolezza, come visto prima. Inoltre, parliamo di una generazione che è molto attenta a temi sociali e di equità, e di conseguenza apprezza particolarmente proposte di valore semplici da capire e trasparenti. I giovanissimi, in particolare, tollerano poco gli asterischi e le clausole scritte in piccolo, e si aspettano che i brand con cui si interfacciano parlino loro in maniera semplice, comprensibile, ma allo stesso tempo competente. Credo che proprio questa ricerca della semplicità estrema sia la chiave del successo della nostra proposta commissionale (1€ su operazioni singole e piani di accumulo completamente gratuiti).
GenZ e Millennial sono candidate ad essere la forza trainante per la crescita del mercato europeo degli Etf. In che modo gli utenti della vostra piattaforma utilizzano questi strumenti per comporre i loro portafogli d’investimento?
Questi due gruppi in particolare prediligono i piani di accumulo in etf come strumento di investimento di lungo termine. Le motivazioni sono due: in primis perché, essendo all’inizio del proprio percorso lavorativo, non hanno grandi capitali a disposizione, ma fanno pianificazione finanziaria e accantonano un ammontare fisso ogni mese. In secondo luogo, essendo tipicamente più informati dei propri genitori, riconoscono l’importanza di mediare il prezzo di ingresso riducendo il rischio.
Tornando all’educazione finanziaria, il fattore costi viene spesso trascurato nelle scelte d’investimento, sottostimando l’impatto di lungo periodo.
E’ proprio così. Il risparmiatore italiano medio è sicuramente ancora indietro rispetto ai cugini degli altri paesi europei. La buona notizia è che le nuove generazioni stanno invertendo questo trend: sfruttano appieno il potere di internet per studiare e informarsi, comprendono gli effetti dell’interesse composto, e sanno benissimo che ogni euro pagato oggi in costi, su orizzonti temporali lunghi si trasformerà in decine e decine di euro di rendimenti persi.