Intercettare le tendenze internazionali del design
Intercettare le tendenze internazionali, d’altronde, è quello che iGuzzini fa dalla fondazione, avvenuta nel 1959 a Recanati, nelle Marche. Shuttle, disegnato da Bruno Gecchelin; Nuvola, progettato da Renzo Piano, sono solo due esempi di opere d’arte (in mostra permanente all’ADI Design Museum) usciti dalla fabbrica madre del gruppo. Un’azienda storica del made in Italy che ha resistito per ben 60 anni in mano alla famiglia fondatrice, per poi essere acquisita dalla conglomerata svedese Fagerhult. Ma tutto o quasi, ancora, si svolge a Recanati. Nella fabbrica di Recanati si progetta e disegna ogni lampada iGuzzini e si realizza circa l’85% della produzione. La parte rimanente è equamente divisa tra lo stabilimento di Shanghai e quello di Montreal, ma solo per questioni logistiche. L’azienda oggi ha anche due fabbriche di assemblaggio in Asia e Regno Unito, che provvedono ad adeguare l’elettrificazione agli standard dei mercati locali. Per il resto le filiali (20 in tutto, comprese quelle già citate) sono puramente commerciali e di post vendita. Insomma, chi con l’ingresso del gruppo svedese si aspettava una decentralizzazione delle attività è rimasto deluso.
Un business resiliente
D’altronde iGuzzini è entrato a far parte di uno dei più grandi poli dell’illuminazione professionale internazionale. L’acquisizione è avvenuta nel 2019: Fagerhult ha comprato le quote da Fimag-Mariano Guzzini e Tipo (società partecipata da Tamburi Investment che possedeva dal 2015 il 15% dell’azienda italiana, per il rimanente 85% in mano alla famiglia). Il fatturato 2020 si è chiuso a 190 milioni – per il 18% circa derivante dal mercato italiano e per l’82% dall’estero. “Nonostante l’annus horribilis, l’azienda è riuscita a chiudere il bilancio con un discreto utile e, nel contempo, a migliorare i flussi di cassa netta. Ci riteniamo soddisfatti della prova di forza sostenuta e non possiamo non ricordare il sacrificio e la partecipazione di tutti i nostri collaboratori in Italia e all’estero per reagire subito assieme da una situazione molto difficile”, dichiara Cristiano Venturini, ceo di iGuzzini illuminazione. “Possiamo guardare a futuro con ritrovato e maggiore ottimismo, il 2022 infatti, se le condizioni globali legate alla pandemia continueranno a migliorare, potrà essere, nelle attese, un anno ancor migliore. “Nel focus di iGuzzini c’è da sempre il design: tra i nomi di progettisti che hanno messo la loro firma sui prodotti dell’azienda marchigiana figurano Gio Ponti, Cesare Casati, Rodolfo Bonetto, Fabio Lenci e Ennio Lucini. E più vicino a noi Gae Aulenti e Piero Castiglioni che hanno progettato Cestello, il primo prodotto multisorgente con proiettori orientabili singolarmente a sistema cardanico. A metà degli anni ’70 iGuzzini aveva portato in Italia l’illuminotecnica.
Leader globale dell’illuminotecnica
Il passaggio dal settore decorativo a quello tecnico è segnato da una gamma di apparecchi innovativi, tra cui Ufo (serie di proiettori professionali per lampade alogene a basso voltaggio) e i downlight con sistema di fissaggio rivoluzionario. Oggi, il cliente dell’azienda non è il privato ma il progettista (lighting designer, architetto, ingegnere etc.), il general contractor o il committente che hanno in mano un’opera di grandi dimensioni. Una svolta che è iniziata negli anni ’80 e a cui si è affiancata l’internazionalizzazione, con la prima sede estera, in Germania nel 1984”. Nell’85 si aggiunge la sede Uk e poi nel 2003 la Russia: a Singapore l’azienda approda nel 2006. L’allure internazionale si rafforza poi nel 2017 con l’acquisizione della società canadese Sistemalux: fondata nel 1984 dalla famiglia italo-canadese Folisi, Sistemalux è tra i più importanti operatori del mercato illuminotecnico nordamericano. Una progressiva crescita sul piano del business che però conserva il dna di iGuzzini, quello del design nella sua massima espressione. “Facciamo illuminazione architetturale dall’alto contenuto tecnologico e innovativo ed è per questa ragione che illuminiamo da decenni architetture e opere d’arte di rara bellezza e prestigio come ad esempio l’Evolution Tower a Mosca, la Pietà di Michelangelo, il Cenacolo Vinciano o la Cappella degli Scrovegni”, ricorda Venturini. La capacità della famiglia Guzzini di vedere quanto importante fosse la ricerca di design, dove design è capacità di disegnare i processi nella maniera più efficace per ottenere l’output migliore, quindi non solo sul fronte estetico, è ciò intorno a cui l’azienda è cresciuta. Ed è anche con il controllo svedese, un’azienda manageriale internazionale profondamente radicata sul territorio. “Il futuro apre un mondo di nuove opportunità: una delle sfide che ci troviamo a fronteggiare è evolvere l’azienda basandoci sul nostro dna e sui nostri valori, cercando di farne sintesi con la modernità. In un mondo che è in forte e rapida evoluzione e che richiede decisioni veloci e immediatezza di pensiero e d’azione”, racconta Venturini. Dagli anni 2000 con il Led è tutto nuovo: da un lato la tecnologia ha aumentato le performance illuminotecniche, dall’altro ha creato complessità. Questo richiede una logistica diversa e tempi di approvvigionamento più corti. E mentre il mondo cambia e iGuzzini con questo, resta forte l’attenzione alle Marche: dove l’azienda sponsorizza il circolo Tennis di Recanati e la Recanatese calcio, per dare strumenti di svago ai ragazzi e ha ridato vita all’Itis Mattei dove si formano i futuri tecnici che potranno essere le future risorse aziendali.
(Articolo pubblicato sul numero di ottobre del Magazine We Wealth)