Semplicità, diversificazione, possibilità di prendere posizione su tematiche particolari e tanto altro. Gli etf negli anni sono riusciti ad aggiungere frecce al loro arco e fare anche un salto oltre alla tradizionale replica passiva. Stanno infatti avanzando anche gli etf attivi, candidati a guadagnare consensi se effettivamente si mostreranno in grado a generare delle performance. Questi sono stati alcuni dei temi chiave trattati nel corso dell’Italian ETF Summit 2024, organizzato da We Wealth e tenutosi lo scorso 22 gennaio presso Borsa Italiana.
La maggiore attenzione alla trasparenza dei costi e gli effetti del ricambio generazionale sono due tasselli importanti per una consacrazione degli etf. “NextGen è la prossima sfida – ha argomentato Mauro Panebianco, EMEA Asset & Wealth Management Leader di PwC – da un lato l’approccio più digitale nella vendita del prodotto, le piattaforme di brokeraggio stanno diventando delle storie di successo da tenere in considerazione. La RIS potrebbe essere un turning point in quanto le operazioni execution only saranno esenti da rebates”. Le esigenze degli investitori si stanno evolvendo e questo comporta nuove sfide, avanza la logica del ‘più a meno’ e anche una maggiore richiesta di dare spazio in portafoglio a loro convinzioni. “Nel dialogo con i consulenti notiamo la ricerca di soluzioni complete in etf sia per la parte core di portafoglio che per le allocazioni più tattiche – ha argomentato Ilaria Pisani, head of Etf, Indexing & Smart Beta Sales di Amundi Sgr – e per rispondere alla crescente richiesta di etf da parte del cliente retail Amundi punta sull’attività di formazione per i consulenti finanziari”.
Ma i fund selector che utilizzo fanno degli etf? “Utilizziamo gli etf per chiamate un po’ più tattiche, il mercato si muove tanto e quindi abbiamo bisogno di fare aggiustamenti tattici anche solo per aggiustare le duration in portafoglio – ha rimarcato Roberta Rudelli, head of fund selection di Unicredit – . Gli etf disponibili sono tanti e danno modo di posizionarsi in maniera specifica. Gli etf permettono inoltre di avere molta diversificazione e anche per investire in tematiche nuove dove non ci sono fondi, anche perché l’etf permette anche un posizionamento più puro”.
Tematici fanno sempre più rima con etf
Proprio l’investimento tematico sta diventando un elemento caratterizzante anche della gestione passiva. In Italia ci sono 230 etf tematici e lo scorso anno le masse gestite degli etf tematici in Italia sono salite a 6,84 mld (+10,1% rispetto a fine 2022) anche se i flussi sono stati negativi per 258,7 mln. Come ricordato da Ugo Pomante, professore di Economia degli Intermediari Finanziari, cattedra in Portfolio Management all’Università di Roma Tor Vergata, l’investimento tematico nasce dall’intercettare un cambiamento in grado di innescare un trend di lungo periodo. L’analisi delle caratteristiche di rischio-rendimento degli ultimi 7 anni in confronto con il mercato azionario mondiale (indice Msci Acwi, dati al 31/12/2023) evidenzia come nella maggioranza dei casi i temi si collochino a un livello di volatilità maggiore, mentre la variabile rendimento indica una certa numerosità di temi che hanno sovraperformato rispetto all’Msci Acwi. “I temi chiaramente differiscono tra di loro – ha spiegato Pomante – con i tematici legati al tech che abbinano più rendimento a più rischio, i temi legati all’ambiente invece hanno una natura più subdola con la presenza di temi sia poco che più rischiosi”.
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Gli etf tematici possono rappresentare una valida soluzione anche in ottica di diversificazione del portafoglio. Fabio Melisso, ceo di Fineco Asset Management, ha sottolineato come l’Etf sia un valido alleato e lo sarà sempre di più soprattutto all’interno di soluzioni di portafoglio “perché permette di avere il massimo della diversificazione a costi particolarmente ottimizzati con la possibilità di cavalcare alcune tematiche che le strategie attive fanno fatica a intercettare per la novità delle industrie alle quali queste strategie si rivolgono”. “Meglio catturare un trend forte come l’AI in una logica di indice piuttosto che selezione di alcune società – ha aggiunto – quindi utilizzare l’etf è indubbiamente un vantaggio. Nella logica di portafoglio, avere settori non tradizionali catturati dall’etf può produrre alpha”.
Va però tenuta sotto osservazione una possibile criticità rappresentata dal rischio di sovrapposizioni.”
Se uno investe su più settori o su aree geografiche diverse non c’è rischio di sovrapposizione. Invece investendo su più temi c’è il rischio che una stessa società, soprattutto se grande, più trovarsi in più temi”, avverte il professor Pomante.
Aumenta l’appetito verso il fixed income
Come rimarcato da Luisa Fischietti, head of Italy ETFs di Borsa Italiana, i numeri dello scorso anno evidenziano come il mercato Etf in Italia sia cresciuto bene: il 2023 si è chiuso con flussi netti pari a 2,53 miliardi; il patrimonio in gestione è salito del 13% a 114 miliardi di euro, con il 47,9% dell’AuM rappresentato da etf azionari sviluppati e 37% da etf obbligazionari.
L’anno scorso ha visto un consistente aumento delle preferenze verso il fixed income (2,1 mld di raccolta nel 2023 con 57 nuovi prodotti) con gli investitori che mostrano di apprezzare l’efficacia dei cloni obbligazionari nel permettere esposizioni mirate in grado di rispondere al variare del contesto di mercato. “Noi siamo passati negli ultimi mesi da una duration lunga di 7-10 anni sugli Us Treasury a una di 4-4,5 anni e guardiamo con attenzione al credito ad alto rischio, high yield, subordinati bancari con duration contenuta”, rimarca Fabrizio Arusa, Senior Relationship Manager – ETF Specialist di Invesco.
Tra il nuovo che avanza uno spazio crescente se lo stanno ritagliando gli etf attivi. Alessandro Greppi, Unit Linked & Pension Funds portfolio manager di Zurich Investments Life, ha puntualizzato come a fronte di un ter intermedio tra fondi attivi ed passivi, ben vengano queste soluzioni se permettono di generare dell’alpha, creando valore sia per le gestioni che per il cliente finale.