Tra i diciassette Goals che costituiscono gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) da raggiungere a livello mondiale entro il 2030 figura anche quello dell’uguaglianza di genere. Ad oggi risulta un obiettivo ancora ben lontano. Dal Global Gender Gap Index, pubblicato dal World Economic Forum e che mira a catturare l’entità delle disparità di genere e monitorarne i progressi, al ritmo attuale di progresso ci vorranno ben 131 anni per raggiungere la piena parità.
Accelerare sul fronte gender equality può avere ricadute virtuose su più fronti. Giovanna Boggio Robutti, direttore generale di Feduf, la Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio costituita su iniziativa dell’Associazione Bancaria Italiana, sottolinea come i dati dell’Istituto Europeo per le politiche di genere parlino chiaro: “ll Pil pro capite europeo, sebbene sia un indicatore perfettibile, aumenterebbe del 9,6% (circa 3mila miliardi di euro) entro il 2050 in caso di perfetta uguaglianza di genere. L’investimento in un progetto di cambiamento culturale a medio-lungo periodo sulla parità di genere è quindi sostenibile sia dal punto di vista sociale sia dal punto di vista economico”.
Indici tutti al femminile
La strada verso la parità di genere è molto lunga anche in termini di donne al vertice. Guardando alle società che fanno parte dell’indice S&P 500, sono solo 41 – ossia l’8,2% del totale – le donne che ricoprono il ruolo di ceo. In Italia le percentuali scendono e non di poco: solo il 2% delle società quotate a Piazza Affari ha una donna come amministratore delegato (dati Consob al 2022). Nonostante i progressi, le donne alla guida di società quotate sono ancora un’esigua minoranza. Intanto, oltreoceano lo scorso anno ha fatto la sua comparsa il primo etf che permette proprio di investire esclusivamente sulle società con una donna al comando. L’Hypatia Women Ceo Etf è stato lanciato circa un anno fa e mira a investire almeno l’80% delle sue attività in società statunitensi con una ceo donna e fino al 20% in società il cui presidente esecutivo è una donna. L’etf segue l’Hypatia Women Ceo Index, un indice che tiene traccia delle società con ceo donna e capitalizzazioni di mercato di almeno $ 500 milioni. Tra le società comprese spiccano i nomi di Oracle, Accenture e AMD, così come mostri sacri di Wall Street quali Citigroup, General Motors e Occidental Petroleum.
Etf sulla parità di genere, come performano?
Allargando il discorso alla parità di genere, sempre nel 2023 ha fatto il suo debutto negli Usa un etf tematico legato all’emancipazione delle donne proposto da BNY Mellon Investment Management e che investe principalmente in aziende che incorporano pratiche di parità di genere sul posto di lavoro o forniscono prodotti o servizi che migliorano la capacità delle donne di soddisfare le proprie responsabilità ed esigenze lavorative o altre responsabilità ed esigenze della vita personale.
In Europa gli strumenti che permettono di prendere posizione sul tema gender equality sono pochi. L’Ubs Global Gender Equality Ucits Etf, l’unico quotato anche in Italia, si rifà a un indice che comprende le 100 società leader a livello globale che presentano un forte track record nell’impegno sul fronte diversità di genere e sostenibilità. Tra le società maggiormente rappresentate al suo interno spiccano Pinterest, Citigroup, Salesforce, Meta e Vivendi, tutte con quote di poco superiore all’1%. Nell’ultimo anno segna circa +12%, con una sottoperformance rispetto al mercato dettata principalmente dal sottopeso del settore tecnologico al suo interno. Allo stesso sottostante si rifà il Lyxor Global Gender Equality Ucits Etf quotato sulle altre principali Borse europee.
Donne e investimenti
E’ interessante capire in che modo sta evolvendo il rapporto tra donne e gestione degli investimenti. Un primo ostacolo sono i classici stereotipi di genere, anche se con l’avanzare delle nuove generazioni il gender gap si sta assottigliando. “Noi – asserisce Giovanna Boggio Robutti – lo vediamo quotidianamente durante gli incontri che proponiamo a partire sin dalla scuola primaria con il modulo didattico ‘Contiamo pari’ dove affrontiamo temi quali lavoro, risparmio, guadagno, disparità salariali, bilancio familiare e gestione responsabile del denaro offrendo un punto di vista educativo paritario e con un approccio ugualitario ai temi economici e finanziari”.
La ritrosia a gestire in prima persona le scelte d’investimento porta spesso a delegare al marito o al compagno. “I motivi sono svariati – spiega Michela Lodigiani, consulente finanziario e patrimoniale di Fideuram – tra cui la sindrome dell’impostore che si crede di non essere all’altezza. La realtà invece è che oggi per una donna non è più possibile non essere presente in prima persona nella gestione delle proprie finanze e nel prendere decisioni”.
Vania Franceschelli, wealth advisor di Allianz Bank e presidente della federazione Europea dei Consulenti e Intermediari finanziari (Fecif), pone l’accento sul fatto che le donne debbano prendere consapevolezza su quanto sia essenziale prendere in mano la propria vita: “Devo dire che le donne più giovani lo stanno capendo e sono consce del fatto che avranno pensioni più basse e saranno più povere dei loro genitori. E’ fondamentale un percorso di educazione finanziaria, bisogna studiare, informarsi e arrivare a una pianificazione finanziaria spacchettata nei vari bisogni”.
Michela Lodigiani, che negli anni ha progressivamente ampliato la fetta di clienti donne, nel concreto riscontra come alla fine le donne si mostrino aperte a investire “e anzi capaci di percepire meglio quando si parla chiaro di obiettivi; non riscontro difficoltà particolari una volta che si scandisce l’investimento su più orizzonti temporali e su più obiettivi”.
Women in ETFs e Ring the Bell in Borsa Italiana
Quest’anno ricorre il decimo anniversario di Women in ETFs, che unisce oltre 10mila membri in tutto il mondo e mira a sostenere e ispirare la carriera delle donne, sostenere la diversità e incoraggiare collegamenti tra donne e uomini nel settore degli Etf. In occasione dell’evento Ring the Bell for Gender Equality dell’8 marzo, promosso da UN Global Compact in partnership con Borsa Italiana e Women in ETFs, è stata presentata un’analisi di genere del Manifesto “Imprese per le Persone e la Società”, per supportare le imprese nell’adozione di una lente di genere nelle proprie operations e nella gestione delle catene di fornitura e del valore. Il Manifesto, lanciato a giugno 2023 dal Network Italiano di UN Global Compact, è già stato firmato da 70 amministratori delegati e presidenti italiani. L’impegno delle aziende italiane è testimoniato anche dai Women’s Empowerment Principles, un insieme di 7 principi lanciati da UN Global Compact e da UN Women nel 2010 per promuovere la parità di genere in azienda e che vede 114 ceo italiani tra i firmatari.