Questo primo fascio di misure introduce anche agevolazioni sotto forma di contributi a fondo perduto per l’acquisizione di servizi prestati da parte di incubatori, acceleratori, innovation hub, business angel e altri soggetti, di fatto facilitando il networking nell’ecosistema dei business innovativi e così anche investimenti da parte di investitori qualificati. In tale contesto è previsto un incremento (fino a 200 milioni di euro) della dotazione del fondo di sostegno al venture capital istituito con l. 145/2018 e una riserva di pari ammontare del fondo di garanzia delle pmi in favore delle startup innovative.
Vi sono poi due ulteriori previsioni di grande impatto per le startup innovative, ossia:
a) il potenziamento degli effetti del credito d’imposta per R&D, in particolare ai fini della maggiorazione delle spese ammissibili, in favore delle startup innovative, che svolgono tali attività nell’ambito di contratti extra muros, attraverso una equiparazione delle stesse alle università e agli istituti di ricerca;
b) la proroga di un anno della permanenza nella sezione speciale del registro imprese con conseguente estensione dei regimi di favore (agevolazioni fiscali per gli investitori, deroghe alla legge fallimentare, al regime delle società di comodo/non operative, ecc).
Da accogliere con estremo favore è anche la misura – analoga a quelle introdotte in altri paesi quali Regno Unito (Seed enterprise investment scheme) e Belgio (Tax shelter for start-ups) – che introduce un regime fiscale agevolato rivolto esclusivamente alle persone fisiche che investono importi limitati in startup o in pmi innovative. Viene, infatti, prevista una detrazione d’imposta pari al 50% della somma investita – direttamente ovvero tramite Oicr – nel capitale sociale di una o più startup innovative, per investimento massimo detraibile non eccedente 100mila per anno a condizione che sia mantenuto per almeno 3 anni. Questa misura si pone quindi a completamento e integrazione dell’attuale sistema di incentivi che prevede agevolazioni fiscali del 30% fino a 1 milione per le persone fisiche e del 30% fino a 1,8 milioni per le persone giuridiche. A questa misura se ne accompagna altra che, nell’ambito del programma Investor Visa for Italy, facilita ingresso e soggiorno nel nostro paese attraverso il dimezzamento delle soglie minime per l’attrazione di investimenti verso le società di capitali e le startup innovative.
Il decreto rilancio prevede inoltre l’istituzione di un fondo per il trasferimento tecnologico e altre misure urgenti per la difesa e il sostegno dell’innovazione (art. 42). In linea con le indicazioni europee, difatti, viene introdotta una misura urgente con cui si intende istituire presso il Mise un Fondo per il trasferimento tecnologico per lo sviluppo e la crescita del Paese attraverso convenzioni o assegnazioni dirette, accordi tra amministrazioni. Più in dettaglio, la costituzione del “Fondo per il trasferimento tecnologico” è finalizzata alla promozione di iniziative e investimenti utili alla valorizzazione e all’utilizzo dei risultati della ricerca presso le imprese operanti sul territorio nazionale, con particolare riferimento alle start-up e pmi innovative.
Le misure varate dal governo sono da accogliersi con favore perché in grado di rinvigorire il comparto delle startup e delle pmi innovative fortemente ridimensionato negli ultimi anni, salvo casi rari, e ora aggravato dall’avvento dell’emergenza covid-19. Si tratta di misure, tuttavia, che avrebbero potuto essere più coraggiose e incidere più efficacemente sull’intero comparto dell’innovazione e della tecnologia del nostro paese, incluso dall’Ocse tra i Paesi impreparati ad affrontare le sfide della digitalizzazione.