Buy Farfetch: perché?
Nei giorni scorsi l’Ue ha dato il via a una importante operazione finanziaria nel mondo della moda: il gruppo Richemont (Cartier, Van Cleef & Arpels, Piaget, Vacheron Constantin, Jaeger-LeCoultre, IWC, Panerai, Chloé, Montblanc e altri) può diventare socio (10% del capitale) della britannica Farfetch in cambio della cessione del 47,5% di Yoox Net-A-Porter Group alla stessa Farfetch.
L’azienda britannica fondata da José Neves nasce come piattaforma online per la vendita di articoli moda di lusso ed esordisce a Wall Street nel settembre 2018 con un prezzo di collocamento di 20 dollari. Oggi quel valore è crollato: l’ultima quotazione disponibile (27 ottobre 2023) la dava a 1,55 dollari. In 12 mesi le azioni della società hanno perso l’80%. Al momento della quotazione, Farfetch era in perdita, ma il mercato la valutò quasi sei miliardi di dollari. Oggi capitalizza circa 580 milioni di dollari. Per di più, vi sono azioni legali collettive in corso contro la società, dovute a presunte dichiarazioni false o fuorvianti rilasciate agli investitori circa il reale andamento dell’attività, messa in difficoltà dalla crescita rallentata negli Stati Uniti e in Cina, dall’integrazione di nuovi dipendenti nell’organizzazione, dalla gestione della catena di fornitura e dall’inventario. Nonostante questo, gli analisti di BofA – Bank of America hanno decretato: “buy”, ovvero “comprare” le azioni della società. Perché?
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Su Farfetch grava un debito lordo di 1,1 miliardi di dollari, elemento che desta molta preoccupazione negli investitori. Per l’esercizio 2023, gli analisti vedono un rischio per l’andamento dei valori economici (anche a causa della normalizzazione in corso nel settore del lusso dopo la “sbornia” post covid) ma prevedono ancora circa 750 milioni di dollari di liquidità in cassa a fine anno, ossia una copertura di liquidità per oltre quattro anni. Inoltre, a dispetto del taglio delle stime di offerta per ciascun titolo da 13 dollari a 4 dollari, gli analisti ritengono che la scala offerta dall’accordo con Richemont e un ulteriore taglio dei costi, possano far emergere Farfetch come un’azienda snella, dal ruolo prezioso da svolgere nel settore del lusso, innescando anche un miglioramento del sentimento di mercato.
Occhi puntati su Farfetch Platform Solutions (FPS)
Farfetch Platform Solutions (FPS) è attualmente l’unità a più alto potenziale del gruppo; è scalabile e redditizia, ma ancora troppo piccola per fare la differenza a bilancio. La situazione cambierà con il perfezionamento definitivo dell’accordo Farfetch/Richemont, il cui lancio avverrà nel 2024 e porterà il gmv (gross merchandise volume) di FPS da circa 400 milioni di dollari a oltre 4 miliardi di dollari, grazie all’ingresso di Ynap (Yoox Net à Porter) e dei marchi Richemont. Ynap avrà 290 milioni di dollari di liquidità, nessun debito e un finanziamento di 450 milioni di dollari da parte di Richemont. Si tratta di un passo importante e positivo per la storia azionaria di Farfetch, in quanto offrirà scala e leva operativa alle operazioni, collegando più strettamente il gruppo a Richemont.
Tagliare i costi in modo aggressivo? Sì. Vendere alcune attività? Non così in fretta…
Il problema cruciale di Farfetch al momento è che i suoi costi sono troppo elevati. Le spese tecniche e generali sono pari al 37% del fatturato (la media di settore si aggira in torno al 20%). Inoltre il gruppo genera solo 300.000 dollari di ricavi annui per dipendente (contro i 600.000 dollari dei concorrenti). Una situazione dovrebbe cambiare con l’accelerazione del piano di riduzione dei costi nel secondo semestre: il margine di miglioramento è ampio.
Gli analisti si attendono anche una maggiore leva operativa meccanica, dato che i nuovi contratti (Reebok, NMG – Neiman Marcus Group, Richemont) porteranno maggiori entrate con pochi costi aggiuntivi nell’esercizio 2024.
In più, degli introiti potrebbero derivare da alcune cessioni, come quella del sito Violet Grey (prodotti di bellezza), acquistato per 50 milioni di dollari. La cessione di NGG (New Guards Group, holding italiana di moda contemporanea di lusso, fondata nel 2015 da Claudio Antonioli, Davide De Giglio e Marcelo Burlon, acquistato per 675 milioni di dollari) pure apporterebbe liquidità (ma lascerebbe Farfetch senza il suo principale motore di profitto).
Parimenti, la vendita della partecipazione in NMG (il più grande dettagliante di lusso omnicanale negli Usa, acquistata per 200 milioni di dollari) metterebbe a rischio l’accordo che FPS ha firmato con la grande distribuzione. Se i finanziamenti dovessero ancora mancare (cosa che gli analisti non si aspettano), un’ultima opzione potrebbe essere la vendita di azioni o la privatizzazione; ma questo potrebbe costringere l’amministratore delegato Neves a fare maggiori concessioni sui costi e/o sulla leadership.