Vola la domanda per esperienze in cantina che vadano ben oltre la semplice degustazione
Con la degustazione immersiva sta già cambiando il modo di vivere la cantina
Si tratta di un turismo alto spendente che da una parte ha fatto volare le vendite dirette in azienda, dall’altra si è rivelato un toccasana per l’industria dell’accoglienza e dei suoi servizi
Emozionare è forse il dono più bello che può regalare un calice di vino pregiato. Sempre più persone ne sono consapevoli e vogliono vivere in prima persona tutto il mondo di intense e variegate sensazioni che sta dentro ma soprattutto attorno a un bicchiere. Un desiderio che viene soddisfatto sempre più andando di persona, da soli ma anche con i propri cari e amici, nelle cantine e soggiornando per vivere direttamente le vigne e i vigneti, e tutte le esperienze che le persone e il territorio attorno può offrire. Attenzione, non si parla di una semplice degustazione. Si parla di un’esperienza che va oltre anche a un classico soggiorno di enoturismo. Si tratta, infatti, di Wine experience, un’esperienza particolare nel mondo del vino in una cantina, che vada ben oltre, appunto, partecipare a una degustazione “verticale” di vino.
Il report sull’enoturismo
Non a caso, già il Report Enoturismo 2022 di Divinea fotografa solo al quarto posto l’esperienza “degustazione classica”. Un modo di vivere la cantina di certo molto richiesta da sempre ma ormai percepita sempre più come ripetitiva e poco memorabile. Le Wine experience più richieste sono classificabili in voci come l’esperienza all’aria aperta nel territorio della cantina, una sorta di degustazione di vino più immersiva come durata e come intensità di contatto con la natura. Complice, anche la gran voglia che abbiamo di cancellare i lockdown a cui ci ha costretto la pandemia da Covid-19 a partire dal 2022. E così è forte il desiderio di immergersi tra le vigne, ammirare punti panoramici immersi nella natura dove magari assistere anche a spettacoli esclusivi di arte e letteratura scoprendo i vini nei numerosi e unici territori enoici italiani.
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Un’esperienza enogastronomica allargata
Un’altra attività che eleva una semplice attività di degustazione a Wine experience è poterla vivere come esperienza enogastronomica allargata. Ed è anche una Wine experience tutta da vivere la possibilità di essere protagonisti di un’esperienza esclusiva e personalizzata, come quella che può amare un wine lover che ricerca il confronto con l’enologo e come quella che da visitatore ci soddisfa il desiderio di avere un momento tutto per noi di condivisione con il proprietario o con l’enologo. Questa crescente spinta delle persone di vivere esperienze nel mondo del vino sempre più ampie, emozionali, immersive ma anche esclusive, sta ricevendo grande attenzione dalla maggior parte dei produttori e del persona-le dedito all’accoglienza.
Come svela il Report Enoturismo 2023 questi protagonisti attivi delle Wine experience investono già da qualche anno larga parte del loro tempo e delle loro risorse nel deliziare il visitatore e nel rendere gli spazi adibiti alla visita il più confortevoli e accoglienti possibile, con la sensibilità di poter offrire esperienze di alto livello a seconda della tipologia del visitatore. I dati raccolti nel Report evidenziano che quello che può essere definito come turista enogastronomico si confermi di gran lunga il profilo più presente nelle cantine italiane. Trova grande accoglienza da parte dei produttori in quanto è curioso di conoscere la realtà che visita, ha un potere di spesa mediamente alto ed ha spesso un buon network di conoscenze che abilita altri visitatori tramite passaparola. Ma anche i cosiddetti neofiti del mondo del vino e delle cantine, che fino a qualche anno fa si camuffavano tra i wine lover per paura di far sapere che non avevano mai visitato una cantina o che non conoscevano le tecniche di vinificazione, oggi trovano grande accoglienza dalle aziende vitivinicole più attente alla comunicazione per avvicinare persone curiose di scoprire per la prima volta cosa c’è dietro una bottiglia di vino. Insomma, la creazione e la presenza di un’offerta percorsi esperienziali ingaggianti è fondamentale.
Voglia di viaggiare in Montalcino
Tutto questo fermento post covid della voglia delle persone amanti dell’enoturismo nella sua declinazione di Wine experience trova conferma anche nei numeri raccolti dalle principali aree vitivinicole italiane nella classifica delle zone che più di tutte sono le destinazioni ambite per vivere eno-esperienze di altissimo livello. Ne è un esempio il Montalcino, dove l’enoturismo nel 2022 non solo ha chiuso a +36% rispetto a un 2021 già in forte ripresa, ma ha superato anche gli anni d’oro del triennio pre-covid (2017-2019) con un +16% e 210 mila presenze con pernottamento. Rispetto all’anno precedente, il ritorno alla normalità cosmopolita dei wine lover di Montalcino registra un +81% di presenza degli stranieri sul 2021, che rappresentano oltre i due terzi del totale, a fronte di un moderato arretramento del pubblico italiano che nel periodo Covid avevano tenuto in piedi l’enoturismo anche in Toscana. Un ritorno di chi desidera esperienze tra le vigne del paesaggio Unesco della Val d’Orcia che premia sia le strutture alberghiere (+41%) sia per agriturismi, relais in cantina, b&b (+34%).
Il ritorno dei turisti statunitensi
Come condiviso dal Consorzio del vino Brunello di Montalcino, il risiko delle presenze vede il ritorno dei turisti statunitensi saldamente in vetta tra gli stranieri, con una crescita del 168% sul 2021 ma anche del 31% sul 2019, poi Germania (+22%) e Regno Unito, che con un balzo del +257% nell’ultimo anno scalza il Brasile dal podio. Rispetto al 2021 i fortissimi incrementi dai Paesi terzi hanno fatto la differenza, ma è il saldo sul 2019 il benchmark più significativo, con crescite in doppia cifra per quasi tutte le principali aree di provenienza. Tra queste, i Paesi Bassi guadagnano la quinta piazza grazie a un +31% sul 2019, poi Svizzera (+47%), Canada (+8%) Francia (+36%) e Belgio (+24%). In forte calo ovviamente la Russia (-69%), rimpiazzata dalla Polonia (+60%).
Un viaggiatore dal reddito elevato
In effetti, la presenza degli amanti delle Wine experience che arrivano dall’estero è tornata a essere una certezza, soprattutto del “Brunello-lover” statunitense il cui profilo corrisponde all’identikit dell’enoturista-tipo che lo scorso anno ha fatto ritorno al borgo toscano: appassionato di vino e in particolare di quello toscano, reddito alto (oltre 100 mila dollari), in grado di spendere oltre 75 dollari per una bottiglia. “Si tratta di un turismo alto spendente – spiega il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci – che da una parte ha fatto volare le vendite dirette in azienda, dall’altra si è rivelato un toccasana per l’industria dell’accoglienza e dei suoi servizi”.
Articolo tratto dal n° di settembre 2023 di We Wealth.
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