Cos’ha in comune un buon Brunello con Squid Game (serie tv), Parasite (film) e la scrittrice Han Kang (premio Nobel per la letteratura 2024)? La Corea. No, il Brunello rimane “toscanissimo”, ma uno dei luoghi in cui si produce, la tenuta Frescobaldi, ha aperto le sue porte all’artista coreana Sunmin Park (1962, Seoul), che, con il talento italiano Giulia Cenci (Cortona, 1988), animerà la settima edizione di “Artisti per Frescobaldi”. Il progetto biennale, nato nel 2013 come premio, in occasione del suo decennale (dunque nel 2023) è divenuto – per usare le stesse parole della sua ideatrice Tiziana Frescobaldi e del curatore Ludovico Pratesi – una “piattaforma di committenza diretta” rivolta ad artisti di levatura internazionale, nel più autentico spirito mecenatistico.
Tutti sono invitati a realizzare opere d’arte in dialogo con la natura e la storia del luogo, ovvero della tenuta di CastelGiocondo, nei pressi di Montalcino (Siena). Negli anni, vi si sono avvicendati nomi come Gian Maria Tosatti, Massimo Bartolini, Daniela De Lorenzo, Erica Mahinay, Andrew Dadson. Le due artiste appena selezionate provengono da contesti geografico-culturali e generazioni differenti, per la gioia di Tiziana Frescobaldi che si dice “convinta che realizzeranno opere di forte impatto e di grande rilevanza per il progetto e per la collezione permanente Frescobaldi”.
Artisti per Frescobaldi, una tradizione che continua
Le domandiamo che evoluzione abbia trovato, se vi è stata, nelle istanze degli artisti che a turno si sono potuti cimentare con la terra della sua storica famiglia. “Con quello che era il premio Frescobaldi siamo partiti da lavori che non erano site specific. Devo dire però che l’ecologia, i tentativi di ricostruire quella armonia uomo-natura che c’era un tempo, sono temi sempre molto presenti nella poetica dei ‘nostri’ artisti. Molti hanno guardato al mondo del vino attraverso la loro lente, creando installazioni che sono anche un racconto del mezzo utilizzato. L’evoluzione è nelle cose, nel fatto che ogni artista ci metta la sua prospettiva”.
Le fa eco Ludovico Pratesi: “Abbiamo avuto 17 artisti, un vero e proprio caleidoscopio. Non ce n’è stato uno che abbia guardato il paesaggio allo stesso modo degli altri. E noi con loro lo abbiamo guardato ogni volta in modo nuovo”. In quest’ultimo caso, Sunmin Park indaga il paesaggio interiore, Giulia Cenci si concentra su quello propriamente detto. Al centro della poetica di entrambe le artiste, umanità e ambiente. L’italiana gioca sul dialogo tra elementi naturali e artificiali, muovendosi nelle contraddizioni del post-Antropocene; l’artista coreana dal canto suo riflette sulle molteplici relazioni tra uomo, natura e architettura, affidandone la narrazione a sculture e opere video realizzate in collaborazione con il compositore e produttore Bojan Vuletic.
La poetica di Sunmin Park…
L’ingresso dell’artista coreana nell’ecosistema Frescobaldi segna l’inizio della collaborazione con il MAO, Museo d’Arte Orientale di Torino, presso cui la stessa è in mostra con ‘Rabbit Inhabits the Moon’ per la ricorrenza del 140esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Corea. “Sono nata a Seoul, e la tranquillità di CastelGiocondo ha rallentato i miei movimenti e il mio battito cardiaco. Questo ha anche cambiato il mio sguardo, facendomi guardare il mondo in modo più intimo e attento.

Dallo scorso autunno (2024, ndr) ho sperimentato il cambiamento della materia, la natura mutevole del vino. Berlo è un’azione comune, ma ‘osservare’ questa azione in modo ‘microscopico’ come ho fatto io fa capire che il viaggio è molto più profondo. Ogni goccia che percepisco in bocca nasconde un universo complesso e raffinato, dalla coltivazione alla vinificazione. C’è un mondo intero molto più grande di quanto non appaia. E tutto questo processo comincia da un piccolo seme di uva”.
… e quella di Giulia Cenci
Giulia dice di essere molto colpita dalla visione della collega. Essendo nata laddove la Toscana confina con l’Umbria, ricorda che “la serenità e la lentezza” della sua infanzia ha hanno molto influenzata. In questo lavoro ha indagato il “processo di antropizzazione derivante dal nostro abitare. Ho giocato in casa, era facile per me. Il lavoro sarà una scultura da esterno, da giardino. Un’opera per un luogo di riposo, pace, accoglienza”. Oltre all’opera destinata a entrare nella collezione permanente, gli artisti in residenza a CastelGiocondo come da tradizione creano un’etichetta per una serie limitata di bottiglie di vino Brunello prodotto nella tenuta.

Noi di We Wealth avevamo lasciato Giulia Cenci nell’ottobre 2024 in Piemonte, quando era giunta al termine di un altro importante progetto territoriale, nel perimetro di un’altra grande mecenate italiana, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo.
Artisti per Frescobaldi a confronto con un altro progetto
Inevitabile chiederle quali le differenze riscontrate fra i due luoghi, uno pubblico, l’altro privato, ma entrambi fortemente simbolici e preziosi. “In entrambi i casi non ho avuti grossi vincoli, mi hanno lasciata molto libera nella mia azione artistica. Piemonte e Toscana sono due territori molto diversi di per sé. A Cuneo, al Chiot rosa, abbiamo lavorato in un’ex area di lotta partigiana, un’area pubblica al 100%. In quel caso mi interessava fare un lavoro sulla stratificazione storica, pensando a quel luogo specifico come a un humus. Anche lì, come qui, erano presenti pezzi di vite. Amo la vite perché è una di quelle piante che rappresenta l’italianità. Viene sempre piegata come vogliamo noi, è un simbolo. A CastelGiocondo ci sarà un elemento agricolo molto forte, piegato all’inizio ma poi libero”. La marginalità territoriale e il centro della civiltà, il mecenatismo, si danno la mano? L’artista concorda.
I Frescobaldi sono mecenati fin dai tempi di Brunelleschi e Donatello. Giulia Cenci, il cui lavoro è attualmente esposto sulla High Line di New York, è stata anche presente alla Biennale di Venezia 2022. L’opera realizzata per questo progetto, come quella di Sunmin Park, sarà visibile al pubblico da fine ottobre 2025.
