- Deliberata l’acquisizione di Milano Investment Partners da parte di Soprarno Sgr, società di gestione del risparmio di Banca Ifigest. A cedere il 100% della società sarà Angel Capital Management, holding fondata da Angelo Moratti
- Una persona informata sui fatti, intercettata da We Wealth, ha confermato che sono in corso delle conversazioni tra Banca Ifis ed Euclidea e che si tratterebbe di “un progetto molto concreto”
- Primanni (Gruppo Excellence): “Mi aspetto ulteriori operazioni sul fronte delle banche di credito cooperativo che ricadono sotto il cappello del Gruppo Bcc Iccrea, istituti che spesso operano su territori limitrofi”
Sale la febbre di M&A tra le banche medio-piccole. L’ultima notizia arriva da Banca Ifigest: la sua società di gestione del risparmio, Soprarno Sgr, acquisirà Milano investment Partners, società di gestione di fondi di investimento alternativi specializzata in venture capital. Secondo una nota ufficiale, a cedere il 100% della società sarà Angel Capital Management, holding di investimento fondata e presieduta da Angelo Moratti.
Il board di Banca Ifigest, contestualmente, ha deliberato di procedere a un aumento di capitale a servizio dell’operazione. Dal “matrimonio” tra le due società nascerà L&B Capital Sgr, una nuova realtà da circa 2 miliardi di euro di asset in gestione complessivamente. L’imprenditore Angelo Moratti entrerà nel capitale di Banca Ifigest, posizionandosi come uno dei principali azionisti privati con una partecipazione del 4,65%. Inoltre, assumerà le redini di L&B Capital nelle vesti di presidente. “Questa operazione rafforza la nostra posizione di leadership nel private banking e apre nuove opportunità di crescita nei settori chiave, come gli investimenti alternativi e la green transition, oltre alle operazioni di finanza straordinaria”, commenta Gianni Bizzarri, presidente di Banca Ifigest.
Banca Ifis valuta l’acquisizione di Euclidea
C’è poi Banca Ifis che, dopo aver presentato un’offerta pubblica di acquisto e scambio su illimity a inizio anno, starebbe valutando l’acquisizione di Euclidea Sim. Secondo quanto risulta al Corriere della Sera, il consiglio di amministrazione dell’istituto controllato dalla famiglia Fürstenberg avrebbe dato mandato al ceo Frederick Geertman di strutturare un’offerta per il 100% della wealth-tech milanese da oltre 400 milioni di asset under management.
Una mossa che mirerebbe ad ampliare il business del private banking e wealth management dell’istituto veneto, estendendo la propria offerta anche ai clienti di fascia alta, oltre che agli imprenditori con cui attualmente lavora nell’ambito del corporate & commercial banking. Una persona informata sui fatti, intercettata da We Wealth, ha confermato che sono in corso delle conversazioni tra le due realtà e che si tratterebbe di “un progetto molto concreto”.
Cassa Lombarda ed Ersel: stop all’aggregazione?
Altro caso quello di Cassa Lombarda ed Ersel che, stando alle ultime indiscrezioni lanciate da Milano Finanza, avevano recentemente accelerato i colloqui per un accordo di aggregazione. In un comunicato stampa diffuso il 27 marzo, Cassa Lombarda ha dichiarato in realtà che “continuerà a investire sul proprio sviluppo, basato su un approccio olistico e personalizzato nella relazione con il cliente, in una logica di servizio e non di prodotto e in linea con la tradizione di boutique indipendente di wealth management”, lasciando presumere tra le righe l’intenzione di proseguire il suo cammino in autonomia. Ma cosa sta accelerando in generale questa tipologia di operazioni e cosa, al contrario, potrebbe frenarle?
“Sono sicuramente accelerate dal fatto che le banche, negli ultimi anni, hanno beneficiato di una situazione favorevole sui tassi di interesse. Per cui, hanno le risorse finanziarie necessarie a sostenerle”, dichiara a We Wealth Maurizio Primanni, ceo del Gruppo Excellence. A dare la spinta sarebbero tra l’altro anche le ultime mosse delle grandi banche, che si muovono in direzioni simili. “Sappiamo che si tratta di operazioni soggette a vincoli di natura normativa e autorizzativa, che vanno valutate caso per caso, ma le grandi potrebbero fare da traino”.
Cosa potrebbe frenare queste operazioni
Sul fronte dei vincoli, secondo l’esperto si tratta per lo più di barriere di ordine psicologico piuttosto che reali, considerando che tali operazioni necessitano di uno sforzo di integrazione tra le due realtà. “Altri vincoli sono unicamente quelli relativi alla gestione di una complessità aumentata, oltre che all’esigenza di fare scelte di natura organizzativa, soprattutto a livello manageriale tra i diversi banker coinvolti nell’aggregazione”, aggiunge Primanni. “C’è da dire che tipicamente ognuna di queste operazioni è giustificata dal piano industriale della fusione che viene elaborato ex ante, attraverso il quale si cerca di misurare le sinergie potenziali. Se le sinergie appaiono piuttosto rilevanti, questo aiuta a superare qualsiasi tipo di barriera”.
Il caso del Gruppo Bcc Iccrea e del Gruppo Cassa Centrale
Al momento, secondo Primanni, i movimenti in corso riguardano unicamente le sopracitate Banca Ifis ed Euclidea da un lato e Cassa Lombarda ed Ersel dall’altro. Ma qualcosa potrebbe iniziare a muoversi anche tra le piccolissime. “C’è tutto l’universo delle banche di credito cooperativo che ricadono sotto il cappello del Gruppo Bcc Iccrea e del Gruppo Cassa Centrale, fatto di banche molto piccoline e che spesso operano su territori limitrofi. Lì effettivamente ci sarebbe un grande potenziale nell’unire le forze per competere, per cui mi aspetto ulteriori operazioni”, sostiene Primanni.
Unicredit, Mps e le altre: gli scenari per le big
Passando invece al risiko delle grandi banche italiane, l’amministratore delegato ricorda il caso di Unicredit. Dopo che l’istituto è arrivato ad accumulare oltre il 5% del capitale di Generali, l’opinione “più accreditata è che possa rinunciare al palcoscenico per intavolare un’operazione straordinaria che coinvolga Generali e Mediobanca”, afferma Primanni. “Guardiamo però ai dati oggettivi: secondo una recente ricerca condotta da Excellence Consulting sulla capitalizzazione di mercato delle prime tre banche dei grandi paesi – Italia, Germania, Francia, Spagna, Inghilterra e Stati Uniti – emerge come si tratti sempre di grandi banche, a eccezione dell’Italia e della Germania”.
Nel Belpaese, in particolare, Intesa Sanpaolo si posiziona al primo posto con una capitalizzazione di mercato di 69,14 miliardi di euro, seguita da Unicredit con 59,56 miliardi. Al terzo posto ci sono invece una serie di istituti minori, come Banco Bpm e Mps. “Di conseguenza, forse quello di cui avremmo bisogno dal punto di vista industriale è una terza banca grande, anche per stimolare di più la competizione”, dichiara Primanni.
(Articolo aggiornato l’11 aprile 2025)